Nell’anniversario della morte, al Torrione, l’omaggio al grande artista Giovanni Maltese

IMG_8320Wow! Non sono solita utilizzarla, come espressione, anche perchè la nostra bella lingua ne offre diverse, altrettanto efficaci, per sottolineare stupore e meraviglia. Non so, quindi, come mi sia venuta, ma è stata la reazione che ho avuto quando mi sono affacciata nella grande sala superiore del Torrione. Ne avevo letto tante volte, del MUSEO MALTESE, lo avevo anche segnalato più volte ai turisti affinché andassero a visitarlo, quando era capitato che fosse aperto, ma per i più vari motivi non avevo avuto mai l’opportunità di farlo personalmente. Fino a qualche sera fa, quando a margine della presentazione di un libro, come capita di frequente presso il monumento foriano, specie in queste calde serate d’estate, è stata offerta la possibilità di salire per una visita guidata, come quelle che ormai stabilmente assicura l’Associazione Culturale RADICI. E dopo la scala scavata nella pietra che conduce al piano superiore, entrando nell’ampio ambiente a pianta centrale non ho potuto trattenere quell’esclamazione, completamente spiazzata da ciò che avevo dinnanzi agli occhi. Una vera, inaspettata, MERAVIGLIA!

Nella sala dalle pareti rosso pompeiano è come se il tempo si fosse fermato al secondo decennio del secolo scorso. Quando, scomparso GIOVANNI MALTESE il 21 AGOSTO 1913, la moglie amatissima, GIOVANNA FAIRER, volle custodirne l’eredità artistica nello studio in cui avevano preso forma statue e ritratti e nel quale aveva composto le sue brillanti e argute raccolte poetiche, “Cerrenne” e “‘Ncrocchie”. Così le opere di Maltese sono ancora immerse nell’atmosfera che le ispirò e che resta viva e palpabile anche per chi, oggi , entra in quello che fu il suo luogo creativo fin dal 1885, quando ottenne il Torrione in enfiteusi dal Comune di Forio. Oltre ad essere stato anche la sua casa, visto che dapprima solo, poi con la moglie sposata nel 1900, visse nella stanza a fianco allo studio per ventotto anni.

Sebbene già dotato di un suo fascino per le caratteristiche architettoniche, per i mille anni di storia della fortezza/rifugio di cui è parte, per il paesaggio che s’impone oltre la grande vetrata, lo studio colpisce soprattutto per la quantità di opere straordinarie che lo popola. Le sculture, anche di grandi dimensioni, s

ono disseminate in ogni angolo della sala. Sculture di grande impatto e bellezza, che raccontano il mondo dell’artista, testimoni di un’epoca di Forio e dell’isola di cui Maltese seppe leggere e interpretare l’anima profonda. E sulle pareti i quadri, soprattutto ritratti dei suoi contemporanei, che rivelano la padronanza della tecnica pittorica a supporto di un grande talento.

Quello che Giovanni aveva rivelato fin da ragazzino. Nato a Forio nel 1852, rimasto presto orfano di madre e affidato dal padre che si era risposato a degli zii che lo avevano destinato all’attività agricola, da adolescente aveva rivelato qualità artistiche meritevoli di essere coltivate. Decisivo fu’allora il sostegno del sindaco Orazio Patalano che, dopo aver visto una sua scultura in legno, riuscì  a fargli ottenere una borsa di studio di trenta lire, grazie alla quale Giovanni poté frequentare l’Accademia di Belle Arti a Napoli, apprezzato subito dai suoi maestri. Completati gli studi nel 1878, il giovane scultore si trasferì a Roma, per proseguire la sua formazione con il maestro Giulio Monteverde, approfittando delle opportunità di studio che offriva l’enorme patrimonio artistico della città.

Nel 1880, Maltese fu scelto per partecipare al gruppo di artisti incaricato di abbellire il castello di Chemençon a Parigi. Ma il lavoro proposto non lo convinse e preferì ritirarsi, rimanendo però a Parigi, dove cominciò a lavorare come ritrattista.

Tornato in Italia, si ritirò per un periodo a Ischia, dove realizzò i suoi primi gruppi scultorei per la signora Wagner a Mezzatorre. Nel 1882 si trasferì di nuova a Roma, per poi lasciarla in fretta nel 1883, a causa del terremoto di Casamicciola in cui era morto il fratello. Decise allora di stabilirsi di nuovo sull’isola, nella sua Forio. Fu allora che ottenne il Torrione, dove stabilì il suo studio e la sua abitazione. E fu lì che modellò le sue creazioni, perlopiù ispirate dalla realtà del suo paese, e ritrasse tanti suoi compaesani. E anche se stesso, protagonista di tre autoritratti, compreso il più noto che si riferisce agli anni non più giovanili.

Un grande artista del suo tempo, un creativo e versatile compositore di versi in vernacolo e fine polemista, Giovanni Maltese è una figura di primo piano per la cultura dell’isola e dii Forio in particolare. Il suo amato paese, che il 21 agosto ricorda la sua scomparsa. Come avverrà anche OGGI DALLE 10.30 ALLE 11.30 al Torrione, grazie all’Associazione Radici. Un’occasione ideale per visitare la casa/atelier di Maltese. E lasciarsi conquistare dalla superba bellezza dei lavori del maestro. In un altro luogo poco conosciuto, ma assolutamente da non perdere, dell’isola più bella.

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