Nella sala delle reti e della pesca, il Museo del Mare ricorda il capitano Pierino Lauro

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Foto Qui Ischia

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Sei mesi fa…Foto Qui Ischia

Era la sala del Museo del Mare che PIERINO LAURO preferiva. Dove si soffermava sempre più a lungo con le scolaresche che accompagnava  alla scoperta della storia marinara dell’isola. La stanza al secondo piano, con i festoni di reti sulle pareti e le teche con gli attrezzi della pesca di cui era profondo e appassionato conoscitore. Il luogo, familiare e accogliente, in cui solo sei mesi fa aveva partecipato a una serata dedicata alle stagioni della pesca con due anziani pescatori, Francesco di Meglio “‘a topa” e Francesco Di Meglio “‘Ndriana”. Che ieri sera non sono voluti mancare al ricordo del loro carissimo amico organizzato proprio in quella sala e sotto quelle reti, protagoniste delle narrazioni al museo come prima lo erano state delle pescate condivise con il Capitano. “Stasera la sue sedia è vuota”, ha commentato “‘a topa”, sottolineando così la profonda tristezza per la mancanza dell’amico al quale in tanti si sono ritrovati a rendere omaggio, rispondendo all’invito al Museo, che  aveva in Pierino Lauro uno dei suoi più appassionati e attivi sostenitori.

La storia tra Pierino Lauro e il mare è stata lunga tutta la vita. Una carriera da marinaio cominciata da radiotelegrafista e poi, dopo il diploma da capitano di lungo corso, i tanti viaggi che lo portarono a solcare mari e oceani. Un cittadino del mondo, che si era fatto tanti amici grazie al suo carattere aperto e empatico e che, ovunque approdasse, amava approfondire la conoscenza di luoghi, popoli e culture. “E ci teneva a dire sempre che era di Ischia, con orgoglio”, ha detto Francesco “‘a topa”, che con Pierino si era incrociato anche all”estero, quando entrambi navigavano sul lungo corso. Lui e Franceschino “‘Ndriana” hanno raccontato degli assidui contatti che Pierino coltivava  con gli amici stranieri; hanno riportato ricordi e episodi curiosi, come la lettera che aveva spedito dalla Patagonia con qualche gamberetto del krill che mangiano le balene: della sua passione per il mare di Ischia, che considerava unico al mondo, con indubbia cognizione di causa avendo girato tanto.

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Foto Qui Ischia

Al mare il Capitano si rapportava sempre con grande rispetto.  E se ne prendeva cura. Come quando, camminando sulla spiaggia di casa e dell’infanzia, a San Pietro, raccoglieva i rifiuti per smaltirli correttamente prima che finissero tra le onde. Messaggi che comunicava ai ragazzi quando gli capitava qualche incontro nelle scuole o quelli cui faceva volentieri da guida, quando andavano a visitare il Museo del Mare. “Era capace anche di impiegare qualche ora per la visita – ha raccontato Rino Lauro - accuratissimo nelle spiegazioni e nel rispondere a tutte le domande. Ci teneva a trasmettere loro l’amore per il mare e infatti i ragazzi erano sempre molto contenti di quei racconti. E raccontava delle sue esperienze di mare anche ai ragazzi del “Mennella”. A loro spiegava che per navigare bisognava avere amore per il mare”.

Di storie da raccontare ne aveva tante, il Capitano. E lo faceva anche quando andava a pescare con gli amici. Come ha ricordato Pasquale Migliaccio, che ha contribuito a ricomporre il ritratto di Lauro, condiviso con quanti lo hanno conosciuto e frequentato. Quelli che erano al Museo ieri, numerosi e partecipi, hanno assistito con emozione allo scoprimento della targa che il Museo ha voluto dedicargli, proprio nella sala prediletta, come ha sottolineato il direttore Luciano Di Meglio. A Pierino Lauro che ha dedicato il suo tempo al mare e ai giovani ha trasmesso di amarlo e rispettarlo“, ha letto il nipotino Lucio, concludendo la breve e intensa cerimonia.

LA GAMBA DI LEGNO DEL PIRATA

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Foto Qui Ischia

Poi, nella sala attigua, è stato mostrato il nuovo “reperto” arrivato recentemente al Museo. Si tratta della protesi di legno che apparteneva a COSTANTINO PILATO detto IL PIRATA, uno dei personaggi più caratteristici della storia recente del borgo. Con la gamba di legno e la bandana sembrava davvero un personaggio letterario. Il cinema poi lo aveva fatto, partecipando a “Il pirata dell’Isola Verde” e a “Il Corsaro Nero“, girati tra i vicoli affacciati sul Castello che erano la sua casa. Giusto conservare il suo ricordo nel Museo, che custodisce e tramanda la memoria della comunità ischitana nel suo rapporto con il mare.

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