Il punto debole, la piscina comunale di Ischia
Fino a tre anni fa non le era neppure passato per la testa. Anche se la piscina era per lei un ambiente più che familiare da quando ci era andata a lavorare, dopo il trasferimento in Svezia. L’idea l’aveva avuta una istruttrice di apnea che frequentava proprio quella piscina e che era diventata sua amica: perchè non allenarsi insieme? E così Fiammetta aveva provato. In verità, senza alcuna particolare aspettativa. Ma, inaspettatamente, era andata piuttosto bene, per essere una prima volta con uno sport sconosciuto: 86 metri era un risultato significativo per una principiante. Comunque sufficiente per far intravedere all’amica esperta delle potenzialità, che le aveva subito consigliato di coltivare. Era cominciata così la conoscenza di Fiammetta con l’apnea. Che sarebbe diventata il suo sport. E la fonte di grandi soddisfazioni.
Con la doppia cittadinanza, italiana e svedese, FIAMMETTA SCALFATI ha gareggiato in questi ultimi anni per il suo Paese di adozione. A livello agonistico. Non più un semplice divertimento, ma un impegno sportivo serio, portato avanti con costanza e dedizione. E con tanto allenamento. Un impegno che l’ha portata sul podio, nella scorsa primavera: MEDAGLIA D’ARGENTO nel campionato svedese, con un tempo di 5 minuti e 34 secondi in apnea statica. E di conseguenza, già in tasca, la qualificazione per il prossimo Mondiale, che si svolgerà nel 2020 in Bulgaria.
Ma Fiammetta è italiana, di nascita. Anzi, ischitana. E trascorre sull’isola dei periodi, alternandoli con la Svezia per motivi di lavoro. E dovunque si trovi, ha l’esigenza di fare l’attività sportiva, che ormai della sua vita quotidiana è parte integrante. E anche il punto debole, almeno quando è a Ischia perchè in Svezia il problema non sussiste. Già, perché a Ischia Fiammetta si è ritrovata nell’impossibilità di allenarsi, nonostante si sia iscritta dall’inizio all’Ans Diving, dove ha trovato ottima accoglienza e massimo supporto, per quanto può dipendere dalla società sportiva. Che però non non ha potuto agevolarla nell’accesso in piscina. Quella COMUNALE di Ischia, che è ancora in “pausa estiva”.
La specialità di apnea di Fiammetta non si pratica in profondità e in mare, ma rigorosamente indoor, in piscina, dove è necessario che si svolgano gli allenamenti. Perciò, durante l’estate, l’atleta isolana ha ottenuto ospitalità in una piscina d’albergo, benché non fosse adeguata all’attività sportiva. Una soluzione di ripiego, ben presto venuta meno con la chiusura della struttura ricettiva. Senza che fosse ancora disponibile la piscina di via Michele Mazzella, che sarebbe l’unica adatta per gli allenamenti di Fiammetta. Oltre che per quelli di tanti giovani isolani che praticano sport natatori non solo per diletto, ma con finalità agonistiche.
La mancanza della piscina sta frenando (quanto meno) un desiderio che la Scalfati vorrebbe trasformare in un vero progetto sportivo: “Vorrei cominciare a gareggiare anche in Italia, come atleta di Ischia. E il primo step potrebbe essere la partecipazione al campionato italiano di apnea, dove con i miei tempi potrei gareggiare tranquillamente per il podio. In Italia, a parte il record di Alessia Zecchini di 6 e 38, gli altri non sono andati oltre i 5 minuti e 13 nell’ultimo campionato, dunque al di sotto del tempo del mio argento svedese. E ho ancora molti margini di crescita, perchè il mio percorso prosegue con lo studio di nuove tecniche, proprio per migliorare le prestazioni, anche in vista dei Mondiali”. Naturalmente, per migliorare e sperimentare bisogna allenarsi e per questo ci vuole la piscina. Così, si torna al punto di partenza, al problema che sta bloccando le scelte dell’apneista in Italia.
Lei a questa possibilità di trasferirsi come atleta a Ischia ci tiene sul serio: “Sono nata a Ischia, partecipare alle gare come ischitana sarebbe per me un grande motivo di orgoglio. E potrebbe aiutare anche a sviluppare la pratica dell’apnea a Ischia, dove si potrebbe creare un bel movimento. Ho potuto constatare questa estate che ci sono giovani che potrebbero cominciare questo percorso. Ma per questo ci vuole una struttura che garantisca allenamenti con continuità, in ogni stagione. Per l’attività agonistica non si può sostituire la piscina con il mare. E ci vuole la piscina comunale, perchè negli alberghi ci sono quasi tutte piscine termali e di dimensioni non adatte”.
Intanto, Fiammetta è tornata in Svezia, dove la società con cui è tesserata le assicura l’accesso in piscina olimpionica come minimo tre volte a settimana e negli orari serali, perchè “il nostro non è uno sport che permetta di non lavorare”, sottolinea. E a Stoccolma continua ad accarezzare l’idea di partecipare al prossimo campionato italiano: “Faccio un APPELLO AL SINDACO, perchè si riapra la piscina e mi consenta di utilizzarla per gli allenamenti che dovrei fare a Ischia per poi gareggiare in Italia”. Il Paese di adozione le ha aperto le porte ai Mondiali. E la sua terra di origine, che vorrebbe e potrebbe rappresentare degnamente, invece?