Gli alberi nei centri urbani: un patrimonio prezioso sottovalutato e maltrattato

alessandramortellaIl vento di questa notte li sta mettendo a dura prova. Come sempre più spesso accade, ormai, per le bizze di un clima ormai impazzito. Sono i nostri compagni di vita più misconosciuti e negletti, gli ALBERI, maltrattati in misura inversamente proporzionale al valore positivo del ruolo che svolgono nel nostro habitat naturale. Protagonisti del mese che l’associazione “Gli Alberi e Noi” sta loro dedicando, ieri sera sono stati di nuovo al centro dell’attenzione alla Biblioteca Antoniana di Ischia grazie al brillante ed efficace intervento della presidente della Fondazione Walton e direttrice dei Giardini La Mortella, ALESSANDRA VINCIGUERRA, sul tema “Gli alberi in città“. Che sono anche gli alberi delle strade, delle piazze e dei parchi dei centri urbani isolani. Il cosiddetto verde pubblico, insomma, considerato perlopiù un problema, quasi mai una ricchezza.

Eppure, proprio di una grande ricchezza si tratta. Per l’equilibrio e la vivibilità del mondo in cui viviamo e per il nostro benessere fisico e psichico. D’altra parte, gli alberi sono onnipresenti nella storia, nella cultura, nella vita quotidiana dell’umanità: perchè ci danno l’aria che respiriamo, il cibo di cui ci nutriamo, il legno con cui da sempre ci siamo scaldati e abbiamo costruito case per abitare e navi per viaggiare, che abbiamo trasformato in carta e libri e sfruttato in mille altri modi diversi. Un contributo tanto decisivo da darlo alla fine per scontato, come la loro presenza nel paesaggio, di cui rappresentano un elemento irrinunciabile e sempre fortemente caratteristico. Ciò nonostante, la convivenza con gli alberi è spesso difficile e il rapporto con essi controverso.

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Foto Qui Ischia

Nel fare riferimento agli innumerevoli studi compiuti a livello internazionale negli ultimi decenni, in particolare negli Stati Uniti, in Germania e in Inghilterra, la relatrice ha illustrato i vari SERVIZI ECOSISTEMICI che gli alberi forniscono negli ambienti antropizzati di cui sono parte. C’è la produzione di ossigeno, certo, ma non meno essenziale è l’altra funzione che si collega alla fotosintesi, ovvero la cattura di anidride carbonica, il principale dei gas serra che le attività umane hanno prodotto negli ultimi secoli, e ancor più negli ultimi decenni, in quantità tali da stravolgere gli equilibri del pianeta. Il carbonio assorbito dall’ambiente resta “intrappolato” per sempre nel legno degli alberi, che così svolgono una prima importante azione contro l’inquinamento atmosferico: una perfetta trappola naturale per il famigerato “particolato” che impesta l’aria cittadina. Ovviamente, se gli alberi bruciano (di qui la straordinaria gravità degli incendi) restituiscono all’ambiente l’anidride incorporata con l’aggiunta di quella prodotta dalla combustione. A questa azione si aggiunge, poi, quella di intercettare con le foglie le polveri sottili,  che sono un altro agente inquinante e pericoloso per la salute molto presente nell’ambiente urbano. La scienza ha anche individuato le specie arboree più o meno efficienti nel contribuire ad abbattere l’inquinamento atmosferico, con effetti positivi, dunque, sulla salute delle altre specie viventi, a cominciare da quella umana. E conseguenti risparmi sui costi sanitari.

Poi gli alberi con la loro presenza rinfrescano naturalmente i luoghi in cui crescono e anche gli edifici che vi sorgono, con una significativa riduzione dei consumi energetici. Altri numerosi studi hanno dimostrato che nelle strade alberate la differenza di temperatura rispetto a vie e piazze senza verde può essere anche di qualche decina di gradi. E con il riscaldamento globale in atto, la funzione mitigatrice del fenomeno che svolgono gli alberi con la loro ombra risulta quanto mai preziosa. Come la capacità di abbattere l’inquinamento acustico, giacchè gli alberi rappresentano una efficace barriera antirumore. E, come ha fatto notare Vinciguerra, questo vantaggio andrebbe sfruttato di più, piantando alberi al posto delle barriere di plastica e cemento, che durano molto meno nel tempo, senza alcun vantaggio estetico anzi il contrario. Perchè gli alberi contribuiscono in modo determinante alla bellezza del paesaggio e di qualunque luogo li ospiti. E la loro presenza ha tra gli effetti anche un incremento di valore degli immobili nelle immediate vicinanze. Inoltre, quella bellezza, come hanno dimostrato ricerche condotte negli Usa, è utile ancor più in prossimità di ospedali e scuole, perchè influisce positivamente a livello psicologico sui fruitori di quelle strutture.

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Foto Qui Ischia

Dulcis in fundo, gli alberi sono serbatoi di biodiversità, perchè ciascuno di essi è un SISTEMA ECOLOGICO di cui fanno parte altre specie vegetali e varie specie animali. Per non parlare della funzione preziosissima nella gestione delle acque meteoriche e, quindi, come presidi fondamentali contro il dissesto idrogeologico. La lista dei benefici si allunga considerando che il verde favorisce anche l’economia, per l’impatto positivo sul turismo e anche sul commercio, perchè nelle strade più verdi le attività commerciali sono più floride. Insomma, tanti vantaggi che dovrebbero far considerare l’impianto e la cura degli alberi come un INVESTIMENTO utile e produttivo da parte delle pubbliche amministrazioni, che invece vivono il verde come un costo e come un problema.

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Foto Qui Ischia

Esemplari di questo approccio sono le CAPITOZZATURE delle CHIOME, che rappresentano il modo corrente di “prendersi cura” degli alberi negli spazi pubblici. Vinciguerra ha proposto esempi di tagli radicali e indiscriminati di alberi praticati in ogni parte d’Italia. Con conseguenze disastrose sulla sopravvivenza degli esemplari mutilati. Perchè la distruzione delle chiome, bloccando la fotosintesi, priva la pianta della sua principale fonde di nutrizione, “come se un essere umano fosse privato di un organo come lo stomaco”, e la costringe a ricorrere alle riserve di carbonio per sopravvivere e rigettare un po’ di vegetazione. Ma l’albero indebolito, esposto agli stress procurati da condizioni climatiche inclementi, siccità e carenza d’acqua, colpi di calore e bruciature del tronco per il contatto più diretto con il sole, senza trascurare l’azione di insetti, funghi e batteri  sulle grandi ferite procurate dai tagli, sono destinati a seccare nel giro di poche stagioni. E così il costo per la comunità raddoppia: a quello di un intervento sbagliato si aggiunge quello della perdita della pianta con tutti i benefici effetti che avrebbe potuto produrre continuando a vivere per altri decenni.

Agli attacchi alle chiome si aggiungono poi quelli alle RADICI, procurati dai lavori stradali che tranciano senza pietà l’apparato radicale di colossi da quel momento condannati a morte. L’esperta ha spiegato le caratteristiche delle radici e del loro sviluppo e illustrato con dovizia di immagini gli effetti diretti di interventi condotti senza mai considerare le esigenze vitali delle piante. Tutto il contrario di quanto avviene all’estero, dove si presta grande attenzione e cura alla salvaguardia delle alberature stradali quando si aprono i cantieri.  

D’altra parte, se gli alberi danneggiano il manto stradale o i percorsi pedonali è perchè sono PIANTATI MALE, senza tener conto delle loro necessità elementari: spazio adeguato per radicarsi e captare l’acqua peer dissetarsi, terra da cui trarre nutrimento. Tutto ciò che non viene garantito agli alberi nelle nostre città, dove vengono asfaltati fino alla base del tronco, privati di acqua e spazio vitale e, dunque, resi deboli e instabili, destinati a vita breve.

L’ultima parte del corposo, efficace e coinvolgente intervento di Alessandra Vinciguerra è stata dedicata a mostrare specie “alternative” di alberi da utilizzare lungo le strade e negli ambienti urbani: esemplari robusti, di facile attecchimento e accrescimento, relativamente facili da gestire, resistenti alla scarsità d’acqua, di grande impatto estetico, prodighi di fioriture anche profumate e che hanno già dimostrato di crescere benissimo anche a Ischia. Purchè siano piantati con i giusti criteri e curati con attenzione e rispetto. Ciò che manca ancora troppo spesso nella cura del verde cittadino anche sull’isola Come è emerso dall’appassionato dibattito che si è svolto al termine dell’incontro.

Un’occasione preziosa di INFORMAZIONE/DIVULGAZIONE/FORMAZIONE,  che ha colto e rilanciato pienamente il senso e gli obiettivi di questo “Mese per gli alberi 2019″.

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