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Sanità Un Iban dell’Asl contro il Coronavirus, ma non è una questione di soldi
Un Iban dell’Asl contro il Coronavirus, ma non è una questione di soldi
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5 anni ago |
Foto Qui Ischia
Oggi è la giornata delle raccolte fondi. La mattinata era iniziata con una iniziativa lanciata da privati cittadini su una piattaforma di crowdfounding per reperire contributi, anche minimi, finalizzati a finanziare le dotazioni dell’ospedale Rizzoli. Qualche ora dopo è arrivata la comunicazione ufficiale dell’Asl Na2 Nord, che mette a disposizione un Iban per eventuali contributi, da destinare anche ad uno specifico presidio, con precise indicazioni – e garanzie – sulla tracciabilità della donazione e per la conseguente fatturazione e rendicontazione dell’uso delle somme incamerate.
Questo il testo del comunicato dell’Asl Na2 Nord:
“Insieme, andrà tutto bene!” Raccolta fondi per supportare l’ASL Napoli 2 Nord contro il Coronavirus
In prima linea ci sono loro: Medici, Infermieri, Operatori Sociosanitari, Tecnici degli ospedali di Ischia, Pozzuoli, Frattamaggiore, Giugliano, Procida, del servizio 118 o medici e pediatri di famiglia. Dietro di loro può esserci chiunque voglia dare il proprio piccolo o grande aiuto economico per comprare farmaci, mascherine, tute, o tutto ciò che serve per l’emergenza Coronavirus sul nostro territorio.
L’Azienda Sanitaria, infatti, rispondendo a molte richieste giunte dal territorio, ha attivato una procedura speciale per raccogliere donazioni da chi vuol rendersi utile contribuendo con un versamento sul conto corrente intestato a
Azienda Sanitaria Locale Napoli 2 Nord presso l’Istituto Bancario Intesa Banco di Napoli
IBAN IT12 J 03069 40103 100000 300008
Perché la donazione sia tracciabile è indispensabile riportare quale causale: Emergenza COVID-19 e l’eventuale preferenza per la struttura aziendale (per es. un particolare ospedale, o un servizio) destinataria del contributo.
Per ricevere la ricevuta fiscale utile ad accedere alle detrazioni previste, occorrerà inviare una mail con copia del bonifico effettuato e l’indicazione di nome cognome (o ragione sociale) del donatore, indirizzo fiscale e codice fiscale (o partita iva) alla mail serviziogref@aslnapoli2nord.it
Al termine dell’Emergenza, l’Azienda Sanitaria effettuerà una rendicontazione pubblica di quanto ricevuto e di come tali fondi siano stati impegnati”.
Ma non è una questione di soldi. Dopo anni di tagli indiscriminati di fondi, personale e posti letto e di commissariamento delle regioni centromeridionali che ha aggravato il divario nord-sud in un settore vitale come la sanità, l’emergenza Covid ha evidenziato carenze e inadeguatezze di fondo che ora finalmente, seppure sull’onda dell’emergenza, gli ultimi decreti governativi stanno cercando di sanare in extremis, destinando somme importanti alla sanità e soprattutto all’emergenza. Tuttavia, è ormai cosa nota che il nodo gordiano riguarda l’approvvigionamento dell’enorme quantità di presidi necessari negli ospedali per affrontare la guerra contro il virus. Si è parlato tanto i questi giorni dell’insufficienza di mascherine, tute, camici e via elencando: in Italia avevamo smesso di produrli, perchè li importavamo dall’estero, in particolare dalla Cina, e il Covid ha azzerato tutto. E anche gli apparecchi per la ventilazione, necessari per creare nuovi posti letto dedicati, sono prodotti solo da un’azienda in Italia che, pur aumentando al massimo la produzione, ne produce circa trecento al giorno, a fronte di una domanda molto maggiore e da soddisfare con la massima urgenza. Insomma, la questione è complessa, tanto che lo Stato ha accentrato gli acquisti dall’estero, che pure sono stati a dir poco complicati, e sta indirizzando alcune aziende italiane a riconvertire in fretta le linee produttive, per sfornare in casa i presidi necessari a rifornire ospedali e strutture sanitarie.
E’ evidente che il faidate non ha senso in queste condizioni, perchè non risolve la questione cruciale di reperire, acquistare e assegnare i presidi necessari al personale sanitario in prima fila. Per quello non si può prescindere dall’organizzazione del Servizio sanitario nelle sue articolazioni territoriali. Che sono chiamate ad assicurare agli ospedali e strutture dedicate ciò che serve per assistere adeguatamente i pazienti, salvaguardando la salute degli operatori. Come è normale che sia in un Paese civile, nel quale il Diritto alla Salute è garantito e tutelato con particolare forza dalla Costituzione della Repubblica Italiana.