Depuratore di San Pietro, Ischia e Barano chiedono la ripresa dei lavori

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Foto Qui Ischia

(c.s.) Il Sindaco di Ischia Enzo Ferrandino congiuntamente con il Sindaco di Barano Dionigi Gaudioso ha chiesto al Commissario Straordinario prof. Maurizio Giugni di intraprendere iniziative risolutive per la ripresa dei lavori al depuratore sulla Collina di San Pietro.

In una nota inviata al Commissario Straordinario per la progettazione, l’affidamento e la realizzazione degli interventi per l’adeguamento dei sistemi di collettamento fognatura e depurazione sul trattamento delle acque reflue urbane,  i Sindaci hanno sottolineato la lunga e pregressa corrispondenza con il Commissario Rolle a cui era stato chiesto di valutare le complesse problematiche relative alla sospensione dei lavori per la realizzazione dell’impianto di depurazione che si protrae da diversi anni.

L’ultimo atto a sfavore della vicenda, la sentenza del Tar Campania che ha riconsegnato il possesso della proprietà dell’area alla società Limparo imponendo altresì il ripristino dello stato dei luoghi.

Una notizia arrivata all’Ente solo a seguito della pubblicazione sugli organi di stampa locale.

Il termine ultimo per completare i lavori e restituire l’area era previsto il 30 giugno 2016, ma il protrarsi dei ritardi dovuti alla sospensione delle opere, mentre è in pieno svolgimento la stagione turistica, sta continuando ad arrecare danni e rilevanti conseguenze all’isola che vive essenzialmente di turismo.

«La ventennale inerzia della gestione commissariale – ha dichiarato il Sindaco Enzo Ferrandino - ha contribuito a complicare ulteriormente la realizzazione di un’opera fondamentale per l’intera isola. Adesso la priorità è innescare il dialogo tra le parti per avviare al più presto la ripresa dei lavori, a cui tengono anche i privati titolari dell’area. Pretendiamo l’indicazione di una data certa e che le ragioni degli isolani siano tenute nella debita considerazione. Sono ormai vent’anni che ci viene negata la disponibilità di questa fondamentale infrastruttura. La comunità, non solo quella ischitana, ma quella dell’intera isola, non può rimanere ostaggio di questa burocrazia sorda e arida». 

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