La chiusura della Sir – Foto Qui Ischia
Stamattina, presente il presidente De Luca per il taglio del nastro, l’Asl Na2 Nord ha inaugurato ad Arzano la “Casa Impresa Benessere”, una residenza di riabilitazione psichiatrica pubblica che è stata annunciata nel comunicato aziendale come “una tra le più grandi in Italia”. Potrà ospitare 40 pazienti in una dimensione comunitaria aperta “volta a permettere il recupero dei pazienti anche mediante la collaborazione col ricco tessuto produttivo dell’area industriale di Arzano”, si legge sempre nella nota Asl. Che aggiunge la seguente descrizione: “Casa Impresa Benessere” si articola su tre piani, per complessivi 2000 metri quadri coperti. La struttura accoglierà pazienti che, per un periodo di tempo limitato, è opportuno che si allontanino dal proprio abituale contesto di vita per facilitare il percorso riabilitativo. Caratteristica della struttura è porre in primo piano l’importanza del “produrre” mediante laboratori sartoriali, la gestione da parte dei pazienti di una galleria/ boutique, di un bar e di attività che valorizzano le capacità inespresse dei pazienti”.
Ottimo l’intento, perfettamente condivisibile: “La scelta di realizzare una struttura come questa si propone come un sostanziale cambio di passo rispetto all’affidamento totale alle strutture private psichiatriche registratosi negli anni precedenti“
Dice Antonio d’Amore, Direttore Generale dell’Asl Napoli 2 Nord: “Abbiamo voluto che al riavvio dopo la sospensione del blocco per il Covid, si ripartisse dai più deboli. Nonostante l’utilizzo di tecnologie capaci di coprire le distanze e l’assistenza domiciliare, sappiamo che i pazienti psichiatrici e le loro famiglie sono tra coloro che più di altri hanno sofferto l’isolamento. Volevamo dare loro un segno di vicinanza, l’inaugurazione di Arzano in questo momento va anche in questo senso”.
Premesso che l’iniziativa in sé è buona, anzi ottima, come lo spirito con cui è stata decisa e le finalità che persegue, non si può fare a meno di chiedersi quando arriverà – se mai arriverà – un minimo di attenzione e di investimento pure per l’assistenza psichiatrica sulla nostra isola, dove da prima che arrivasse D’Amore, ormai quattro anni fa, è ridotta al lumicino e anche peggio.
E’ il caso di sottolineare che in occasione del primo incontro del CUDAS a Monterusciello con il direttore generale allora commissario da poco insediato, il 12 settembre 2016, tra le questioni più urgenti della sanità isolana fu posta la RIAPERTURA DI UNA SIR E LA RIATTIVAZIONE DEL CENTRO DIURNO E DEI SERVIZI PSICHIATRICI, che erano stati sistematicamente e scientemente smantellati dai predecessori di D’Amore, GIUSEPPE FERRARO e AGNESE IOVINO. E in seguito quelle richieste sono state reiterate un numero imprecisato di volte, stante la gravità della situazione sull’isola, dove, a fronte di esigenze di assistenza psichiatrica più diffuse che in terraferma, NULLA si è fatto per ripristinare seppur parzialmente i servizi sciaguratamente soppressi. A parte qualche bando di cui, puntualmente, nel momento in cui si dovrebbe arrivare alla concretizzazione di qualcosa, si perdono le tracce.
Vale la pena di ricordare al responsabile attuale del Dipartimento di Salute mentale di Frattamaggiore, da cui Ischia dipende direttamente, e alla stessa dirigenza aziendale che finora una popolazione di 60mila abitanti (che anche solo a voler applicare i parametri regionali, avrebbe il diritto a qualche posto letto psichiatrico e a certi servizi basilari) continua a restare sprovvista di livelli assistenziali degni di un paese civile, con gli utenti sempre più soli e con la sola vergognosa distribuzione dei panini imbottiti nel parcheggio di Villa Romana, perchè la Salute mentale non ha più neppure il posto per un tavolo su cui consumare le vivande e fare qualche attività di riabilitazione.
Ma quando arriverà il tempo di affrontare e trovare qualche soluzione operativa seria per l’utenza psichiatrica delle isole?
