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News La visita del direttore generale dell’Asl D’Amore al “Rizzoli” in una caotica giornata d’agosto
La visita del direttore generale dell’Asl D’Amore al “Rizzoli” in una caotica giornata d’agosto
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8 anni ago |
Foto Qui Ischia
Anche stavolta le pulizie straordinarie della vigilia non sono mancate, non sia mai che al “Rizzoli” si venga meno alla prima regola dell’accoglienza, soprattutto quando arrivano i superdirigenti o i governanti di turno dalla terraferma. E anche stavolta tra le mura del presidio lacchese si era saputo con anticipo, seppure meno largo di altre, che oggi avrebbe fatto visita in via Fundera il direttore generale dell’Asl ANTONIO D’AMORE. Un annuncio che si è rivelato fondato, non vanificando, stavolta, la lavata di faccia com’era stato per quella precedente e per l’assortimento di gerani garantiti, il tutto alla modica cifra di 20mila euro, (sì, avete letto bene!), in occasione della visita del presidente De Luca, che poi non vi fu.
D’Amore l’aveva stabilito e l’ha fatto, peraltro scegliendo il periodo tradizionalmente più caldo dell’ospedale isolano, a conferma di un approccio concreto e consapevole alla realtà che, gliene va dato atto, è stato finora la cifra del suo lavoro a Monteruscello. Nulla di scontato, e per questo rimarchevole, se paragonato ai due commissari suoi predecessori, Ferraro e Iovino (Lacatena è stato una felice meteora), che si ricordano per ben altro. In particolare Ferraro, autore, proprio in periodo ferragostano qualche anno fa, di una scena da “non si sa chi sono io” nel bel mezzo del Pronto soccorso, che è rimasta tra i peggiori esempi offerti da direttori d’azienda e politicanti di passaggio o in vacanza sull’isola.
E oltre al periodo caldo, d’Amore ha scelto anche il posto più rappresentativo del “Rizzoli” di solito, ma tanto più in questa stagione dell’anno. Quando il PRONTO SOCCORSO lacchese deve coprire un bacino d’utenza che da 70mila lievita a 350 mila abitanti, l’equivalente di un medio capoluogo di provincia. Una buona occasione per toccare con mano gli spazi fisici e le modalità in cui e con cui si opera in via Fundera. In un reparto di emergenza, intorno al quale ruota tutto il presidio Pronto Soccorso Attivo, che non è classificato neppure come reparto, con conseguenze organizzative tutt’altro che trascurabili, nonostante l’impegno e la buona volontà degli addetti ai lavori.
Nel “porto di mare” di via Fundera, il direttore generale che è un medico, pur non essendoci rimasto a lungo, avrà avuto modo di sicuro di farsi un’idea di come si lavora in trincea (e questo è normale in un pronto soccorso)… con le armi spuntate. Che si identificano in SPAZI INADEGUATI, nonostante lavoretti di maquillage a getto continuo, in un numero di POSTAZIONI INSUFFICIENTI, in un ORGANICO RIDOTTO ALL’OSSO che deve far fronte con forze esigue ad una marea di richieste. E si sarà fatto un’idea dell’UTENZA AMMASSATA in una sala d’aspetto che non è tale; di un afflusso impropriamente massimizzato dallaCARENZA DI FILTRI sul territorio; delle difficoltà degli operatori a far funzionare empiricamente un corretto ordine di accesso in ASSENZA di un vero ed efficiente TRIAGE; dei problemi che comportano le CONSULENZE DAI REPARTI; dei RISCHI QUOTIDIANI per la stessa incolumità degli operatori che si moltiplicano in questo periodo.
Un reparto di emergenza in emergenza, questo è il Pronto soccorso e ormai anche unico posto di primo soccorso dell’isola al gran completo.
Poi, non sarà mancato l’incontro con la direttrice dell’ospedale e magari con qualche primario, per fare il punto di una situazione che, con tutti gli sforzi, è fortemente CRITICA, come hanno dimostrato le vicissitudini più recenti, delle scorse settimane. Questioni che è bene che i vertici di Monteruscello affrontino e cerchino di risolvere in modo efficace e strutturale, sfruttando al massimo le possibilità e opportunità di cui dispongono ora che è superata la fase commissariale, soprattutto per quanto riguarda gli ORGANICI DI MEDICI, PARAMEDICI E SOCIO-SANITARI.
A proposito di organici carenti: confidiamo che D’Amore sia stato reso edotto che da mesi sono BLOCCATE LE PRENOTAZIONI in ospedale per diagnostica e visite. Un’altra questioncella cui mettere mano, a Monteruscello.
Pare, poi, che, lasciato il “Rizzoli”, il direttore generale abbia avuto anche un COLLOQUIO con gli (aspiranti) zelanti SINDACI. Quali siano stati gli argomenti da loro sollevati, non essendovi che l’imbarazzo della scelta tra ospedale e SERVIZI SANITARI TERRITORIALI non è dato sapere. C’è solo da sperare che si siano presentati ad un appuntamento tanto importante più preparati sulla realtà sanitaria dell’isola di quanto non siano apparsi ogni volta che, ultimamente, hanno dovuto pronunciare in pubblico qualche parola sulla materia. A parte qualche ridondante dichiarazione di circostanza o a beneficio di telecamera. Magari la GRANDE MANIFESTAZIONE DI POPOLO DEL 28 LUGLIO, che sembra averli tratti dal loro perenne e inconcludente letargo, è stata anche di sprone per un approfondimento. Meglio tardi che mai.