L’Atto aziendale salva l’Utic, ma il Piano ospedaliero la cancella: per questo SCENDIAMO IN PIAZZA

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Foto Qui Ischia

In questi giorni se ne sono lette – e ancor peggio scritte – in abbondanza. Voci e interpretazioni correlate che attribuiscono al recentissimo Atto aziendale licenziato dall’Asl Na2 Nord una corresponsabilità nella soppressione dell’Utic. Di cui, però, non si trova corrispondenza nel contenuto del provvedimento appena approvato a Monteruscello, al contrario di quanto invece è previsto nel testo del nuovo Piano ospedaliero regionale, ancora all’esame dei Ministeri della Salute e dell’Eonomia. Una discrepanza che chiarisce le responsabilità rispetto al futuro di un servizio salvavita come l’Unità di Terapia Intensiva Coronarica del nosocomio isolano, senza tuttavia sgombrare il campo dalle nere nubi che si stanno addensando sul suo futuro.

Nel PIANO OSPEDALIERO REGIONALE  in attesa di approvazione c’è scritto: “Presidio Ospedaliero Rizzoli, situato nell’isola di Ischia dove risiede una popolazione di circa 60.000 abitanti. Per tale struttura, sede di Pronto Soccorso, va prevista una deroga ai vincoli dei bacini con mantenimento dell’attuale funzionalità, atteso peraltro che per la presenza di turisti per almeno 8 mesi all’anno si verificano oltre 20.000 accessi al pronto soccorso. L’ospedale funge da CENTRO SPOKE NELLA RETE CARDIOLOGICA e PST per rete Trauma. Riceve un incremento per le discipline esistenti”.

Come gli isolani hanno già scoperto, dunque, l’essere designati come “spoke” della rete cardiologica disegnata ex novo proprio nel Piano firmato POLIMENI comporterebbe (fino ad approvazione va usato il condizionale) la perdita dell’Utic. E infatti, nell’assegnazione dei posti letto alla Cardiologia si citano solo 8 posti letto, invece dei 4  più 4 dell’Utic secondo la definizione attuale. Insomma, il Piano non aumenta i posti letto cardiologici, come qualcuno ha avuto anche il coraggio di prospettare, ma semplicemente li conferma, con l’aggravante di dequalificarne la metà.

E veniamo alla descrizione dell’ospedale lacchese contenuta nell’ATTO AZIENDALE appena licenziato a Monteruscello: “Il PO Anna Rizzoli di Ischia, dove risiede una popolazione di circa 60.000 abitanti, ma con una notevole ospitalità stagionale da aprile a novembre tale da far rilevare oltre 20.000 accessi annui al Pronto Soccorso, viene configurato come Presidio Ospedaliero di base con Pronto Soccorso in deroga rispetto al bacino di utenza. L’ospedale funge da PST per rete Trauma, spoke I livello rete emergenze pediatriche, spoke I rete terapia del dolore”.

In gran parte, quindi, vi si recepisce il testo del Piano ospedaliero, ma la differenza sta proprio nei servizi particolari che si prevedono, in numero maggiore rispetto a quelli del Piano stesso (spoke rete emergenze pediatriche e terapia del dolore), mentre non si cita nulla a proposito della rete di emergenza cardiologica. Il numero dei posti letto assegnati alla Cardiologia è comunque di 8, senza alcuna differenziazione come nel Piano ospedaliero, ma poi nel prospetto delle Unità Operative Complesse presenti nell’Azienda è espressamente indicata l’U.O.C. CARDIOLOGIA-UTIC P.O. DI ISCHIA.

Insomma, nell’Atto Aziendale non c’è traccia di “spoke” e allo stesso tempo è di nuovo citata l’UTIC.

E’ evidente che, al contrario di quanto si è detto e scritto a proposito dell’Atto aziendale, NON E’ LI’ IL PERICOLO PER L’UNITA’ CORONARICA ISOLANA. Stando a quello che si legge nero su bianco A MONTERUSCELLO L’UTIC DI ISCHIA L’HANNO RICONFERMATA. Ed è altrettanto chiaro, peraltro, che nel momento in cui dovesse passare il Piano ospedaliero nella sua stesura attuale, allora anche l’Asl dovrebbe adeguarvisi e Ischia perderebbe l’Unità coronarica, che non può permettersi in alcun modo di perdere.

Dunque, si torna all’origine del problema: il PIANO OSPEDALIERO in gestazione, che rappresenta una MINA VAGANTE PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEGLI ISCHITANI. Un Piano che nega l’importanza dell’Utic sulla nostra isola, certificata però dai dati circa il funzionamento del servizio e l’utilizzo di quei 4 posti letto speciali che tra Napoli e Roma si sta pensando di eliminare: ogni anno vi si trattano 100 infarti del miocardio e un numero anche maggiore di ischemie cardiache, oltre ad accogliere i pazienti che vengono sottoposti all’impianto temporaneo di pace maker. Dati che tra Napoli e Roma hanno finora giudicato trascurabili, come se il mare di mezzo non ci fosse e se gli isolani avessero le medesime possibilità e opzioni di cui dispongono gli abitanti della terraferma.

Per salvare l’UTIC SALVAVITA di Ischia c’è bisogno di una modifica del Piano ospedaliero, che contenga una DEROGA all’assetto del sistema “Hub & Spoke” e, quindi, alla dotazione del previsto “spoke di I livello” che è assegnato al “Rizzoli”. Questo obiettivo in questo momento è una PRIORITA’ ASSOLUTA PER LA SANITA’ ISOLANA. E per questo, oltre che per salvaguardare dei Livelli Essenziali di Assistenza degni di un Paese civile, dovremo SCENDERE TUTTI DI NUOVO IN PIAZZA IL 14 OTTOBRE.

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