Il nuovo pontile spostato al Tondo di Marco Aurelio, così vogliono fare la festa al Porto

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Foto Qui Ischia

Ventisette anni fa erano stati al centro di roventi polemiche. Su di essi si erano affollati studi, approfondimenti, dibattiti. E avevano animato una grande e (per Ischia) inusuale mobilitazione della società civile, compresi tanti esperti uomini di mare che si erano fatti carico di offrire informazioni e motivazioni tecniche a supporto di un categorico NO alla costruzione di 2 PONTILI NEL PORTO DI ISCHIA. In particolare, il secondo, di enorme impatto rispetto ad un bene storico come il Tondo di Marc’Aurelio e alla sua doverosa tutela. Oltre a rappresentare un problema per una corretta fruizione del bacino portuale. Ma la febbre delle grandi opere miliardarie (c’era ancora la lira) e la notevole disponibilità di denaro pubblico da spendere, e nel caso da sperperare, prevalse su ogni altra considerazione di utilità, opportunità e buon senso. Una storia che, seppur in versione ridotta, si sta riproponendo adesso, con uno dei pontili finalmente smantellato, l’altro che si regge per miracolo e per proroga e un progetto di ricostruzione di nuovo al centro di rilievi e proteste. Come è emerso anche nella conferenza stampa convocata ieri dal CENTRO STUDI SULL’ISOLA D’ISCHIA e dal COMITATO PORTO…SALVO”, per illustrare tutte le contraddizioni, le incongruenze, le implicazioni del nuovo progetto. Che prevede un nuovo terminal di cemento armato ad imprigionare il Tondo, la cui tutela è disattesa da tutte le autorità statali preposte.

IL PASTICCIACCIO DEL COMUNE D’ISCHIA

Protagonista del pasticciaccio, ieri come oggi, è stato ed è il COMUNE D’ISCHIA. Allora come committente dell’opera, realizzata con fondi regionali collegati ai “Mondiali ’90″, e adesso come interlocutore istituzionale - date le circostanze privilegiato - della Regione, che realizzerà le nuove opere nel porto borbonico con fondi comunitari. Se in origine i due pontili erano stati di proprietà del Comune, infatti, nel 2004 erano stati acquisiti dallo Stato che, in seguito, ne aveva trasferito la gestione alla Regione, com’è ancora adesso. Allora, il Comune perseguì il suo disegno, soprattutto riguardo al secondo pontile, senza dare il minimo ascolto alle obiezioni sollevate e alle proposte alternative prospettate, benchè le une e le altre fossero più che fondate e comportassero anche dei risparmi significativi. Quanto fosse superfluo il secondo pontile lo hanno dimostrato poi tutti gli anni in cui è rimasto inutilizzato  per la funzione a cui era destinato, trasformato in dormitorio per senzatetto e orinatoio pubblico, mentre il mare e le intemperie ne minavano la struttura. E il riconoscimento ufficiale di quell’inutilità è scritto nero su bianco in un passaggio della relazione che accompagna il nuovo progetto: “Si sottolinea che la scelta di procedere alla ricostruzione di un solo terminal, come espressamente richiesto dall’Amministrazione Comunale e dalle istanze locali, deriva dalla verifica di una più funzionale riorganizzazione dell’ambito portuale, oltre che dal fatto che UN SOLO PONTILE E’ SUFFICIENTE A GARANTIRE LE ATTIVITA’ DI COLLEGAMENTO DA E PER L’ISOLA D’ISCHIA”.

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Foto Qui Ischia

Senonché, il Comune d’Ischia si è trovato ad avere di nuovo un ruolo fondamentale e dirompente anche nell’iter del più recente progetto per la demolizione dei due pontili del ’90, ridotti ad un ammasso di legno marcio e ferraglia arrugginita, e la successiva “ricostruzione di un nuovo terminal aliscafi con annessa struttura di accoglienza”. Una progettazione avviata nel 2008, alla luce dello stato di irrimediabile degrado delle strutture esistenti, che contemplava la rimozione del Pontile 2, “liberando così l’isolotto del Tondo di Marco Aurelio”, e del Pontile 1 “Redentore”, al posto del quale si sarebbe dovuta realizzare “una nuova struttura di accoglienza e servizi, caratterizzata dalla scelta tecnologico-impiantistica finalizzata al recupero energetico”.

IL PROGETTO

Il progetto prevede la ricostruzione di un pontile delle stesse dimensioni di quello appena smantellato davanti alla banchina del Redentore. Non più realizzato in legno e ferro, ma in CEMENTO ARMATO. Al di sopra, dovrebbe essere collocata una ulteriore struttura di 210 metri quadri, all’interno della quale dovrebbero essere allocate “la biglietteria con relativi uffici e servizi per il personale, un’ampia sala d’attesa il cui fronte verso il mare sarà interamente vetrato, così da garantire continuità tra interno e esterno, l’edicola, che sarà posta adiacente all’ingresso, e gli indispensabili servizi per l’utenza”. Il tutto in acciaio e laterizio, intonacato di bianco (tanto per dare meno nell’occhio!), con la motivazione che si tratta del “colore tipico dell’edilizia ischitana”, che è una generalizzazione decisamente eccessiva. La copertura poi dovrebbe consistere in un “tetto-giardino” con piante ricadenti.

E’ prevista anche una tettoia, per coprire una parte del pontile all’esterno della costruzione per i servizi, “sagomata come una tela tesa verso l’alto”, in acciaio e di colore bianco, su cui sarà collocato un impianto fotovoltaico. E a completare l’opera dovrebbe essere installata pure una pala eolica.

IL CAMBIO DI LOCALIZZAZIONE IN CORSA

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Foto Qui Ischia

Tutta questa roba, TANTA ROBA, era destinata a prendere il posto del Pontile 1. E dopo vari incontri e riunioni con tutti i soggetti interessati, sia pubblici (i vari enti coinvolti) che privati (gli armatori), si era deciso che durante la costruzione del nuovo pontile, si sarebbe utilizzato il Pontile 2 del Tondo. Essendo quest’ultimo in condizioni di assoluta precarietà, tanto da essere stato parzialmente chiuso, si decise un suo ripristino provvisorio, realizzato anche in tempi molto ridotti, perchè nel frattempo si era dovuta precludere la fruizione del Pontile 1 per le sue pessime condizioni. Nel frattempo, si svolgeva la gara per i lavori al Pontile 1, che venivano aggiudicati. ERA IL 2013.

FINO AD ALLORA TUTTI I SOGGETTI INTERESSATI (Regione, Sovrintendenza, Comune d’Ischia, armatori) SI ERANO TROVATI D’ACCORDO SULLO SMANTELLAMENTO DEI VECCHI PONTILI E SULLA RICOSTRUZIONE DEL SOLO PONTILE DEL REDENTORE.

Nell’ottobre del 2013, però, in questo iter ormai definito fin nei dettagli, irrompe una novità imprevista: la DELIBERA 33 DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ISCHIA (adottata all’unanimità, maggioranza e opposizione tutti d’accordo), che chiede di demolire definitivamente il Pontile 1 e di RICOSTRUIRLO CON LA STRUTTURA DI ACCOGLIENZA CONNESSA AL POSTO DELL’ATTUALE PONTILE 2. Dunque, in Municipio si era sorprendentemente “cagnat ‘a scena”, altro che liberare il Tondo di Marc’Aurelio!!!

La richiesta del Comune d’Ischia veniva a cambiare tutte le carte in tavola, allungando i tempi per opere già definite e appaltate. Svanirono anche i fondi Por, non più compatibili con la tempistica dell’iter di approvazione della variante al progetto originari, e si dovette attingere a nuove fonti di finanziamento, con un percorso che si è chiuso addirittura nel maggio 2015.

E tutta questa rivoluzione,  giustificata nientedimeno con la motivazione che durante il periodo di utilizzo del Pontile 2 si era rilevato un miglioramento della viabilità, un afflusso inferiore di veicoli nella zona del “Redentore” e un decongestionamento di tutta l’area. Una lettura, discutibile e  opinabile, della situazione dell’area portuale e dintorni, che ha fatto il miracolo di far cambiare nettamente idea all’amministrazione comunale, giacchè, come è stato rilevato nella conferenza stampa Centro Studi-Porto…Salvo, durante la sua prima sindacatura GIOSI FERRANDINO e la sua compagine avevano assicurato che MAI SI SAREBBE RIFATTO UN PONTILE AL TONDO, salvo poi CAMBIARE COMPLETAMENTE IDEA  qualche anno dopo. E se ancora all’inizio del dibattito su questa brutta sorpresa – come ha raccontato Rosario Coppa – ENZO FERRANDINO parlava in televisione di un pontile snello, il suo collega di Giunta PAOLO FERRANDINO, invece, difendeva e promuoveva pubblicamente il pontile in cemento armato con annessi e connessi, per il cui spostamento al Tondo aveva firmato la relazione di presentazione della delibera 33.

L’INVERSIONE DI ROTTA DELLA SOVRINTENDENZA

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Foto Qui Ischia

Non sono stati solo gli amministratori di Ischia a cambiare idea. Un’inversione di rotta non meno stupefacente l’ha fatta la Sovrintendenza ai Beni Culturali, l’organo dello Stato deputato alla tutela del patrimonio culturale e ambientale che ha abbandonato una meraviglia come lo storico porto di Ischia e l’isola nell’isola ispiratrice delle riflessioni filosofiche di Marco Aurelio al totale degrado degli ultimi anni. Come ha spiegato ANTONINO ITALIANO, presidente del Centro Studi, che da anni si sta battendo per la tutela e la valorizzazione culturale del Tondo e che, a tale scopo, si è rivolto spesso alle autorità competenti, sia a livello locale che regionale. Senza riceverne risposta.

L’unica risposta arrivata negli ultimi anni riguarda proprio la posizione della Sovrintendenza. Quest’ultima, più volte interpellata era rimasta sempre in silenzio, finchè nel settembre 2014 il Comitato Porto…Salvo scrisse al PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (allora Napolitano), portando alla sua attenzione la mancanza di risposte da parte delle Amministrazioni statali interessate (Ministero Beni culturali, Sovrintendenza e Autorità marittime) al problema del degrado di un bene culturale unico come il Tondo, e lamentando quanto fosse inconcepibile che “IL CITTADINO SCRIVE E LO STATO NON RISPONDE”.

L’appello produsse come risultato, nel febbraio 2015, una nota del Ministero per i Beni culturali con la risposta (finalmente!) della Sovrintendenza ai Beni Culturali che, tra l’altro, comunicava di aver approvato il progetto del Demanio Marittimo per lo smantellamento dei Pontili Italia ’90 e per la ricostruzione solo di quello del Redentore, specificando che “quest’intervento, tra l’altro, oltre a MIGLIORARE LE ATTUALI CONDIZIONI DI DEGRADO DEL PAESAGGIO PORTUALE e dell’intero ambiente circostante, FINALMENTE LASCERA’  LIBERO IL COSIDDETTO ISOLOTTO DI MARCO AURELIO”.

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Foto Qui Ischia

Ma ciò che per l’organo di tutela era valido allora, non lo è stato più qualche mese fa, quando, invece, LA SOVRINTENDENZA HA DATO IL SUO PLACET PER LA VARIANTE PROPOSTA DAL COMUNE D’ISCHIA CON LA RICOSTRUZIONE DEL PONTILE PROPRIO IN CORRISPONDENZA DEL TONDO!!! Tanto per tutelare meglio il bene storico affidatole…

 Ora come ora, insomma, il TONDO di Marco Aurelio e con esso una seria RIORGANIZZAZIONE degli spazi a terra e a mare del bacino portuale ischitano, capace di tener conto del valore assoluto – storico e naturalistico – di quest’ultimo, SONO STATI SACRIFICATI incredibilmente e inspiegabilmente dall’ente, ovvero il Comune, che per primo avrebbe dovuto farsene promotore, garante e difensore presso gli enti sovraordinati. Che paradossalmente avevano avuto un approccio più rispettoso alla delicata materia di cui dovevano occuparsi, decidendo di salvaguardare l’isolotto già fin troppo deturpato. Un esempio macroscopico della MIOPIA e dell’assenza di una progettualità alta e lungimirante che connotano, purtroppo, la GESTIONE di un territorio delicato e pregevole come quello di Ischia.

Grazie ai nostri esemplari amministratori, l’OBBROBRIO DEL PONTILE SPOSTATO FORZATAMENTE AL TONDO POTREBBE MATERIALIZZARSI A BREVE, visto che il progetto con quella scandalosa variante è cantierabile. Ma l’operazione non passerà in silenzio. Cittadini e associazioni sono intenzionati a mobilitarsi contro l’ennesimo scempio con le carte in regola. Mentre si annunciano iniziative giudiziarie a vario livello e una interrogazione regionale della consigliera MARIA GRAZIA DI SCALA. Se in Comune hanno pensato che tutto si potesse fare, come sempre, nella narcosi generale, hanno sbagliato i calcoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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