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News 21 anni dopo, a Procida la scuola tiene vivo il ricordo di Gaetanina Scotto e il suo impegno civile
21 anni dopo, a Procida la scuola tiene vivo il ricordo di Gaetanina Scotto e il suo impegno civile
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8 anni ago |
Foto Qui Ischia
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Anche negli anni in cui sembrava che tutti volessero rimuovere quel ricordo doloroso, ha scelto di essere convintamente, ostinatamente il luogo della memoria. Tenuta viva, giorno dopo giorno, da quella lapide di marmo e ferro battuto sulla parete in pieno sole all’ingresso della scuola. Con i nomi di GAETANINA SCOTTO e ANTONIO RAIMONDO offerti agli sguardi dell’intera isola, che di là passa con i suoi giovani, i familiari, gli insegnanti e tutta la vasta comunità che ruota intorno alla sede principale dell’ISTITUTO COMPRENSIVO “CAPRARO”, riferimento di tutti i gradi della scuola dell’obbligo a Procida. E davanti a quella lapide il 18 novembre, ogni anno, ci si ritrova perchè non vada perduto né si affievolisca il ricordo di Gaetanina e Antonio e di ciò che il loro sacrificio ha rappresentato per la società isolana.
Foto Qui Ischia
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Anche quest’anno la scuola di via Flavio Gioia non ha trascurato l’appuntamento con la storia recente. Ma, grazie all’impegno della scuola l’ha fatto coincidere, il 21 novembre, con la GIORNATA NAZIONALE PER LA SICUREZZZA A SCUOLA,, occasione per approfondire un tema di interesse generale che è diventato materia di studio. E che è strettamente collegato a quanto accadde il 18 novembre 1995, quando l’infermiera Gaetanina Scotto e l’elicotterista Antonio Raimondo persero la vita da lavoratori durante un’operazione di soccorso, mentre si accingevano ad effettuare il trasferimento in terraferma di un giovane con una lieve ustione, che non poteva essere trattata nella struttura sanitaria, poco più di un ambulatorio, allora in dotazione all’isola. Così la tragedia di ventuno anni fa è anche un precedente, un monito, un esempio di cui tener conto nel diffondere una cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, scuole comprese. Come si è fatto stamattina alla “Capraro”, a vantaggio di tutte le terze classi delle medie.
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A monte dell’incontro di oggi, i ragazzi avevano fatto un gran lavoro di ricerca, di elaborazione e di approfondimento, preparando testi e video, che sono stati condivisi con i genitori e gli ospiti, accolti nell’aula magna colorata del giallo e dell’arancio dei giubbini di protezione indossati dalle scolaresche. A loro si è rivolta la dirigente Giovanna Martano, che si è soffermata sul valore delle regole e sulla necessità di rispettarle, per garantire una maggiore sicurezza a tutti. E per diventare cittadini consapevoli e responsabili, che è tra gli obiettivi primari che la scuola deve perseguire, oltre alla trasmissione di nozioni.
Il tema della sicurezza ha continuato ad intrecciarsi con quello dell’omaggio a Gaetanina e ad Antonio nella maggior parte degli interventi, a cominciare da quella del sindaco Dino Ambrosino. Che ha voluto sottolineare, nel bel mezzo della battaglia per conservare a Procida il Pronto soccorso (peraltro intitolato proprio alla giovane infermiera), la necessità che l’intera COMUNITA’ SI MOBILITI PER DIFENDERE IL PRESIDIO SANITARIO ATTUALE, anche in ossequio alle vigenti – e stringenti – regole per la sicurezza. A proposito di quest’ultima, il primo cittadino ha ricordato i lavori di adeguamento sismico appena conclusi nel plesso della Chiaiolella e annunciato che si opererà in quella direzione a breve, negli altri plessi scolastici del territorio.
Dopo l’interessante lezione del professor Di Meglio, che ha parlato ai giovani delle accortezze da avere nella vita quotidiana per evitare comportamenti a rischio, ha dato il suo contributo il comandante della Stazione Carabinieri di Procida, che ha sollecitato i ragazzi alla massima attenzione, in tutti i campi,dalla scuola alla strada, agli ambienti in cui svolgono la loro attività.
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E poi, molto atteso, è arrivato l’intervento del noto scrittore Paolo Miggiano, di casa a Procida e tra le mura della scuola, molto frequentata in occasione dei precedenti omaggi a Gaetanina e ad Antonio. E’ toccato a Miggiano proporre una riflessione condivisa, partendo dalla sua esperienza di collega di Antonio Raimondo che lo ha portato a seguire anche tutti gli sviluppi successivi di quella tragedia. Da cui, come ha voluto ricordare, sono nati un servizio di ELISOCCORSO in Campania che fino ad allora non esisteva e il PRONTO SOCCORSO DI PROCIDA, creato dopo. Anche per questo, per la genesi del servizio sanitario attuale che quanti ne decidono ora le sorti mostrano di ignorare, non ci si può arrendere ad accettare un balzo all’indietro, alla situazione che c’era al momento della tragedia e che contribuì a determinarla. “Se tornasse solo il Pronto soccorso com’era prima – ha detto Miggiano rivolto al Sindaco – la invito a togliere la lapide dalla scuola, visto che in questo paese si fatica a rendere giustizia ai nomi sulle pietre”. E ha rivolto a tutti un invito alla RESPONSABILITA’ e all’impegno per cambiare le cose.
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Ispirata da una grande amicizia di anni per Gaetanina, la professoressa FRANCESCA INTARTAGLIA è stata l’anima della manifestazione di oggi e dell’omaggio alla giovane infermiera, alla presenza della mamma e dei familiari, che hanno ricevuto l’abbraccio affettuoso dei ragazzi e di tutta la comunità scolastica. Le classi terze hanno offerto un commovente contributo musicale davanti alla lapide commemorativa, suggellando una giornata speciale di impegno civile e di identità comunitaria. Una iniziativa di grande spessore formativo ed educativo a cui quest’anno si è unito anche il PRESIDIO DI LIBERA DI ISCHIA E PROCIDA, con la presenza della referente Filomena Sogliuzzo e di Luciana De Mauro, vedova della vittima innocente di camorra Gaetano Montanino.
“Ci rivedremo qui l’anno prossimo per l’omaggio a Gaetanina e Antonio”, è stato il saluto finale di Intartaglia alla mamma e ai familiari dell’amica “sempre allegra, generosa, ospitale”, alle scolaresche e ai tanti ospiti. In mezzo, un anno decisivo per salvare l’ospedale intitolato a Gaetanina e continuare ad onorare degnamente la memoria di due giovani vite sacrificate dalla mancanza di servizi sanitari essenziali per gli abitanti dell’isola.
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