Dal pasto volante al panino, l’”alta cucina” è servita agli utenti della Salute mentale!

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Quando arrivavano i pasti volanti – Foto Qui Ischia

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Un anno passato senza novità – Foto Qui Ischia

La distanza reale è di  poche centinaia di metri, praticamente dietro l’angolo. Eppure, c’era una distanza siderale ieri tra il cinema Excelsior in via Francesco Sogliuzzo e il parcheggio della contigua via Antonio Sogliuzzo. Mentre nel primo si parlava ancora, e pure con una certa solennità, di “Alimenti e alta cucina: qualità, sicurezza e rispetto” a cura dell’Asl, nel secondo, a metà giornata, si consumava una delle vergogne che quotidianamente, da un paio d’anni, connotano l’assistenza psichiatrica ridotta ai minimi termini sulla nostra isola. Come dire, la luce  e il buio, il giorno e la notte, la faccia bella e presentabile della medaglia e quella brutta e imbarazzante che, ovviamente, è figlia di nessuno. E che va tenuta rigorosamente in ombra. Più facilmente da quando si è apportato un ulteriore taglio al cibo degli utenti (del poco che resta) del Centro diurno della Salute mentale, ai quali non spetta più neppure il pasto imbustato, preparato nella cucina dell’ospedale “Rizzoli”, da consumare seduti dove capita, ai margini del parcheggio o del giardino di Villa Romana.

Dalle porzioni in vaschetta al PANINO, il pranzo volante si è…volatilizzato. Proprio così: invece di trovare un posto decente in cui gli utenti della Salute mentale potessero ritornare a consumare il pranzo in condizioni civili, si è optato per un altro passo indietro, sostituendo alla classica sequenza di primo, secondo e contorno con panino un pasto mordi e fuggi con panino ripieno, pare di insaccati. Così, non potendo contare più su un posto a tavola, è stato eliminato alla radice il fastidio di dover mangiare la minestra con la vaschetta sulle ginocchia o il rischio di mischiare il primo col secondo per mancanza dello spazio minimo per gestire le vivande.

Geniale vero? Una versione originale di “STREET FOOD”, che ha anche il vantaggio di dare un altro taglio al costo del pasto che l’Asl dovrebbe garantire a quei figli di un dio minore che sono gli utenti della Salute mentale di Ischia. Una GRANDE PROVA DI SPENDING REVIEW, da meritare un premio nazionale.

E meno male che, a qualche altro centinaio di metri in linea d’aria sia da Villa Romana che dall’Excelsior, ai margini di un altro parco pineta, c’è il Giardino dell’Amicizia, che ormai è l’ultimo residuo del Centro di Salute mentale desaparecido. Là, nella casetta di legno acquistata dalla cooperativa Accaparlante e dal Rotary Club isolano, c’è un tavolo con le sedie, che offre condizioni dignitose per consumare il pranzo quotidiano agli utenti impegnati nelle attività riabilitative nel giardino-orto concesso dal Comune d’Ischia. E là arrivano ancora, dal lunedì al venerdì, le vaschette provenienti dall’ospedale con il pasto canonico del mezzogiorno, seppure precotto.

Ma come fa  l’Asl, che  non è più in grado di assicurare neppure un pasto caldo a persone sofferenti di cui ha la responsabilità, ad organizzare a pochi metri di distanza un convegno sull’argomento che è la negazione stessa del panino quotidiano distribuito in un parcheggio? Altro che ricette “stellate”! VOGLIAMO PORTARE IL TRATTAMENTO RISERVATO AGLI UTENTI DELLA SALUTE MENTALE COME ESEMPIO DI QUALITA’, SICUREZZA E RISPETTO APPLICATI ALL’ALIMENTAZIONE?

Certo, le macerie della Salute Mentale di Ischia e lo smantellamento dei servizi compreso il Centro Diurno NON SONO ASCRIVIBILI A D’AMORE E AGLI ALTRI ATTUALI DIRETTORI SANITARIO E AMMINISTRATIVO DELL’ASLNA2 NORD. E’ la pesante eredità che hanno ricevuto dai loro predecessori a Monteruscello. Ma è anche vero che D’Amore e al vertice dell’Azienda da un anno e che NULLA SI E’ RISOLTO. Tanto che si è passati dal pasto volante al panino. E in queste condizioni il direttore generale non può fare l’offeso se un comitato di cittadini gli ricorda che  a Ischia, a fine 2016, ci sono pazienti psichiatrici trattati SENZA alcuna CONSIDERAZIONE PER LA QUALITA’ E LA SICUREZZA DEL CIBO  somministrato loro come parte integrante dell’assistenza sanitaria loro dovuta. E SENZA alcun RISPETTO nei loro confronti.

ALTRO CHE ALTA CUCINA, RICETTE STELLATE E OCCASIONI DI GALA!  Questa contraddizione macroscopica, a chi spetta di risolverla, dottor D’Amore? Anche in questo caso aspettiamo soluzioni da Roma o è da Monteruscello-Fratta che si deve intervenire?

 

 

 

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