Un evento franoso ha bloccato il percorso via terra alla Grotta del Mago

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La frana

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L’evento franoso

Chi ha potuto visitarla, ne è rimasto incantato. Poco conosciuta anche tra gli ischitani, praticamente ignota ai turisti, che vi si imbattono solo durante i giri dell’isola e spesso inconsapevolmente, la Grotta del Mago è una delle (tante) meraviglie che Ischia custodisce dentro di sé. E uno di quei siti che racchiudono molteplici particolarità, vari motivi di interesse, differenti attrattive. Perchè la grotta è un gioiello naturalistico, una preziosa testimonianza  della complessa e turbolenta storia geologica dell’isola e, da appena un anno, l’unico ambiente ipogeo al mondo con emissioni naturali di anidride carbonica al centro delle ricerche sull’acidificazione dei mari. E solo dal mare la si può raggiungere, visto che il vecchio percorso pedonale è ormai impraticabile.

Chissà quando è successo, ma la novità è stata notata solo ieri, nell’ambito del monitoraggio ambientale delle coste isolane che porta avanti i Centro Studi sull’isola d’Ischia: all’estero della Grotta del Mago si è verificata una frana, provocata dall’azione continua del mare che sta erodendo il costone. “Si tratta tecnicamente di una frana di crollo per scalzamento al piede ad opera delle onde – è la spiegazione del geologo ANTONINO ITALIANO, presidente del Centro Studi – Nulla di strano, giacchè di frane di questo tipo ne avvengono numerose sui litorali, ma la particolarità di questa è che ha investito il sentierino che portava alla Grotta del Mago”. Peraltro, considerato che non è trascorso molto tempo dalla precedente ricognizione, il crollo deve essere piuttosto recente, sicuramente dopo l’estate, perchè altrimenti sarebbe stato già notato da un pezzo.

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Giovan Giuseppe Sasso

Proprio il Centro Studi aveva dedicato nel 2011 una conferenza a più voci sui diversi aspetti peculiari della Grotta del Mago, ricordandone la genesi geologica, le relazioni con il mito e con antichi culti, le vicende storiche. Ed era stata rievocata anche una pagina di storia più recente, di cui si era persa la memoria: negli anni Trenta del secolo scorso, un sacerdote ischitano, GIOVAN GIUSEPPE SASSO, si era appassionato alla Grotta del Mago e aveva avuto l’idea di promuoverne la valorizzazione turistica. Perciò era riuscito nell’impresa di illuminare l’interno della grotta e di creare un percorso via terra per raggiungerla, in alternativa all’approdo via mare, che fino ad allora era stato l’unico modo per raggiungerla. Ed è proprio sul piccolo molo in muratura, corrispondente alla fine del viottolo, che si è scaricato il materiale precipitato dall’alto, dove si è verificato il crollo. Che ha messo definitivamente fuorigioco l’accesso via terra. Almeno, fin quando qualcun altro, sulle orme del sacerdote Sasso, non si preoccuperà di recuperare, se sarà possibile, quel percorso ormai perduto.

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