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Ambiente Ma con quello sperpetuo di pini secchi, l’urgenza era proprio tagliare i “bungazzoni”?
Ma con quello sperpetuo di pini secchi, l’urgenza era proprio tagliare i “bungazzoni”?
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8 anni ago |
Foto Qui Ischia
Foto Qui Ischia
La crociata contro gli ailanti non ha risparmiato nessuna delle pinete pubbliche del Comune d’Ischia. L’operazione di taglio è stata radicale e capillare, dalle aree più centrali a quelle “periferiche”, tanto che nessun esemplare di “bungazzone” è stato risparmiato. Una sollecitudine abbastanza inconsueta, tanto più nei parchi pubblici dove le attività di potatura e giardinaggio sono decisamente rare e generalmente trascurate, anche quando sarebbero ben più necessarie che non in questo caso. Ciò che rende ancora più misterioso il motivo di questa lotta senza quartiere all’albero di origine cinese. Certo, si tratta di una specie infestante, di cui va contenuta la diffusione, ma non era e non è certo questa l’emergenza da gestire nelle pinete ischitane. A cominciare dalle zone colpite dalla moria dei pini opera della TOUMEYELLA, dove è in sofferenza anche la macchia mediterranea. E dove il taglio degli ailanti doveva essere l’ultima delle preoccupazioni, invece che la prima.
Foto Qui Ischia
Foto Qui Ischia
“Qui Ischia” aveva già segnalato mesi fa la situazione drammatica della pinetina che costeggia l’ultimo tratto di via Leonardo Mazzella. In quella zona e nell’attigua via Michele Mazzella si è manifestato il primo e il più virulento focolaio della “cocciniglia tartaruga”, che vi sta dispiegando tutta la sua capacità distruttiva. E infatti nell’area verde che arriva a Fondobosso, la maggior parte degli svettanti esemplari di pino domestico è già completamente seccata o è in condizioni di disseccamento ormai irreversibile. E la triste sorte non ha risparmiato neppure i pini collocati nelle ampie aiole che si alternato agli spazi di sosta per le auto. Nel complesso, ci sono una TRENTINA DI ENORMI PINI DA TAGLIARE, oltre l’unico esemplare già abbattuto nell’area parcheggio.
Un’impresa non da poco, che richiederà tempo e denaro da parte dell’ente locale. Ma anche un’impresa urgente, perchè si tratta di alberi che sovrastano spazi aperti al pubblico e frequentati. E perchè d’inverno, per le condizioni meteo e climatiche, il rischio che qualche ramo possa cedere aumenta. Dunque, è necessario intervenire subito, per prevenire problemi potenzialmente moto gravi. E anche se l’abbattimento degli ailanti è stato più semplice e alla portata di chi vi ha provveduto, di certo non era in cima alle priorità di cui occuparsi – in quel caso sì – con la massima sollecitudine.
Foto Qui Ischia
Foto Qui Ischia
Anzi, forse gli AILANTI, alla ripresa primaverile, sarebbero riusciti a restituire un po’ di vegetazione in altezza all’ex pineta, come le piante di PITTOSPORO, TAGLIATE anch’esse SENZA PIETA’ E SENZA CRITERIO. L’impressione è che si sia tagliato il buono, SENZA UNA GUIDA che capisse qualcosa di botanica, nella pineta che appare decisamente IMPRESENTABILE . Per come è ridotta si fa addirittura fatica a riconoscerla come pineta, parte integrante del patrimonio boschivo ischitano in pieno centro urbano. Al posto della pinetina, si estende oggi una distesa di erbe alte e selvatiche., che hanno coperto e fagocitato quasi tutti gli arbusti del sottobosco. Compresi quelli che erano stati messi a dimora qualche anno fa, in occasione dell’intervento milionario (in euro) che aveva risanato quell’angolo di pineta, fino ad allora precluso alla fruizione pubblica. Di quel lavoro restano solo una panchina di legno e i pali della luce dislocati lungo il sentiero, che viene regolarmente utilizzato da chi fa attività sportiva. E quella è anche l’unica parte tenuta pulita e sgombra dalle erbacce onnipresenti in ogni altro millimetro di terreno di quella pineta. Erbe che hanno completamente sommerso i pochi resti degli arredi di legno installati per consentire la sosta e perfino qualche pic nic tra amici, visto che c’erano anche dei tavoli e delle panche, marciti e spariti per l’incuria proverbiale del Comune d’Ischia verso il patrimonio della comunità che gli è affidato.
Ma con quello “sperpetuo” di pineta, c’era proprio bisogno di tagliare gli ailanti, gli unici alberi rimasti verdi, e gli arbusti “buoni”? Chi dirige e con quali COMPETENZE SPECIFICHE gli interventi nelle pinete? E per tagliare i pini e garantire la tutela dell’incolumità pubblica, cosa ci vuole? E quanto tempo sarà necessario per restituire alla pinetina “desaparecida” un minimo di normalità e di fruibilità? Vedremo se dopo la strage di “bungazzoni” in Comune si accorgeranno che quello era solo un falso problema e che per salvaguardare la pinetina (e le altre pinete) ci vuole ben altro? Intanto la Toumeyella continua a distruggere.