Lettera aperta di Autmare sul documento anonimo dei marittimi Caremar

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NICOLA LAMONICA

Cari amici marittimi della Caremar, ho letto e riletto il V/ scritto ( che allego alla presente lettera aperta con omissis ) e subito sono stato dalla V/ parte per quanto riguarda i contenuti espressi e lo stato di disagio psicologico e di stress che state subendo per effetto di un accordo di secondo livello che non vi è piaciuto fin dalle prime battute, tant’è che all’unanimità l’avete bocciato ( e con esso le sigle sindacali che ve l’hanno imposto ! ) con il riuscitissimo Referendum che segna una pagina miliare nella storia della marineria italiana.

Naturalmente non vi è sfuggito che la responsabilità primaria di ciò che vi accade è nella privatizzazione anche se sono a conoscenza che su tale scelta non siete stati tutti dello stesso avviso e che in mezzo a Voi ci siano persone ( per fortune poche ! )  ancora favorevoli ad essa sicuramente perché tratte in inganno da sinfonie esterne inebrianti di chi da essa trae i suoi vantaggi politici ed economici; ma non escludo interessi di carriera e/o di subalternità alla politica dei suoi padrini.  Al di là di capire o di giustificare il perché si è a favore della cessione ai privati di un bene pubblico, sono convinto che oggi pensiate tutti che la scelta sia stata almeno insana oltre che inopportuna in un ambito dove il monopolio commerciale la fa da padrone e che molti siano stati gl’inganni e le doppie facce che avete subito da parte delle istituzioni locali in particolare e di tanti esponenti politici e sindacali. La diversità di pensiero e di comportamento nel merito  è sicuramente una ricchezza per tutti se il confronto non fosse viziata dalla presenza di interessi per alcuni e  da intese restrittive commerciali che dominano da sempre la scena, per altri!

La scelta della privatizzazione non è irreversibile e, in ogni caso non può incidere sul V/ diritto al lavoro: questo il principio di fondo che anima la mia azione. La situazione che denunciate da preoccupante può assumere toni drammatici per un’imposta scelta di vita lavorativa per niente edificante che costringerebbe ad abbandonare il lavoro e guardare altrove; cosa non sempre possibile soprattutto per chi gerarchicamente è più debole, aggravato anche dalla matura età. Ecco perché Autmare continua a stare al V/ fianco a prescindere da come la pensiate e dalle differenze di pensiero, che pur registro e fanno male quando prevale il mugugno al confronto,  e dallo stile scelto, quello dell’anonimato che avete scelto per denunciare che non mi appartiene per niente. Oggi, agli occhi della V/ Azienda,  siete tutti colpevoli e nessuno è colpevole e sarà facile da parte di chi vorrà andare a fondo per reprimere utilizzare le complicità interne per  mettere il dito contro qualcuno che purtroppo diventerà il Caprio espiatorio della circostanza.

Ma al di là di questo, consentitemi di spingermi oltre e di suscitare in ognuno di Voi il giusto orgoglio del lavoratore che vuole vivere serenamente la sua vita lavorativa nelle gioia, nel confronto, nella lealtà e nella lotta – sempre a viso aperto con il rinomato entusiasmo, pregnante d’indignazione – affinché le cose se non vanno  cambino con la “ rivolta dal basso” e anticipino  i tempi della Magistratura, alla quale Vi appellate.

I tempi della rassegnazione e dell’attesa sono ampiamente scaduti e la V/ dignità di lavoratori -  già provata  per chi è stato costretto a subire la trasformazione del diritto al lavoro, conquistato con sentenza,  in lavoro precario medianti verbali di conciliazione avallati dal Sindacato tradizionale – è giusto che trovi un momento di riscatto nell’ esternare l’ingiustizia subita  e trasformare in rivendicazione politica e sindacale le singole posizioni di disagio per renderle collettive e unificate in un’unica grande vertenza condotta nella continuità dei propri doveri lavorativi e che faccia parlare di sé nella storia del sindacalismo italiano!

Aspetto, pertanto, un V/ segnale perché io possa continuare a fare la mia parte al V/ fianco; so che la V/ risposta certamente non mancherà e, di fronte a segnali inequivocabili  dai saldi  contenuti, potremmo ben sperare insieme di ricostruire quel primo nucleo vincente ( Orsa Marittimi, lavoratori e utenti Autmare ) che è propedeutico ad intese ben più vaste  che vadano oltre a quelle già raggiunte con alcune strutture di comunisti  e che siano dirompenti all’interno di un mondo sindacale, politico ed istituzionale  oggi nei vertici assuefatto, ma sicuramente con una base di grande sensibilità e democrazia; ed è su di essa che dobbiamo agire  con l’informazione ed il confronto.

Cordialmente,  Nicola Lamonica 

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