L’1 e il 2 febbraio manifestazione dei marittimi Caremar a Napoli, il sostegno dell’Autmare

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Foto Qui Ischia

NICOLA LAMONICA (*)

 Manifestazione ORSA a Napoli a partire dalle ore 9 con presidio -  mercoledì 1 e giovedì 2 febbraio, presso la sede Caremar in Via Conte Carlo di Castelmola 14 – a sostegno del diritto al lavoro dei marittimi estromessi nonostante sussistano vincoli derivanti da sentenze definitive; perché l’Azienda riveda il Contratto di II livello, già bocciato dal coraggioso Referendum dei lavoratori imbarcati e l’ imposta organizzazione del lavoro a bordo in dispregio delle leggi nazionali ed europee, definite in particolare dal decreto legislativo n. 108/2005 e dalla Convenzione sul lavoro marittimo dell’OIL del 2006.

In riferimento all’orario di lavoro, così la Commissione Europea: “ La direttiva 1999/63/CE[1], che è stata modificata dalla direttiva 2009/13/CE[2], prevede norme minime per l’orario di lavoro della gente di mare. La clausola 5, paragrafo 1, dell’allegato di tale direttiva stabilisce che il numero massimo di ore di lavoro non può superare le 14 ore su un arco di tempo di 24 ore e le 72 ore su un arco di tempo di 7 giorni. La clausola 5, paragrafo 2, dell’allegato della direttiva 1999/63/CE stabilisce un minimo di 77 ore di riposo su un arco di tempo di 7 giorni.

La clausola 5, paragrafo 6, dell’allegato della direttiva 1999/63/CE stabilisce che gli Stati membri possono applicare leggi o regolamenti nazionali o una procedura della competente autorità per autorizzare o registrare contratti collettivi che consentano deroghe ai limiti relativi all’orario di lavoro e di riposo stabilito nella clausola 5, paragrafi 1 e 2. Tali deroghe dovrebbero, per quanto possibile, attenersi alle norme stabilite. Possono contemplare la possibilità di intensificare la frequenza o prolungare i periodi di congedo oppure di concedere un congedo compensativo per il personale di guardia o che lavora a bordo di navi in servizio su brevi distanze.

La direttiva 1999/63/CE si applica al personale navigante a bordo di qualsiasi nave marittima, appartenente a una compagnia pubblica o privata. Pertanto, il nuovo datore di lavoro deve organizzare l’orario di lavoro in conformità con tale direttiva.”

La detta manifestazione, inizialmente promossa anche per il personale Tirrenia-CIN, per quanto riguarda un vecchio contenzioso marittimi -azienda,  oggi è limitata a Caremar dal momento che l’ Amm. Delegato Massimo Mura di detta società ha avuto la sensibilità di chiamare sollecitamente i rappresentanti del Sindacato ORSA intorno ad un proficuo tavolo di trattativa assicurando loro la rivisitazione di ogni provvedimento restrittivo e l’impegno a recuperare nell’ organico tutti i marittimi che ne hanno diritto; da qui la revoca dell’iniziativa sindacale relativa a Tirrenia!

A questo punto è giusto evidenziare una sostanziale  DIFFERENZA DI COMPORTAMENTO E DI STILE TRA LA TIRRENIA E LA CAREMAR; quest’ultima – oltre a negare diritti ed  a creare condizioni di malessere e di pericolo privato e collettivo per turni massacranti imposti al personale navigante – ancora  oggi si ostina a non incontrare la delegazione ORSA per intraprendere con essa una responsabile trattativa che possa ridare diritti negati e tranquillità al personale marittimo dell’ex Caremar regionale; e, per quanto riguarda il trasferimento di proprietà da pubblico a privato, e quindi anche  di cantiere, è bene qui richiamare quanto ci dice la citata Commissione Europea: “…  nel caso di un trasferimento di imprese, i diritti e gli obblighi di un datore di lavoro derivanti da un contratto di lavoro o da un rapporto di lavoro esistente alla data del trasferimento dovrebbero, in conseguenza di tale trasferimento, essere trasferiti al nuovo datore di lavoro in conformità con la direttiva 2001/23/CE sui trasferimenti di imprese[3]. …. sarebbe utile verificare se esistano disposizioni specifiche riguardanti l’orario di lavoro nei contratti di lavoro dei dipendenti di Caremar”. Come dire, se c’èforzatura nel contratto la parola passa alla Magistratura e non più alla politica ed alle istituzioni!

In sostanza siamo di fronte ad una vertenza, quella preannuncia dall’ORSA e dai lavoratori Caremar, che si conserva per l’ottusità del gruppo dirigente Caremar e che – pur potendosi risolversi facilmente con il buon senso – non trova ancora alcuna soluzione da parte dell’Azienda per carenza di comunicazione, sebbene più volte richiesta dall’ORSA e, cosa ancora più grave , non trova alcun impegno operativo da parte dell’ Ispettorato del lavoro  e dell’ Autorità Marittima; per cui tutto viene affidato ai tribunali e …alla piazza!

Noi Autmare conserviamo la linea da sempre intrapresa ed ancora una volta diciamo di essere a fianco dei marittimi in lotta, in ogni circostanza e in ogni dove, fino alla vittoria!

 

 

[1] Direttiva 1999/63/CE del Consiglio, del 21 giugno 1999, relativa all’accordo sull’organizzazione dell’orario di lavoro della gente di mare concluso dall’Associazione armatori della Comunità europea (ECSA) e dalla Federazione dei sindacati dei trasportatori dell’Unione europea (FST) – Allegato: Accordo europeo sull’organizzazione dell’orario di lavoro della gente di mare (GU L 167 del 2.7.1999, pagg. 33-37).

[2] Direttiva 2009/13/CE del Consiglio, del 16 febbraio 2009, recante attuazione dell’accordo concluso dall’Associazione armatori della Comunità europea (ECSA) e dalla Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) sulla convenzione sul lavoro marittimo del 2006 e modifica della direttiva 1999/63/CE (GU L 124 del 20.5.2009, pagg. 30-50).

[3]Direttiva 2001/23/CE del Consiglio, del 12 marzo 2001, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimenti di imprese, di stabilimenti o di parti di imprese o di stabilimenti, GU L 82 del 22. 3.2001, pag. 16. In base alla relazione della Commissione COM(2007) 334 del 2007, tale direttiva si applica solo alle navi marittime in Italia, ad eccezione di norme specifiche del codice della navigazione (relazione consultabile all’indirizzo http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=706&langId=en&intPageId=208)

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