Sabato da incubo al “Rizzoli”, dove i posti letto non bastano più neppure in pieno inverno

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Foto Qui Ischia

Non siamo in piena estate, ma al “Rizzoli” è stato ugualmente un sabato da incubo. L’ennesima dimostrazione di come l’”effetto porto di mare” per il nostro ospedale isolano non sia più legato al periodo estivo e neppure alla stagione turistica tradizionale, bensì sia una realtà in tutti e dodici i mesi dell’anno. Con un affollamento oltre la capienza ufficiale non più episodico, ma costante. Come in quest’ultimo sabato, che ha visto tornare le barelle nei corridoi, a fronte di una disponibilità di personale assolutamente sottodimensionata rispetto alle necessità  dei reparti più esposti. In particolare, la Medicina, che è sempre al primo posto nella prima linea e ne patisce tutte le inevitabili conseguenze.

Sabato è stata un’altra giornata segnata da numerosi ricoveri. Che hanno evidenziato  quanto sia ormai inadeguata la dotazione di posti letto del nosocomio lacchese già in rapporto alla domanda di prestazioni registrata in pieno inverno, il che la dice lunga su quanto si verificherà solo tra qualche mese, quando per motivi turistici la popolazione isolana subirà un notevole incremento. Intanto, con le stanze piene e con una dotazione  già rimpolpata dall’inserimento di altri letti in corsia, si è dovuto fare ancora ricorso alle barelle, destinate ai nuovi ricoverati nell’attesa di riuscire ad assegnare loro un posto “regolamentare” in corsia. Una prassi che una volta si attivava solo in rari casi e che, invece, negli ultimi anni si è progressivamente trasformata in normalità quasi quotidiana. Utile a tamponare emergenze e a dare comunque una sistemazione a pazienti in soprannumero, sebbene questo comporti poi una reazione a catena su tutta l’organizzazione dei reparti.

Il fatto è che l’aggiunta dei letti provvisori rappresenta un maggior carico di lavoro per il personale in servizio. E si sa che a Ischia non si sciala su quel fronte, tutt’altro. Sabato, per esempio, a seguire un reparto pieno come un uovo, corridoi compresi,  c’erano solo due infermieri, che già è una numero indicativo di una FORTE CARENZA. Con l’aggravante della MANCANZA DI OPERATORI SOCIO-SANITARI (OSS), che è un’altra piaga del nostro ospedale. E quando non ci sono gli OSS di supporto, i PARAMEDICI già OBERATI debbono farsi carico anche del lavoro di quelli, almeno quello che possono fare, perchè è impossibile che possano tener dietro a tutto. E a completare il quadro, c’è la modulazione dei turni (peraltro obbligata con la dotazione di personale attuale) che nella fascia pomeridiana-serale-notturna prevede una PRESENZA CONTINUA IN SERVIZIO DI 16 ORE, ovvero una durata che, secondo i parametri europei inapplicati dall’Italia, sarebbe FUORI REGOLA, perchè troppo pesante e stressante data la delicatezza e la particolarità del compito da svolgere.

E’ un cocktail micidiale, quello servito al personale paramedico del presidio della Fundera. E se il personale è obbligato a tempi e condizioni di lavoro che non garantiscono la qualità delle prestazioni e alla fine anche la loro sicurezza, la situazione diventa insostenibile pure per i pazienti.

Non è certo un caso che i sindacati Cgil Ciisl e Uil dei paramedici stiano effettuando da alcune settimane delle assemblee a rotazione in tutti i presidi dell’Asl Na2 Nord, proprio per monitorare e approfondire la situazione e le condizioni di lavoro. Secondo il programma già definito, i PROSSIMI APPUNTAMENTI SARANNO A POZZUOLI IL 22 FEBBRAIO E AGLI INIZI DI MARZO A ISCHIA. “La riunione su Ischia –  ha anticipato Ciro Chietti della Uil, contattato da “Qui Ischia” sulle carenze del “Rizzoli” – sarà organizzata con tutti i  lavoratori per capire le problematiche ospedaliere e la situazione della psichiatria”. E ci sarà parecchia carne al fuoco, dunque, visti le carenze enormi dell’ospedale e lo sfascio della Salute mentale. E poi c’è chi, anche tra i nostri amministratori locali, continua a sostenere che è tutto a posto. Se qualcuno di loro si fosse preso la briga di andare a dare un’occhiata al “Rizzoli”, magari sabato sera, avrebbe visto ciò che è sotto gli occhi di tanti cittadini e che non corrisponde proprio ad un esempio di virtù organizzativa nè di efficienza.

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