Dopo un giorno di assenza, rieccola – Foto Qui Ischia
Troppa acqua nello scavo, trasformato in cisternone a cielo aperto. Che non si potesse andare avanti a lungo in quel modo, data l’enorme portata d’acqua che emerge dal sottosuolo, era evidente, visto che in poche ore lo scavo della Siena già si era riempito per metà, l’altro ieri, quando era stata interrotta l’immissione in mare. E così è stato riattivato il pompaggio verso il mare, con la puntuale ricomparsa della CASCATA DAL MURO ROTTO. Grazie alla quale è tornato ad abbassarsi il livello nella “piscina” del cantiere, il cui fondo resta comunque inondato, nonostante la ripresa di attività del sistema di tubi che captano l’acqua lungo tutto il perimetro dello scavo.
Problema risolto, dunque?
Niente affatto, semplicemente si sta evitando una enorme concentrazione di acqua all’interno del cantiere, trasferendola verso il mare, che per fortuna è vicinissimo. Ma il problema resta tutto. E che problema! Su tutti i fronti. A cominciare da quello più direttamente coinvolto del terreno dove dovrebbe sorgere il parcheggio. Dovrebbe, perchè, a questo punto e dopo il grande ritardo che già si è accumulato rispetto ai tempi previsti di ultimazione dell’opera, qualcuno dovrebbe spiegare come si pensa di procedere nella costruzione della struttura interrata, con l’acqua che continua a zampillare a tutta forza. Eppure, ne sono stati esperiti di tentativi in questi anni per fermare la fuoriuscita di liquido, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti. E soprattutto dopo quello che si è visto l’altro ieri, per effetto del blocco della cascata.
Dunque, la cascata a mare dovrà diventare permanente, per evitare un lago all’ingresso del paese? Lo sversamento a mare sarà per sempre, almeno finchè la vena d’acqua non sarà esaurita? Visto che il mare è bene comune, come pure le sorgenti d’acqua sotterranee, per non parlare della falda, la CITTADINANZA DEVE ESSERE INFORMATA SULLA GESTIONE DEI SUOI BENI E DEL PATRIMONIO AMBIENTALE COMUNE.
La pozza asciutta nella Pineta Mirtina
Niente acqua per i rospi
Anche perchè è tutta da verificare e chiarire la portata complessiva del fenomeno che si sta manifestando alla Siena in modo tanto macroscopico. Il rischio di un coinvolgimento della parte “perenne” della falda, che non dovrebbe essere toccata tanto meno depauperata pena gravi conseguenze per l’assetto idrogeologico, non è affare privato, ma questione di interesse pubblico e come tale va affrontata e trattata. E sarà il caso che comincino a farlo, le autorità preposte.
E sarebbe il caso anche che si andasse a verificare come mai appare DISSECCATO l’INVASO NATURALE PRESENTE NELLA PINETA MIRTINA dove vi era sempre acqua, anche nei periodi più siccitosi e di prolungata mancanza di piogge nel corso dell’anno. Si tratta di una pozza profonda, lungo il perimetro nord del parco, raggiungibile attraverso un percorso molto accidentato, immersa nella vegetazione. Proprio la costante presenza di acqua dolce, alimentata ovviamente dalla FONTE MIRTINA, faceva di quella pozza uno degli AMBIENTI DI RIPRODUZIONE DEL ROSPO SMERALDINO, che è specie protetta dalla Direttiva Habitat e dalla Convenzione di Berna.
La scomparsa dell’unica evidenza di Acqua Mirtina in pineta ha qualcosa a che vedere con lo stato della falda acquifera? In ogni caso, sarà bene cercare di capire CHE FINE ABBIA FATTO L’ACQUA MIRTINA “DESAPARECIDA”.