Che succede alla Siena? Il Centro Studi Isola d’Ischia ha chiesto lumi alla Regione

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Foto Qui Ischia

Il lago che si era riformato nei giorni scorsi al centro dello scavo, non c’è più. Per eliminarlo c’è stato bisogno di installare altre file di tubi collegati fra loro e alla pompa, che continua a succhiare acqua dal terreno per scaricarla a mare, dall’alto del muro di pietra sul limite esterno dell’area della Siena. Così la cascata non conosce sosta: il flusso d’acqua, sempre molto copioso, scende ininterrottamente verso il mare, alimentato dai nuovi tubi, collocati negli ultimi giorni in aggiunta alla rete preesistente, già attiva lungo tutto il perimetro del cantiere. Ormai sono decine i tubi infissi nel terreno per cercare di bloccare l’affioramento dell’acqua sotterranea, che non conosce sosta. E a rivelarlo sono proprio i tubi della prima e della seconda installazione, che intercettano l’acqua zampillante nel ventre scoperchiato dell’antico vigneto alle porte di Ischia Ponte, pompandola nei grossi tubi azzurri che la scaraventano a mare con la cascata del Muro Rotto.

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Foto Qui Ischia

Ma per riuscire a realizzare il previsto parcheggio di fianco alla struttura del centro polifunzionale già completato, si dovrà continuare a scaricare a mare per sempre? E’ la domanda nodale a cui finora nessuna “autorità competente”, tra quelle che hanno autorizzato l’opera alla Siena, ha fornito una DOVEROSA RISPOSTA PUBBLICA, visto che l’acqua captata dal terreno e immessa in mare attiene al patrimonio comune. E che, soprattutto, è INTERESSE GENERALE sapere di quale acqua si tratti, se proveniente dalla falda acquifera o meno, e quali conseguenze potrebbe determinare o stia già determinando nel sottosuolo la sottrazione di questo enorme flusso ininterrotto.

Per tentare di chiarire questi interrogativi e dubbi, che alimentano legittime preoccupazioni sull’equilibrio idro-geologico della zona, il presidente del Centro Studi sull’Isola d’Ischia, il geologo ANTONINO ITALIANO, ha inviato di recente una nota alla DIREZIONE GENERALE LAVORI PUBBLICI E PROTEZIONE CIVILE DELLA REGIONE CAMPANIA. Che reca come “oggetto” l’”Emungimento copioso di acque calde sotterranee in Ischia, località Siena. Paventasi  grave ed irreparabile dissesto idro-geologico”.

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Foto Qui Ischia

Nella lettera, si descrive la situazione determinatasi in località Siena, dove è in corso la costruzione di un’opera cofinanziata dall’Unione Europea, con la partecipazione di Ministero, Regione e Comune e dove “è in atto un emungimento di acque sotterranee di portata  del tutto eccezionale per l’isola d’Ischia, valutata in 100 litri al secondo”. Emungimemto che avviene tramite “una batteria di tubi verticali infissi perimetralmente all’area del cantiere,collegati ad un imponente impianto di pompaggio, aggotta acqua dolce che viene scaricata direttamente in mare, ad una temperatura di circa 30 °  centigradi”. Illustrato lo stato attuale dei luoghi, si evidenzia che “la fonte  Mirtina, un affioramento della falda freatica ubicata nella vicina pineta comunale, dove esiste una stazione di Rospo smeraldino, risulta inusitatamente disseccata con grave pericolo per la sopravvivenza  della fauna”.

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Foto Qui Ischia

“Sulla base di queste osservazioni - prosegue la nota – manifestiamo la più viva preoccupazione per il dissesto che può derivare al corpo idrico sotterraneo, atteso che  non risultano installati piezometri, a distanza crescente dall’area di emungimento, atti a controllare l’entità del cono di depressione della falda. Si prega codesta Direzione di PREDISPORRE OPPORTUNI CONTROLLI  sulla rispondenza delle operazioni esecutive al progetto originario dell’opera in corso di realizzazione, di chiarire l’esistenza o meno di un collegamento fra l’emungimento e il disseccamento della  Fonte Mirtina e di RASSICURARE LA CITTADINANZA su eventuali possibili cedimenti  strutturali di manufatti  sia pubblici che privati , considerato che tutto ciò avviene nel centro storico di Ischia”.

 A questo punto, si spera che arrivino gli attesi e auspicati chiarimenti e rassicurazioni da parte di chi ha la possibilità e la responsabilità di verificare che la cascata a mare non sia collegata ad un depauperamento della falda sotterranea, che è la questione dirimente, su cui fare al più presto piena luce. Mentre l’acqua continua a scendere, al Muro Rotto. A tutta forza.

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