Formiche di campagna e formiche di città, perciò al “Rizzoli” non hanno dato scandalo

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Le nostre formicuzze isclane imbucate in chirurgia

Oggi si sono meritate la prima pagina con foto ampiamente esplicativa. E sono state tanto potenti da smuovere perfino la ministra della Salute che, avvertita del fattaccio, ha tempestivamente provveduto a inviare gli ispettori per una verifica in pompa magna dello stato dei luoghi. Perchè tutti sono d’accordo, dalla ministra fino all’ultimo dei tanti commentatori che già ieri si erano affrettati, con aria sconcertata e sguardo di schifata disapprovazione, a sostenere che no, quella scena non si può sopportare: LA PRESENZA DI FORMICHE NON E’ COMPATIBILE CON UN OSPEDALE. E non ci vuole la zingara per prevedere che anche questa sarà la conclusione dell’ispezione che, c’è da giurarci, sarà condotta con massima urgenza e massimo rigore.

Eh come cambiano giudizi e considerazioni, a seconda dei contesti e dei luoghi! Basta uscire dalla città e trasferirsi in una realtà più piccola, meglio ancora su un’ISOLA, per accorgersi che i parametri di valutazione possono cambiare totalmente. Fino a disconoscere l’OGGETTIVA GRAVITA’ e intollerabilità di certe situazioni. E a far considerare le formiche, altrove sbattute in prima pagina come il male assoluto, delle simpatiche bestioline che non è poi un dramma se sgambettano rigorosamente in fila negli ambulatori, nelle stanze di degenza fin sui tavolinetti dei malati o in qualche letto, nelle vicinanze di cateteri e tubicini da flebo e, le più ardite, finanche in prossimità della sala operatoria.

MINIMIZZARE è stata per mesi la parola d’ordine sulla presenza alquanto invadente di formiche dentro il “Rizzoli”. E quando, in più occasioni, è stato sollevato il problema nelle sedi opportune, gli interlocutori hanno sempre sfoderato toni suadenti per spiegare che si stava cercando di risolvere, ma che non era facile venirne a capo e che, sebbene spiacevole, non era comunque una situazione allarmante…che tutto sotto controllo. Anche se le formicuzze continuavano a seguire i loro abituali percorsi dentro l’ospedale, trasformato in dependance dei loro possedimenti in giardino.

La tattica del minimizzare era talmente consolidata da arrivare ad ingenerare in chi sollevava il problema la sensazione di aver esagerato, di aver insistito su una questione tutto sommato di poco conto, non meritevole di essere portata all’attenzione dei capi. E infatti quando il CUDAS, in occasione del suo incontro nel settembre scorso con il manager dell’Asl D’AMORE, aveva presentato come sua prima richiesta la RADICALE E URGENTE DISINFESTAZIONE DEL “RIZZOLI”, poco o nulla si era poi verificato. E la segnalazione era stata archiviata alla pari di una esagerazione di protestatari ad oltranza, che guarda un po’ di che si vanno ad impicciare.

E ogni volta che la storia delle formiche era stata risollevata da segnalazioni di pazienti e visitatori, era stata accolta con scetticismo e quasi fastidio. Della serie, “ma che vann cercan… in fondo qualche formica su un muro non sarà mica un dramma! Vedi di che si vanno a preoccupare”.

A conferma dell’atteggiamento buonista verso la presenza ospedaliera delle formicuzze, il particolare che nessuno dei dirigenti né dell’ospedale né dell’Asl si è mai sentito in dovere di CHIEDERE SCUSA ALL’UTENZA E ALLA CITTADINANZA PER QUELLA SITUAZIONE. Al contrario di quello che ha fatto, correttamente, il direttore sanitario dell’ospedale “San Paolo” di Napoli (in carica da appena venti giorni), che oggi è assurto agli onori delle cronache per colpa delle formiche. Evidentemente, ciò che a Napoli – e in qualunque altro contesto civile – si è ritenuto doveroso, qua è stato considerato pleonastico…Ma noi stiamo sull’isola e le nostre sono FORMICHE DI CAMPAGNA.

Da noi, non fanno clamore le formiche in ospedale. In fondo, anche se l’anno scorso esagerarono in presenzialismo, gli insetti sociali sono di casa al “Rizzoli” soprattutto dopo la RISTRUTTURAZIONE che avrebbe dovuto rappresentare l’occasione più radicale e incisiva di bonifica. Da noi il contrario, perchè nell’effettuare i lavori di sostituzione degli INFISSI delle vecchie porte e finestre, invece di rimuovere gli stanti di LEGNO vecchi colonizzabili e colonizzati dalle bestioline a sei zampe, ci si limitò a coprirli con i nuovi infissi metallici e inattaccabili. E così le formicuzze non sono state debellate, ma sono stati conservati i loro NIDI, da dove escono periodicamente per farsi una passeggiatina ai piani alti dell’ospedale.

Lavori pubblici realizzati “a regola d’arte”. Come quelli che sicuramente furono fatti allora, in via Fundera, e anche dopo. Ma pure questa è una cosa “normale”, che giustifica la benevolenza verso le formicuzze intraprendenti dell’ospedale isolano. Che vuoi che siano un problema…in fondo mica sono FORMICHE DI CITTA’!

 

 

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