La probabilità che, tempo qualche giorno, ci venga propinato come una novità organizzativa, il segnale di una grande attenzione verso Ischia e magari pure come una svolta, è decisamente alta. Tanto più per i vantaggi di immagine contingenti che potrebbe assicurare all’inizio della stagione turistica, praticamente una coda da pavone ideale da indossare per passare come i salvatori della patria o quasi. Questione di giorni e l’Asl darà il via libera al PROGETTO ESTIVO che prevede fondi extra per il personale in servizio presso il “Rizzoli”. Niente di nuovo, ma una riedizione, l’ennesima, della MISURA TAPPABUCHI a cui ricorrono in terraferma ormai da qualche decennio, per far fronte all’EMERGENZA ESTIVA scatenata a Ischia dalla combinazione tra l’incremento dei pazienti e della domanda di prestazioni e, di contro, la ben nota carenza di personale, aggravata pure dalle ferie. Carenza che non sarà minimamente intaccata da questa solita PEZZA A COLORE provvisoria e usurata.
Al “Rizzoli” mancano 16 INFERMIERI E 9 OPERATORI SOCIO-SANITARI. Sono passati più di nove mesi dall’insediamento di D’AMORE come direttore generale dell’Asl Na2 Nord, dopo la lunga fase di commissariamento, ma NESSUN PROGRESSO si è avuto rispetto a quella che è incontestabilmente una priorità per il corretto funzionamento dell’ospedale isolano. Di parole ne sono spese tante sull’argomento, di sollecitazioni e richieste pure, ma a parte le solite rassicurazioni generiche non ci si è spostati di un millimetro dalla situazione drammatica di partenza. Neppure l’apertura delle liste di mobilità, che era stata indicata come una delle soluzioni, anche per consentire il ricambio dei paramedici pendolari da più lungo tempo sull’isola, ha prodotto frutti significativi e stabili. E i rinforzi (vi ricordate i 15 infermieri in più in arrivo a Ischia?) dati come sicuri da qualche politico regionale, con i locali pronti a fare da cassa di risonanza, non sono mai partiti.
La situazione resta quella pessima denunciata ad aprile nell’assemblea che si svolse in via Fundera con i sindacati e nella lettera-appello inviata al direttore generale. Un organico ai limiti del collasso, con turni di lavoro inaccettabili e a rischio, condizioni di lavoro tutt’altro che incentivanti soprattutto per i disagi del pendolarismo, la mancanza degli OSS ad aggravare il quadro e ad abbassare la qualità dei servizi all’utenza.
Un lungo elenco di problemi irrisolti e di corrispondenti defaillance che ora, in estate, si scontra con il periodo di massima pressione sull’ospedale isolano.
Anni fa, per far fronte all’emergenza estiva, soprattutto in concomitanza con le cicliche fasi di carenza di personale, da Monteruscello si preoccupavano di destinare a Ischia RINFORZI dalla terraferma tra giugno e settembre. Così, almeno durante il periodo estivo, si poteva contare su un organico quasi normale: non era una soluzione di medio-lungo termine, ma almeno una boccata d’ossigeno, seppure a scadenza.
Dai rinforzi umani agli incentivi economici, questa l’INVOLUZIONE che si è consolidata negli ultimi anni nelle scelte dell’Azienda rispetto alle esigenze dell’ospedale di Ischia in trincea durante la stagione turistica estiva. Perchè se il poter contare su rinforzi consente di non gravare oltre il tollerabile sul personale assegnato al “Rizzoli”, con l’incentivo estivo accade esattamente il contrario: si spremono ancora di più risorse umane che hanno già denunciato in inverno un livello di SATURAZIONE NON più SOSTENIBILE. Infermieri e Oss troveranno qualcosa di più in busta paga, ma saranno ancora loro soli, sempre troppo pochi e con più lavoro del solito a coprire turni già al di là di ogni soglia europea. E in queste condizioni, i RISCHI, già ALTI per la SICUREZZA DEI PAZIENTI E DEGLI STESSI OPERATORI, SONO DESTINATI AD AUMENTARE ANCORA.
Intanto, di una soluzione più seria, stabile e strutturale non se ne parla. Al massimo, potrebbe arrivare qualche Oss. Nei recenti incontri sindacali con i vertici aziendali questo è stato il risultato raggiunto: ci sarebbero in arrivo una TRENTINA DI OSS da SALERNO (dove, a quanto pare, finora hanno scialato…), da destinare prioritariamente agli ospedali più disastrati dell’Asl, ovvero ISCHIA e Frattamaggiore. Speriamo che non siano pendolari dal Salernitano, sennò non mancheranno altri problemi pratici da affrontare.
Ma di nuovi infermieri, di normalizzazione dell’organico, NON SE NE PARLA per ora. Il che vuol dire che non vi è alcun approccio strutturale al problema. E che restiamo, al “Rizzoli”, su una pentola a pressione. Mentre, per uscire da questo cul de sac, non c’è altra strada che il creare un incentivo serio (non episodico e tappabuchi) al servizio sull’isola, trasformandola in sede di lavoro non più da rifuggire e da evitare.
Che è l’obiettivo della mobilitazione e la raccolta firme del CUDAS per il riconoscimento dell’isola come ZONA DISAGIATA, secondo una linea condivisa dagli addetti ai lavori e sostenuta dai sindacati. Una partita che da Ischia dovremo giocare fino in fondo nelle prossime settimane. Perché NON POSSIAMO PIU’ ACCONTENTARCI DI PEZZE A COLORE “STAGIONALI”, SE VOGLIAMO TUTELARE LA SALUTE DEI PAZIENTI E I DIRITTI ELEMENTARI DEGLI OPERATORI.