Donazione di sangue bloccata da 3 mesi, l’impegno della Fidas per farla ripartire a Ischia

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Il donatore record e il presidente Fidas – Foto Qui Ischia

Quasi tre mesi dopo l’ultimo appuntamento domenicale – era il 2 aprile scorso – si moltiplicano gli interrogativi, i dubbi e le preoccupazioni sul futuro della donazione di sangue sulla nostra isola. E la vasta platea dei volontari che sistematicamente compivano quell’atto di grande generosità, è in cerca di chiarimenti e di notizie su se e eventualmente quando potrà riprendere la raccolta di sangue attualmente sospesa, con la conseguente cancellazione di 5 incontri, a cui altri sono destinati a seguire. Nonostante l’impegno della Fidas-Advs a ricercare una soluzione utile con il Centro trasfusionale del “Cardarelli”, che è il terminale per la trasformazione e l’erogazione del sangue raccolto sul territorio regionale, Ischia compresa.

All’origine della sospensione delle donazioni vi è l’avvio dell’applicazione, non più rinviabile, delle normative vigenti, a cui si sono dovuti adeguare progressivamente tutti i Centri trasfusionali della Penisola. Compreso quello del “Cardarelli” a cui Ischia fa riferimento. PROTOCOLLI di raccolta del sangue PIU’ RIGOROSI, stabiliti  a maggior tutela dei pazienti che saranno trasfusi o che utilizzeranno emoderivati. Ma l’adeguamento non è cosa facile, richiede del tempo e risorse e supporti che vanno resi disponibili, per poter riprendere l’attività di donazione. E per l’isola si tratta di una piccola RIVOLUZIONE, che la FIDAS-ADVS si sta impegnando a rendere possibile, con non pochi oneri e obiettive difficoltà.

L’associazione che ha creato e fatto crescere costantemente nel corso degli anni un movimento di volontariato che è una ricchezza per l’isola, anche sotto il profilo sociale e civile,  ha garantito fino ad aprile un contributo importantissimo all’autosufficienza della Campania nella produzione di sangue ed emoderivati. Basti pensare che si è arrivati ad una platea di circa TREMILA VOLONTARI, con il valore aggiunto che si tratta non di donatori occasionali, trovati per la strada, ma di uomini e donne che abitualmente, più volte all’anno donano una parte di loro a beneficio della salute di altri. Persone che compiono un atto di grande valore civile in piena consapevolezza e con grande senso di responsabilità nel seguire comportamenti non controindicati per le donazioni, il che rappresenta la prima, fondamentale garanzia per la QUALITA’ e la SICUREZZA del sangue donato. Tra l’altro,trattandosi di donatori abituali, il loro stato di salute è continuamente controllato e i le analisi contestuali alle donazioni a cui vengono sottoposti rappresentano una tutela per i pazienti riceventi, ma svolgono anche una importante funzione di prevenzione a garanzia della salute dei donatori stessi.

Questo patrimonio umano non può andare perduto o essere disperso. E sarebbe a dir poco un controsenso se dovesse accadere per regole più favorevoli ai pazienti. Per salvare un sistema che ha funzionato bene e che ha prodotto ogni anno centinaia di sacche di sangue, la Fidas è determinata a creare le condizioni per ripartire al più presto con le donazioni sull’isola. Perché i volontari isolani possono anche ora recarsi direttamente al “Cardarelli” per donare nei giorni feriali, ma l’obiettivo è di mantenere a Ischia una UNITA’ DI RACCOLTA, che è un servizio sanitario a cui l’isola non può e non deve rinunciare.

Per ripristinare la raccolta in loco, ci sarà bisogno di un numero maggiore di MEDICI  e INFERMIERI disponibili a dare il loro supporto. Per il personale paramedico è previsto un corso di aggiornamento (36 lezioni on line con 28 crediti) il cui costo sarà coperto interamente dalla Fidas isolana. E poi serviranno 4-5 COMPUTER dedicati all’attività di raccolta, che dovranno essere in rete con il sistema regionale.

Una comunità come quella ischitana è in grado di rispondere a queste esigenze, aiutando concretamente la Fidas-Advs a riportare a Ischia la donazione di sangue in linea con le regole vigenti?

 

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