E la cascata della Siena diventò “miracolosa”!!!

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Foto Qui Ischia

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C’è chi si è convinto che arriva direttamente dal sottosuolo, chissà attraverso quale misterioso cunicolo. C’è chi dice che è acqua di mare che torna a mare. E chi sostiene perfino di averne tratto enorme giovamento per la sua cervicale dolorante, dopo essersi sottoposto a docce quotidiane. La cascata del Muro Rotto sta generando una serie imprevista di leggende metropolitane (nel caso specifico, paesane), che si diffondono velocemente di bocca in bocca, con le dovute integrazioni individuali, complici le chiacchiere da spiaggia e le iperboli da colpo di sole. Peccato che molti di quelli che ne parlano nei crocchi sotto gli ombrelloni, di quanto sta accadendo alla Siena dal mese di marzo,conoscano solo il prodotto finale, quello che si trovano sotto gli occhi quando fanno il bagno. O che gli cala dall’alto, quando si concedono quella che ritengono essere una doccia termale rigenerante e perdipiù gratis.

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E invece, per capire davvero cosa sta accadendo sul lato del mare e l’origine di quel continuo sversamento d’acqua, non si può prescindere da ciò che c’è dietro la cascata, al di là della ringhiera di ferro che in quel tratto delimita l’antico orto oggi CANTIERE DELLA SIENA. In pochi, tra i fautori delle docce, hanno gettato lo sguardo oltre il muretto di via Pontano. Dove lo spettacolo non è prodigo di certezze, piuttosto di tanti DUBBI e INTERROGATIVI. Quelli che i gestori/governanti/tutori del territorio si ostinano a ignorare, disattendere, SNOBBARE. Zitti e muti, come se nulla di ciò che si verifica al confine tra terra e mare li riguardi. Mentre URGE DARE RISPOSTE IRRINUNCIABILI e IMPROCRASTINABILI. E prima o poi dovranno prenderne atto anche quanti si atteggiano a sfingi per comodità e convenienza.

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Nonostante l’enorme quantità d’acqua che continua a finire in mare 24 ore su 24 da oltre tre mesi, nella parte centrale dello scavo della Siena si è riformato un laghetto, collegato da rivoli ad altre pozze sparse qua e là. Ma ad attirare maggiormente l’attenzione sono le “scie” che si sono formate su tutta la superficie dell’invaso, tra la fanghiglia che la ricopre. Scie biancastre, lucide sotto il sole, che si alternano ad altre verdastre e marroni, come ferruginose. E ovunque zampilli e rivoli d’acqua, che sorgono dal sottosuolo, anche di fianco ai tubicini della fitta rete che capta l’acqua in profondità e, attraverso pompe sempre in funzione, la spinge dentro altri tubi più grandi, collocati sulla parte superiore del cantiere, che arrivano fin sul limite del terreno, all’altezza della ringhiera da cui l’acqua precipita in mare, formando la particolare CASCATA.

Non c’è nulla, in quella cascata, che non sia frutto dell’intervento dell’uomo. Non è acqua che arriva direttamente da sottoterra: e come potrebbe superare l’enorme dislivello dello scavo in modo naturale? Né è acqua di mare che torna in mare attraverso una sua strada sotterranea. Ci sono tubi e condotte che producono l’EMUNGIMENTO CHE ALIMENTA LA CASCATA. Ed è questo percorso che suscita DOMANDE sulla PUREZZA dell’acqua che finisce a MARE e sui CORPI degli appassionati delle docce “termali”.

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Chi tra gli enti pubblici “di dovere” ha analizzato l’acqua che precipita dal muro? E, se è tutto a posto e nei limiti consentiti, perchè non si pubblicano quelle analisi, rassicurando in via definitiva la cittadinanza sulla fruibilità dell’acqua?

Dov’è il problema di dare CHIARIMENTI, di fornire SPIEGAZIONI doverose, di INFORMARE pubblicamente se non c’è problema?

Il SILENZIO ASSORDANTE di chi ha il dovere di dare risposte, in questo caso soprattutto, non è rassicurante, convincente, tranquillizzante. Semmai il contrario.

E sempre perchè le DOMANDE PREMONO: dove andrà a finire l’acqua sporca che si sta raccogliendo nello scavo? Si può fare la doccia anche con quella? Hai visto mai che ci troviamo una VERA cascata miracolosa proprio all’ingresso di Ischia Ponte! E tutto gratis: che figata!

A proposito, qualche relazione geologica che ci assicuri che NON E’ STATA TOCCATA LA FALDA e che NON C’E’ PERICOLO per l’AREA CIRCOSTANTE, qualcuno la può fornire alla cittadinanza?

 

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