Dopo il sisma, urgono dati e verifiche a terra e a mare e un monitoraggio efficace

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Foto Qui Ischia

INTERVISTA AL GEOLOGO ANTONINO ITALIANO

Quando ci siamo visti, poche ore fa, non era ancora stato pubblicizzato il nuovo aggiornamento dei dati sul sisma del 21 agosto da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sezione di Napoli, ovvero lo storico “Osservatorio Vesuviano”. Ma già forti erano i dubbi degli esperti sui dati che l’istituto di ricerca aveva fornito poco dopo la scossa che ha sconvolto Casamicciola e Lacco e, con dei ritocchi significativi, nel giorno successivo. “Come ha detto il professor Luongo, le stazioni di rilevamento sarebbero state attive al 50% e, sebbene il limite sotto al quale non si può andare è il 20%, i dati acquisiti in queste condizioni sono poco attendibili”: a farci capire un po’ meglio la storia di quest’ultimo evento sismico e soprattutto ciò che va fatto da ora in avanti per garantire un controllo efficace e sistematico del territorio è il geologo ANTONINO ITALIANO, che conosce molto bene la complessa realtà geologica della nostra isola. E quelle sue peculiarità  rimaste gioco forza estranee – purtroppo – alle ricostruzioni propinateci in questi giorni da ricercatori che l’isola l’hanno vista forse in cartolina e che si sono basati, come è stato confermato oggi, su DATI IMPRECISI E FUORVIANTI.

“Se l’ipocentro è a mare, come ha sostenuto l’INGV (oggi ha rettificato, ndr) o a terra come ipotizzano Luongo e altri – dice Italiano – è molto diverso. E a a maggior ragione per queste discrepanze è necessario acquisire altri dati e procedere a più ampie verifiche. Dobbiamo riuscire a capire se si sia trattato di un evento TETTONICO o VULCANICO. Questo è un aspetto dirimente che va chiarito”.

Dunque, tra le prime azioni da compiere c’è la VERIFICA dei POZZI TERMALI di tutta l’isola. “Si devono misurare i livelli e le temperature. Mi meraviglierei se non lo stessero già facendo. Peraltro, basta rivolgersi ai concessionari, che hanno l’obbligo di fornire i dati alla Regione ogni anno. Bisognerà chiedere loro di farlo ora in via straordinaria”.

Altra indagine da realizzare è quella sui FONDALI MARINI INTORNO ALL’ISOLA: “Una mappatura completa fu fatta da Geomare nello studio di fattibilità per l’Area Marina, adesso si dovrebbe ripetere la batimetria. Se il sisma è stato superficiale si può trovarne traccia in avvallamenti o frane. In questi casi, questa indagine è sempre opportuna”. Poi ci sono i RILIEVI MAGNETICI: “Servono a controllare le anomalie magnetiche. La Regione dispone di una carta ad hoc a cui contribuì a suo tempo anche mio figlio Francesco, che rilevò una forte anomalia magnetica al largo di Forio. E’ il sintomo che ci sono masse dense a bassa profondità, peer cui è importante aggiornare quei dati”.

Altro passaggio essenziale è la LIVELLAZIONE  o RILEVAZIONE DI QUOTA “per vedere se il mare è sceso o risalito. Prima si faceva a scadenze fisse. E la livellazione serve anche per verificare se le varie zone di Casamicciola siano cambiate di quota”. E si dovrebbe fare “l’ANALISI DEI GAS DELLE FUMAROLE: l’hanno fatta a Pozzuoli e sulle isole?”.

La natura vulcanica dell’isola gioca sempre e comunque un  ruolo in tutte le sue vicende geologiche: “Indipendentemente che si sia trattato di un terremoto tettonico, lo scuotimento non fa bene in un CAMPO VULCANICO quale è Ischia”. E mi fa al momento un piccolo esperimento con un bicchiere pieno di acqua gassata: “Vedi che se lo scuoto, salgono le bollicine. E’ quanto si verifica anche con lo scuotimento di un sisma. Solo che nel caso dei fluidi vischiosi la risalita avviene in tempi molto lunghi”.

Sulla questione dei crolli e le polemiche sulla qualità delle strutture colpite, Italiano ha la sua idea: “Se avessimo avuto un patrimonio edilizio come quello di 130 fa, avremmo avuto una catastrofe simile, con un numero di perdite spaventoso, il che vuol dire che non è vero che in questi anni si è costruito sempre e comunque alla carlona. D’altra parte, se avessimo ancora utilizzato la scala Mercalli, con i crolli e le vittime, il terremoto sarebbe stato classificato del nono o decimo grado…”

Ci sono numerosi rilievi, controlli, studi da fare, su tutta l’isola: “E’ essenziale tenere MONITORATO IL TERRITORIO – sottolinea il geologo – immagino che lo staranno già facendo, ma dobbiamo chiedere a che punto è. E poi, si è effettivamente proceduto e come al potenziamento della rete che è stato finanziato dalla Regione?”.

Già, finanziata con i fondi Por Campania del periodo 2007/13, con possibilità di rinnovo, la Regione ha stipulato una convenzione con l’INGV-Osservatorio Vesuviano per il POTENZIAMENTO  delle proprie RETI DI MONITORAGGIO SATELLITARE, AEREO E TERRESTRE SULLE AREE VULCANICHE ATTIVE DEI CAMPI FLEGREI E DELL’ISOLA D’ISCHIA”.  Ma com’è possibile che, poi, nel momento del bisogno, non si è riusciti ad acquisire nel modo più efficace ed efficiente i dati fondamentali, tanto che si è preso un granchio così grosso nell’identificare l’ipocentro del sisma?

QUEL POTENZIAMENTO C’E’ STATO O E’ RIMASTO UN IMPEGNO SCRITTO SULLA CARTA E MAI CONCRETIZZATO? E COME SI PENSA DI GARANTIRE SU UN’ISOLA DALLA GEOLOGIA COSI’ COMPLESSA E DELICATA IL  MONITORAGGIO CHE SERVE?

Dopo il balletto di dati e di ipocentri di questi giorni, con il disastro mediatico che ne è scaturito a cascata, l’INGV qualche risposta e chiarimento ce li deve. E pure “primm ‘e mo’”.

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