Una manifestazione per informare e sensibilizzare i cittadini sulla campagna per ottenere la “Zona Disagiata”, che in questi ultimi mesi una petizione ha portato nelle strade, nelle piazze, nei luoghi di aggregazione e nelle case degli ischitani. Tutto per riuscire a garantire finalmente il personale necessario all’ospedale “Rizzoli”, davanti al quale, stamattina, si è svolto l’annunciato SIT IN del CUDAS Ischia, finalizzato anche a sollecitare interventi di messa in sicurezza della struttura che sorge in zona sismica. Tutte questioni che hanno trovato grande attenzione e desiderio di discutere e approfondire tra i numerosi cittadini che, per tutta la mattinata, si sono alternati vicino al presidio del Cudas, collocato lungo via Fundera, sul lato opposto al nosocomio, per non intralciare in alcun modo la circolazione stradale e soprattutto il viavai dei mezzi di emergenza. Una dimostrazione collettiva della volontà di salvaguardare e potenziare sull’ISOLA CENERENTOLA DELL’ASL i servizi sanitari e i Livelli Essenziali di Assistenza di cui, in contemporanea, stava trattando tutto il gotha dalla sanità nazionale e campana, a cominciare dalla ministra Lorenzin, nelle confortevoli sale dell’Hotel Excelsior di Napoli.
C’è stato chi è venuto apposta perchè aveva saputo del sit in nei giorni scorsi, chi ha deciso di fermarsi passando in auto, chi si è avvicinato all’uscita dall’ospedale o prima di entrarvi. Tutti desiderosi di capire i motivi di quella presenza e di condividere considerazioni, esperienze, testimonianze. E, chi non l’aveva già fatto, di aggiungere la propria alle già oltre 4000 FIRME DELLA PETIZIONE PER LA ZONA DISAGIATA.
Non sono mancati quanti hanno colto l’occasione per rappresentare la loro preoccupazione per il futuro dell’ONCOLOGIA e la loro contrarietà a qualunque assetto organizzativo che non riconosca al dottor ROBERTO MABILIA il giusto merito per aver creato dal nulla (con il dottor MAURIZIO MATARESE) un servizio di cui Ischia ha avuto sempre motivo per andare orgogliosa non solo al di là del mare, ma anche oltre la Campania.
Una mattinata di dialogo, confronto e partecipazione attiva. In un clima sereno, disteso, collaborativo, ovviamente anche con le forze dell’ordine che discretamente hanno seguito l’iniziativa dall’inizio alla fine.
Rispetto all’ordinario andamento del sit-in c’è stato un solo fuori programma, ovvero una visita di una folta delegazione del Cudas e di alcuni rappresentanti degli organi di stampa all’interno dell’ospedale, al piano terra, dalla parte degli uffici e delle scale, per avere un’idea delle tracce lasciate dal terremoto e dei lavori (pochi) fatti per sistemarle. Tutto con la discrezione dovuta in un ospedale e il massimo rispetto per chi vi lavora. Ci mancherebbe che un comitato che si impegna per migliorare l’assistenza e le condizioni di lavoro andasse a intralciare la tranquillità di pazienti e operatori!
E’ bastata la sola presenza, per quanto composta, a spingere la vicedirettrice sanitaria del presidio (il direttore sanitario Capuano è in ferie) ad una reazione durissima, neanche l’ospedale fosse stato occupato dai pirati barbareschi. Bruschi inviti ad uscire subito, un perentorio “chiamiamo i Carabinieri” che peraltro già seguivano da un pezzo il sit in, toni concitati neppure avessero visto nel corridoio Totò Riina: un atteggiamento all’insegna dell’esagerazione e di una incomprensibile e aprioristica irritazione, decisamente sopra le righe e del tutto improprio date le circostanze. Anche perchè il gruppo Cudas ha lasciato subito l’interno della struttura, con la tranquilla compostezza con cui ci era entrato.
E all’uscita, al tocco di classe finale (si fa per dire, eh!) ha provveduto l’architetto dell’Asl che da anni dirige il cantiere permanente del “Rizzoli” e che cura i lavori nei vari presidi territoriali. Il TECNICO ha avuto l’infelice idea di uscirsene con un inopinato e sconcertante “DOVRESTE VERGOGNARVI”, che certamente non avrebbe aiutato a conservare calma e serenità, se da parte dei “visitatori” del Cudas non vi fosse stato fin dall’inizio un atteggiamento assolutamente tranquillo e composto. Un COMMENTO INACCETTABILE nei confronti di cittadini che stanno portando avanti richieste e rivendicazioni nell’interesse generale, che vanno anche a beneficio di chi in ospedale lavora. Peraltro, certi dipendenti pubblici dovrebbero ogni tanto ricordarsi chi paga i loro stipendi e perché e regolarsi di conseguenza, prima di esondare in malo modo rispetto al loro ruolo e al loro servizio.
Nonostante l’”inospitalità” subita in ospedale, il sit in è proseguito serenamente com’era cominciato: altre firme, altri visitatori al tavolo, altri cittadini solidali e partecipi. E l’adesione importante dell’ASSOFORENSE rappresentata dall’avvocato CELLAMARE e da altri suoi esponenti, che hanno sottolineato l’impegno comune per la “Zona Disagiata”, da cui dipende anche il corretto funzionamento del servizi giudiziari sull’isola. Al sit in hanno partecipato e contribuito il PRESIDIO DI LIBERA “GAETANO MONTANINO” DI ISCHIA E PROCIDA, l’associazione IL GIRASOLE e altre che già in precedenza avevano aderito alle iniziative del Cudas. Che proseguirà e intensificherà le sue iniziative sul territorio per la “Zona Disagiata” e la soluzione della carenza di personale in ospedale, per la messa in sicurezza del “Rizzoli” e per tutelare la qualità dell’assistenza che assicura da 18 anni l’Oncologia di Ischia.