Con le amiche del “Tavolo di Amalia” c’eravamo state a primavera, in una giornata tiepida e sfolgorante di sole, che ci aveva regalato una passeggiata magnifica, da cui ci eravamo congedate a malincuore, con gli occhi colmi di bellezza. Ci siamo tornate stamattina, con un gruppo più nutrito, compresi dei turisti piemontesi. E Sant’Alessandro ci ha fatto ancora omaggio dei suoi panorami mozzafiato tra collina e mare, spaziando dal Castello a Casamicciola, con il valore aggiunto delle montagne dell’Appennino coperte di neve in lontananza. Tante foto e un grande entusiasmo, tra i forestieri, per la scoperta di un angolo di Ischia che non avevano mai immaginato, passando con l’autobus tante volte sull’ex Statale, diretti verso Casamicciola.
Dopo una passeggiata lungo l’antico Lago de’ Bagni e una sosta nella Chiesa di Portosalvo, che in questi giorni ospita un bellissimo presepe, la salita al borgo non poteva che essere dalla storica stradina di pietra, che un tempo era l’unica via di collegamento da Ischia con il resto dell’isola, anche se oggi, abituati a ben altre strade, si fa fatica a crederlo. E, in cima alla salita, la sorpresa per i turisti di trovarsi davanti uno scenario così vasto e vario, di guardare l’isola da una diversa prospettiva. Con la chiesetta medievale, dedicata al papa martire Alessandro, che si rivela un gioiello in miniatura appena il cancello di ferro viene aperto dalle signore del posto, accorse, cordiali come sempre, ad accogliere i visitatori. Si commenta il panorama, si ricorda la famiglia dei nobili Di Manso che popolarono per primi la collinetta affacciata sull’allora lago, si sottolinea la particolarità architettonica del tempietto e le antichità che contiene e si consulta l’antica cartina,che illustrava tutta l’area costiera, da Sant’Alessandro all’enorme distesa nera e brulla del Cremato, con all’interno il lago, circondato da orti, vigneti e agrumeti.
Nel borgo vestito a festa per Natale, non può mancare la narrazione dell’altra festa più attesa, quella del 26 agosto, con il corteo storico che i turisti non hanno mai visto, ma che ora li solletica a venire in un’altra stagione, per osservare da vicino le sontuose creazioni di stoffa che Sisina Masturzo e le altre amiche santalessandrine realizzano con precisione certosina, attente a non tradire mai la storia e l’autenticità di ispirazione degli abiti “di scena”.
Un raggio di sole, via via sempre meno timido, fa scintillare le palline di Natale appese ai rami di rampicanti e cespugli lungo la “viarella” e rivela le infiorescenze dell’aloe che si apprestano a sbocciare, per colorare come sempre l’inverno ischitano. Sulla sinistra, lo sguardo segue la linea frastagliata della costa rocciosa, dove il verde s’incontra con l’azzurro dalle mille sfumature del mare (calmo) d’inverno. E mentre indichi la zona del Castiglione, dov’era il villaggio degli abitanti di cultura osca precedenti all’arrivo dei greci di Eubea, basta un attimo per trovarsi di fronte l’inconfondibile sagoma bianca di Casa Buchner da cui quella (ri)scoperta iniziò.
Non è tempo di “aiva”, ma l’ospitalità della Pro-Sant’Alessandro ha previsto che la visita si concluda con un aperitivo all’ischitana, offerto con il cuore. Il dottor Napoleone stappa lo spumantino di rito per gli auguri di Buon Anno, che s’intrecciano con la promessa di rivedersi presto. Con gli isolani, ma anche con i forestieri, che già sanno di tornare a Ischia e che non mancheranno di visitare di nuovo l’angolo di paradiso appena scoperto. Intanto, se lo porteranno nelle tante foto scattate lungo il percorso, pronte per essere condivise con amici e parenti. E il saluto, per tutti, è un arrivederci, cordiale come tra vecchi amici. “E’ stata una splendida mattinata”, commentano i piemontesi. L’isola ha ricreato la sua magia…