Un Monzù a Ischia Ponte
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7 anni ago |
Un Monzù a Ischia Ponte
L’appuntamento classico del caffè del sabato, soprattutto a Ischia Ponte ma anche nelle uscite del Tavolo di Amalia oltre il borgo, è sempre più l’occasione per incontri e storie che vale la pena condividere. E poi l’isola da cui si parte e in cui si torna è il luogo ideale per incrociare esperienze, viaggi, narrazioni, prospettive. Come è capitato “dal vivo” con Luigi, ischitano innamorato dell’Irlanda. E Laura, cui lo spirito e la curiosità della viaggiatrice certo non mancano, è riuscita ancora a restituire con leggerezza e profondità l’atmosfera e il senso di quelle chiacchierate amichevoli al profumo di caffè
UN MONZU’ A ISCHIA PONTE
Ci sono storie che ti avvolgono, ti appassionano, sembrano bussare alla tua porta per chiedere di essere raccontate. E io ci provo a raccontarla questa storia, anche se è abbastanza complessa. Vediamo se ci riesco.
Tutto comincia alla fine della scorsa estate quando noi del Tavolo abbiamo notato un nuovo bar a Ischia Ponte. Per la verità il locale esisteva da tempo, ma era chiuso e abbandonato. D’un tratto ha ripreso vita con un nome strano: Monzù. “Andiamo lì a prendere un caffè?” Ma sì, dai. “Ma che diavolo significa Monzù?”. Ci risponde un avventore: “I Monzù erano i cuochi di casa reale. Viene dal francese Monsieur. In effetti i Borbone amavano la buona cucina francese e così facevano venire i cuochi dalla Francia. E Monsieur a Napoli è diventato Monzù e in Sicilia Monsù”. Ecco, vedete? Se cercate bene, a Ischia Ponte troverete sempre qualcuno preparato in storia che vi saprà dare giuste informazioni. Già, ma cosa c’entra un bar con la cucina di casa reale? La risposta è presto servita: qui si può anche mangiare. Già dalle 11:00 del mattino vedi arrivare dalla cucina teglie appetitose con parmigiane, gattò di patate, trippa, cianfotta, ma anche semplicissime patate al forno e insalata. E poi i dessert: crostata, torta al formaggio o alle mele. Insomma, ce n’è per tutte le diete.
Luigi, il simpatico barista, ci serve il caffè e quando possibile si ferma volentieri a fare quattro chiacchiere. La conversazione che vi riporto in effetti è il riassunto di più di una chiacchierata.
Ma sei di queste parti, Luigi? “Sì, ma sono stato all’estero per più di due anni, poi sono tornato ed eccomi qua”. La storia diventa intrigante. Dove sei stato all’estero? “A Dublino – mi risponde lui trottando tra i tavoli – Lavoravo in un’officina meccanica, come del resto qui a Ischia prima di partire”. E ora hai cambiato completamente rotta, fai il barista. “Sì, perché la mia famiglia mi ha coinvolto nel progetto per questo bar e io sono stato contento di tornare per dare una mano. Ma a Dublino ho vissuto un’esperienza fantastica da un punto di vista umano. Soprattutto ho imparato che nella vita si può cambiare tutto ed è giusto farlo se ti si presenta l’occasione” E qui il racconto è davvero interessante: “Ho conosciuto manager di grandi aziende che all’apice della loro carriera hanno lasciato il loro posto, pagato profumatamente, per dedicarsi a una tenuta in campagna. E così ho capito che se fai il meccanico, come nel mio caso, non è detto che devi morire meccanico. Il cambiamento non è una sconfitta, ma una possibilità che ti dà stimoli nuovi” . Giusta l’avvertenza: “È chiaro che prima di cambiare devi ponderare bene il tutto e devi anche pensare che può andarti bene come può andarti male. Se ti va male, devi essere pronto a risollevarti”.
Le parole di Luigi colpiscono come pietre. Ecco, gli Ischitani che tornano con quel bagaglio di esperienze, possono dare un contributo importante al nostro paese.
Ma come si vive a Dublino? “Si vive bene – mi risponde sicuro – Mi sento di dire che la gente è aperta e disponibile ad accogliere gli stranieri come me. È probabile che questo derivi anche dall’abitudine, ormai consolidata, a relazionarsi con gli stranieri. Ma soprattutto è l’organizzazione che ti rende la vita più semplice. Qui invece lottiamo ancora contro il traffico, le auto”.
Già.. il traffico. Qui a Ischia si vive male da questo punto di vista. “In effetti a Dublino, come in altri paesi che ho visitato in vacanza, le auto non sono più di moda. La gente preferisce muoversi con i mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta, perché c’è tutta un’organizzazione che spinge in questo senso.” E qui Luigi va anche oltre Berlino: “Tempo fa ho visitato un paese nell’Est europeo. E lì se vuoi accedere in auto nel centro storico, puoi farlo. Ma devi pagare”. Buona idea. Ma forse l’idea migliore è quella di dotarsi di servizi che rendano piacevole e conveniente muoversi senza auto.
Ringrazio Luigi per questa bella chiacchierata che a me ha dato davvero tanto. E mi godo il mio buon caffè! A proposito, io sono aperta a qualsiasi cambiamento. Però il caffè, in qualunque bar di Ischia, deve essere sempre così: eccellente. Non siete d’accordo?