Lavori al presidio “San Giovan Giuseppe”, ci sarà finalmente l’ingresso autonomo per l’Oncologia?

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Foto Qui Ischia

I lavori vanno avanti da un po’, segnalati da qualche impalcatura esterna, ma concentrati soprattutto all’interno. Dove, fin dal piano terra, si stanno rimodernando tutti i locali del presidio sanitario “San Giovan Giuseppe” di Ischia. Intervento legato alle aspettative che  riguardano una razionalizzazione necessaria degli spazi nella struttura in cui sono allocati numerosi e importanti ambulatori specialistici, insieme alla Guardia medica e all’Oncologia. Riorganizzazione la cui esigenza si era posta fin da quando, ormai diversi anni fa, con la chiusura dello Psaut si era liberata qualche stanza, a fronte della fame di metri quadri dei servizi rimasti, alle prese ogni giorno con ristrettezze difficili da conciliare con il numero degli utenti e le caratteristiche delle prestazioni da erogare.

Se il problema di spazio è stato sempre piuttosto generalizzato, tuttavia a soffrire più degli altri servizi è stata sempre l’ONCOLOGIA, che non ha mai potuto contare di tutto ciò di avrebbe avuto e avrebbe bisogno vista la vastità e la varietà dell’utenza che ha in carico. Senza contare che, dopo aver fritto i pesci con l’acqua dall’apertura (ci ricordiamo bene le pochissime poltrone sfondate e perfino le sedie con cui si è lavorato per anni), per i risultati che ha portato e i livelli di qualità raggiunti avrebbe meritato e meriterebbe un po’ più di spazio vitale e una sistemazione più adeguata di quella concessale nel tempo. E nonostante gli impegni a chiacchiere che nessun dirigente Asl ha mai centellinato, salvo rimangiarseli puntualmente alle resa dei conti. Compresa la rassicurazione che, chiuso il Psaut, l’Oncologia avrebbe finalmente guadagnato qualche centimetro in più.

Stavolta, i lavori in corso porteranno qualche beneficio all’Oncologia ristretta nel “mastrillo”? Non è dato saperlo ancora, al momento attuale, ma è auspicabile che ci si sia premurati e preoccupati di prevedere un AMPLIAMENTO DELLO SPAZIO ASSEGNATO  a quel servizio FONDAMENTALE per la popolazione isolana. A cominciare dall’esiguità del tratto di corridoio adattato a sala d’attesa, assolutamente insufficiente al bisogno quotidiano, tanto che i pazienti e i loro accompagnatori finiscono con il doversi contendere i posti posti sulle panche con gli utenti degli altri servizi sullo stesso piano, peraltro anch’essi penalizzati dal poco disponibile.

Ancora più urgente è il problema dei SERVIZI IGIENICI. E già, perchè mentre l’Asl mette in mora tutti gli esercizi commerciali e le attività pubbliche sull’isola, chiamati a garantire, seppure minuscoli, i servizi igienici per uomini, donne e per i disabili, a sé stessa applica uno “sconto” e si consente di mettere a disposizione dell’utenza solo UN BAGNO MISTO, che è veramente meno del minimo.Tanto più per le esigenze specifiche dei pazienti oncologici, aggiungendo disagi alle difficoltà che già affrontano e vivono ogni giorno per la malattia e per le implicazioni della chemioterapia a cui si sottopongono in via Mirabella.

Altra questione delicatissima, molto sentita dall’utenza che tante volte l’ha evidenziata, è la necessità di un ACCESSO SECONDARIO E DEDICATO ALL’ONCOLOGIA, rispetto all’ingresso da cui accedono tutti gli altri utenti. Si tratta di un’esigenza di privacy incontrovertibile, che il CUDAS aveva già inserito nelle richieste prioritarie presentate nel settembre 2016 al direttore generale dell’Asl, ANTONIO D’AMORE, che era sembrato almeno su quello aperto ad una soluzione. In seguito, la questione era stata riproposta alla direttrice sanitaria del Distretto 36, MARIA CARMELA AIARDO, da cui dipende il presidio “San Giovan Giuseppe” e la dirigente aveva assicurato che la questione era ben presente e che il percorso alternativo era già stato identificato e sarebbe stato realizzato di lì a poco. Da allora è passato più di un anno e adesso che i lavori sono in corso, in via Mirabella, dovrebbe essere la volta buona. Ma finora non si vede alcun segnale, intorno al perimetro dello stabile, che si stia lavorando a quell’ingresso alternativo.

E allora sorge inevitabile la domanda: quel percorso si farà? L’impegno assunto con l’utenza sarà finalmente onorato oppure passerà in cavalleria pure stavolta?

Se le riposte nei fatti fossero negative, i pazienti oncologici avrebbero solo ingoiato polvere per senza niente in tutte queste settimane e in quelle che verranno, fino alla conclusione dei lavori. Oltre al danno, la beffa. Ma c’è ancora tempo – speriamo – per risolvere i problemi segnalati dai  pazienti e fare qualche progresso concreto nella (ri)qualificazione degli spazi di servizi sanitari strategici per l’isola.

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