Scavi di Santa Restituta chiusi, s’intravede una lucina in fondo al tunnel

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Foto Qui Ischia

Un doveroso omaggio ad un grande figlio di Ischia. E finalmente si è intravisto pure un bagliore di luce in fondo al tunnel che ha ingoiato da anni il più importante sito archeologico dell’isola. Per il decennale della scomparsa di don PIETRO MONTI, stamattina a Lacco Ameno la conferenza promossa dal Comune,  in collaborazione con la Diocesi di Ischia e l’associazione “Le Ripe”, ha portato a compimento il percorso di approfondimento e divulgazione dell’opera del prete archeologo iniziato due anni fa, partendo dall’età greca e romana, per concentrare stavolta l’attenzione sulle sue scoperte relative ai secoli seguenti alla caduta dell’Impero romano. Ma parlando dell’attività di don Pietro, sopra l’area da lui esplorata fin dal 1952 e dove sono custodite le migliaia di reperti da lui recuperate e studiate, non si poteva trascurare di trattare pure lo spinoso argomento del destino del Museo e degli Scavi di Santa Restituta, da anni (troppi) chiusi al pubblico. Come mai avrebbe voluto il loro artefice, che sempre si era preoccupato e impegnato per rendere fruibile quello straordinario luogo, man mano che ne procedeva al disvelamento, metro dopo metro, strato dopo strato.

Assente il sindaco PASCALE, richiamato d’urgenza a Roma per colloqui sul dopo terremoto, a fare gli onori di casa ai numerosi ospiti venuti da fuori è stata l’assessora alla Cultura CECILIA PROTA, che per prima ha collegato la volontà di ricordare don Pietro con quella di valorizzare il patrimonio storico-archeologico frutto del suo pluridecennale lavoro. Tema cruciale, toccato anche dal vescovo PIETRO LAGNESE, che nel portare il suo saluto si è soffermato sulla necessità di “non disperdere, ma di promuovere e valorizzare la sua eredità culturale” e in particolare gli Scavi, “fiore all’occhiello dell’intera isola”.

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Foto Qui Ischia

Di una giornata organizzata per “rimettere al centro dell’attenzione don Pietro e un luogo importante come pochi altri”, per la conoscenza che offre del territorio nell’antichità e nelle epoche successive, ha parlato TERESA ELENA CINQUANTAQUATTRO, della Sovrintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio. Dalla sovrintendente è arrivato un significativo INVITO a tutti a “iniziare a ragionare sul FUTURO di questo patrimonio, legato strettamente al patrimonio paesaggistico”. E in questo impegno di rivalutazione (si spera almeno) Cinquantaquattro ha auspicato che vada in porto “al più presto” un protocollo d’intesa per la RISISTEMAZIONE DELL’AREA ARCHEOLOGICA E DEL MUSEO”. Un’azione da inquadrare in una rete di percorsi tematici e di musei su scala regionale di cui il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) potrebbe essere il fulcro.

Intanto, la collaborazione tra Sovrintendenza, Comune di Lacco Ameno e altre istituzioni scientifiche si concretizzerà in un grande CONVEGNO DEI MAGGIORI STUDIOSI DELLA STORIA DEL MEDITERRANEO NEL IX E VIII SECOLO A.C. E DELLE COLONIE EUBOICHE IN OCCIDENTE, che si terrà a ISCHIA  nel prossimo MAGGIO.

A presentare la figura di don Pietro Monti è stato il giornalista GIANLUCA CASTAGNA, moderatore della conferenza, che ha portato anche il suo ricordo personale del sacerdote lacchese, molto radicato sul suo territorio, di cui possedeva una rara conoscenza, e punto di riferimento della comunità. Con un grandissimo amore per l’archeologia, a cui si era accostato e che aveva coltivata da autodidatta. Passione che aveva sempre cercato di trasmettere ai giovani di Lacco, coinvolgendoli attivamente nelle attività del museo, man mano che ne arricchiva la dotazione di reperti.

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Foto Qui Ischia

Di grande interesse è stato l’intervento del professor FEDERICO MARAZZI, dell’Università Suor Orsola Benincasa, che ha illustrato l’enorme contributo dato da don Pietro alla ricostruzione del ruolo di Ischia nel Mediterraneo dal IV all’VIII secolo d.C., senza trascurare di fare cenno alla lunga frequentazione della sua famiglia con il prete archeologo, rincontrato da studente di archeologia nell’85, quando partecipò con altri giovani ad una campagna di studio di materiali di epoca medievale recuperati nel centro di Lacco.

Qualche pezzo medievale proveniente dagli Scavi di Santa Restituta è stato scelto per la grande mostra sui LONGOBARDI, che dopo Pavia e Napoli sta per fare tappa al famoso Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo. Mostra curata dal Marazzi e da  PAOLO GIULIERINI, direttore del MANN, che ha portato una nota di speranza  sul futuro del patrimonio lasciato da don Pietro e, in generale, dell’offerta culturale della nostra isola. Siti, musei e reperti da mettere in rete, superando le barriere tradizionali tra realtà statali e non, in stretta relazione con il territorio, per proporre un’offerta culturale unitaria agli studiosi e ai cittadini interessati. “C’è la necessità di ABBATTERE STECCATI di competenze e spostarsi sulla condivisione di obiettivi strategici”. Un’ottica già sposata dal MANN, che si propone come parte attiva nella creazione di COLLABORAZIONI con le diverse realtà archeologiche della Campania. Infatti, dopo quella realizzata per la mostra sui Longobardi, altre seguiranno per la mostra sui Bizantini nel 2020 e nel 2019 per una mostra sul mare e in entrambe sarà coinvolta anche Ischia. E si prospetta anche una collaborazione per valorizzare il Museo di Villa Arbusto.

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Foto Qui Ischia

Il valore di questa possibile intesa tra istituzioni per valorizzare il patrimonio culturale locale è stato sottolineato dall’assessore Prota nelle conclusioni, prima di annunciare la decisione del Consiglio comunale lacchese di istituire una BORSA DI STUDIO ANNUALE INTITOLATA A DON PIETRO A FAVORE DI STUDENTI E RICERCATORI CON SPECIALIZZAZIONI IN ARCHEOLOGIA REALIZZATE SUL TERRITORIO ISOLANO. Una bella iniziativa. Ma, come ha sollecitato il professor MONTI, nipote di don Pietro, il modo migliore per ricordare e essere riconoscenti al prete archeologo sarà di RIAPRIRE IL PRIMA POSSIBILE IL MUSEO E GLI SCAVI DI SANTA RESTITUTA.

 

 

 

 

 

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