Da Villa Arbusto è partita la candidatura dell’isola d’Ischia a sito patrimonio dell’umanità

IMG_0952Anni fa, l’idea l’aveva lanciata il compianto Francesco Scalfati, che in uno dei periodi più bui dal punto di vista politico-amministrativo per Ischia promosse una raccolta di firme per far riconoscere come siti Unesco il porto borbonico e il Castello Aragonese con il borgo di Ischia Ponte. Era un’impresa impossibile, ma ebbe il merito di suscitare una riflessione sul valore di quegli straordinari luoghi e sulla necessità di preservarne l’identità e le peculiarità. A distanza di tempo, l’ipotesi Unesco è tornata di attualità, giustamente riferita all’intera isola. E non per una provocazione come fu allora, bensì come punto di partenza per una specifica iniziativa, che ha preso le mosse dalla  “Scuola Scienza e Società” organizzata nell’aprile dello scorso anno da Circolo Sadoul e ospitata presso al Biblioteca Comunale Antoniana di Ischia. Due giornate intensissime, contrappuntate dalle relazioni di esperti di varie branche scientifiche, che proposero un grande e affascinante affresco delle tante particolarità ambientali, storiche e artistiche  che fanno della nostra isola un microcosmo unico, vera “epitome del mondo” per riprendere una felice definizione che volle dedicarle il filosofo George Berkeley. E gli atti di quel convegno sono stati ora raccolti in una pubblicazione il cui titolo è tutto un programma: “Ischia, Patrimonio dell’Umanità. Natura e cultura”, curato da Ugo Leone e Pietro Greco per l’editore Doppiavoce di Napoli.

In realtà, il titolo del volume riprende la relazione conclusiva di quel convegno, presentata proprio da Pietro Greco, che vi tirò le fila dei lavori, trasformandole nella solida base di un progetto più ampio e di lungo respiro, certamente ambizioso ma non velleitario. Come è emerso con chiarezza anche in occasione della presentazione del libro a Villa Arbusto, davanti ad un pubblico interessato e partecipe arrivato da ogni parte dell’isola. Un’altra occasione comune di riflessione e di approfondimento, coordinata dal giornalista-scrittore-uomo di scienza Pietro Greco, con la partecipazione di Ugo Leone, già docente di Politica dell’Ambiente all’Università Federico II di Napolie attuale commissario del Parco Nazionale del Vesuvio, e di Costanza Gialanella, della Sovrintendenza Archeologica Speciale di Napoli e Pompei nonchè Direttrice del Museo Archeologico di Pithecusae, e Rosario De Laurentiis, in qualità di fondatore del Circolo Sadoul. A portare il saluto dell’amministrazione, il sindaco di Lacco Ameno, Carmine Monti.

IMG_0507A entrare nel vivo del tema della serata, ovvero la possibilità per Ischia di proporsi per entrare nella ristretta e preziosa lista dei siti patrimonio dell’umanità, è stato Ugo Leone, che sta seguendo l’iter ottenere il medesimo riconoscimento per il Vesuvio e quindi conosce perfettamente tutti gli aspetti e anche le difficoltà di quel percorso. A cominciare dalla lunga lista dei pretendenti, tra cui anche molti luoghi d’Italia, nonostante che il Belpaese già possa vantare il maggior numero di siti Unesco a livello mondiale. Ma sulla base delle regole stabilite dalle Nazioni Unite per il riconoscimento Unesco, che Leone ha ricordato e ampiamente citato, Ischia ha sulla carta i requisiti giusti per presentare la sua candidatura. Perchè è un luogo circoscritto con caratteristiche particolari e uniche che lo rendono meritevole di essere tutelato e preservato nella sua essenza, prima che possa essere definitivamente compromessa e cancellata, a beneficio dei contemporanei e delle generazioni che verranno. Non sono i luoghi incontaminati – o almeno non solo quelli – a diventare siti Unesco, ma quei territori particolarmente interessanti di cui vanno sanate eventuali ferite, con l’impegno di evitarne delle altre, ancora più stravolgenti. Nell’elenco attuale, peraltro, compaiono solo quindici isole o arcipelaghi nel mondo, tra i quali le Galàpagos e le Hawai. E Ischia, con la sua complessa e originale conformazione e vita geologica, all’origine di tante specificità ambientali a terra e a mare, ha sicuramente le caratteristiche naturali per ambire ad entrare in quel ristretto gruppo di eccellenze.

IMG_0896IMG_0892A maggior ragione, con l’aggiunta delle peculiarità culturali che dell’isola prescelta dai greci di Eubea nell’VIII secolo a.C. come prima colonia in Occidente, dove vide l’alba la Magna Grecia, come ha ricordato Costanza Gialanella, che ha sottolineato il ruolo decisivo di Pithecusa all’origine della cultura europea, per la diffusione dell’alfabeto e di tecniche e saperi nel campo agricolo e industriale che dall’isola si trasmisero ai popoli italici, creando le basi per la cultura romana destinata ad imporsi in Europa e in tutto il bacino mediterraneo.

Rosario de Laurentiis, nel portare i saluti e i ringraziamenti della presidente del Sadoul, Ilia Delizia, ha ricordato che il libro è un promemoria delle cose da difendere per chi seguirà. E a sottolineato come il riconoscimento Unesco farebbe fare un grosso balzo in avanti all’isola, dal punto di vista della tutela della sua identità e della salvaguardia dei suoi patrimoni, ma anche economico, per l’attrazione che i siti Unesco esercitano a livello internazionale. Un altro ottimo motivo, insomma, per avviare una pratica che richiederà tempi lunghi, ma con un obiettivo fattibile e, soprattutto, auspicabile. Nell’interesse di tutti.

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