La ramazzata di rappresentanza di sabato scorso ha colto nel segno di far apparire meno abbandonata la Pineta Mirtina di quanto non fosse fino al giorno precedente. Un risultato ampiamente prevedibile e senza godere di particolari doti divinatorie, perchè va da sé che certi interventi semplici e ordinari (come dovrebbero essere nella normalità) non possono che contribuire ad una immagine curata di qualunque spazio verde, anche il più selvaggio e incontaminato, come è auspicabile che resti il più possibile la pineta dell’Arso. Ma proprio per le caratteristiche e gli effetti del lavoro di sabato, continua a far discutere la sua tempistica, quella sì davvero strana e difficilmente comprensibile ai più. Anche dal punto di vista dell’inconsueta parata (almeno per Ischia, più che inconsueta) di politici che per qualche ora si sono sporcati le mani, peraltro dando amplissima pubblicità al loro “eroico” gesto.
Il fatto è che le pinete versavano in condizioni di trascuratezza a dir poco imbarazzante non da qualche giorno, ma da mesi, per non parlare dell’incuria accumulata negli ultimi anni. La ridotta praticabilità dei vialetti, le erbacce nelle fioriere, le siepi troppo cresciute in alcuni punti, le cicche e i rifiuti che i barbari continuano a buttare ovunque senza ritegno, sono magagne datate, insieme agli scempi e agli esempi di degrado ben più gravi che sabato non sono stati toccati. Defaillance segnalate a tutto spiano negli ultimi tempi. In particolare, in primavera, ovvero prima dell’inizio della stagione turistica ufficiale, quando un intervento serio di pulizia e di cura dei parchi pubblici avrebbe avuto un senso logico e compiuto, non bisognevole di spiegazioni e neppure degli altisonanti proclami “politici” dispensati per l’operazione dell’altro ieri. Da cui, però, non è comunque emersa una risposta alla domanda di rito: perchè quello che è stato possibile sabato 12 luglio non lo era stato a fine aprile, a maggio o ancora a giugno, quando ci avrebbe evitato qualche figuraccia di troppo con i visitatori forestieri delle pinete? Mah!
D’altra parte, prescindendo dal contributo dei volontari di alcune associazioni, che sarebbero stati disponibili anche in altri momenti, perchè quello che Ischiambiente ha dimostrato di essere in grado di fare, se non una volta alla settimana o al mese, almeno una volta all’anno, non era stato organizzato prima? Il presidente dell’Azienda, mobilitatosi personalmente per la pulizia, da quanto tempo non si faceva una passeggiata lungo la pineta (neppure dovendosi addentrare troppo all’interno) per rendersi conto se le tante segnalazioni e proteste dei cittadini avessero un senso? E come mai Sindaco, assessori e consiglieri si sono accorti pure loro solo da poco che i parchi pubblici avevano bisogno di un po’ di cura (ma va)? Come al solito, si sono svegliati all’improvviso dopo essere atterrati direttamente da Marte…
Si è parlato di tappa di una “rivoluzione”. Quanta enfasi per una pulizia che dovrebbe essere ordinaria amministrazione! E che, ora è dimostrato, può essere tranquillamente programmata e realizzata. Magari in modo più soft, senza mettersi a tagliare pure il sottobosco o a rastrellare le foglie secche fuori dai percorsi, un lavoro inutile che produce camion di residui “umidi” il cui smaltimento costa denaro alla comunità. E, infatti, la furia “pulitrice” di sabato ha prodotto un quantitativo esagerato di “umido”, che ci costerà un occhio della testa per il conferimento, mentre si tratta di materiale organico che la natura smaltisce da sé a costo zero. L’attenzione va concentrata piuttosto su lattine, bottiglie, sacchi e rifiuti di plastica, che non sono affatto rari, soprattutto lungo il perimetro dei parchi, al confine con le strade frequentate dai porci a due gambe. E lì che il servizio va migliorato e garantito con un minimo di continuità. E non si tratterebbe di nulla di “rivoluzionario”, solo semplice, ordinaria manutenzione.
“Ma tutta ‘sta pulizia, a stamm facenn pe’ i privati?”. La domanda di un cittadino ischitano davanti a tanto spiegamento di forze e di fotocamere ha colto una strana coincidenza (?) temporale con la formalizzazione, pochi giorni prima, del progetto di dare in concessione ai privati tutte le pinete storiche del Comune, in paranza. Interpretazione maliziosa? Certo è che altre spiegazioni logiche per la scelta dei tempi dell’atto “eroico” non ce ne sono. E tanto meno per l’improvvisa trasformazione in giardinieri di mezza giunta comunale…