Per i girini di Smeraldino della Pineta Mirtina si avvicina il momento della metamorfosi

IMG_0960Spinti dalle flessuose code, gli esserini scuri si accalcano in gruppo intorno ai piccoli fiori di ailanto sparsi in abbondanza sulla superficie dello stagno. La presenza dei giacinti d’acqua, che in questi giorni sfoggiano ancora le loro sontuose infiorescenze lilla, con il ricco fogliame sotto e sopra l’acqua procura un’altra ottima fonte di cibo. Che consente ai girini del Rospo smeraldino di continuare a crescere e di approssimarsi alla fase decisiva della loro complessa evoluzione. Per adesso, essendo animali dotati di branchie come i pesci, per vivere hanno bisogno ancora dell’acqua. Dentro la quale trovano le piccole alghe e i vegetali che costituiscono il loro nutrimento. E infatti si notano i gruppi guizzanti intorno alle foglie in decomposizione, ai piccoli legnetti, ai fiori che cadono come pioggia dall’alto, dagli alberi che sovrastano ogni pozza. E con il procedere della stagione e l’aumento delle temperature, che favoriscono lo sviluppo di alghe e nutrienti vegetali nelle pozze, i rospetti hanno trovato proprio quello di cui avevano bisogno in questa fase del loro accrescimento pre-metamorfosi. Così la Pineta Mirtina riesce a garantire un habitat ideale all’unico anfibio presente a Ischia, una rarità faunistica tutelata a livello internazionale.

IMG_0959Per adesso la maggior parte dei girini, seppure di diverse “generazioni”, non mostra ancora i segnali caratteristici dell’approssimarsi della metamorfosi. In particolare, pur essendo cresciute notevolmente le parti rotonde che corrispondono alla testa e agli organi vitali, non hanno ancora sviluppato le zampe posteriori, la prima fattezza da rospo a comparire. Per poi essere seguita a breve dalle zampe anteriori. Sarà allora che avrà inizio la differenziazione tra la testa e il resto del corpo e che l’apparato digerente subirà una mutazione decisiva, passando da vegetariano a carnivoro, mentre le branchie lasciano il posto ai polmoni. E la coda si ritira. Scatta a quel punto un periodo di uno-due giorni che è il clou della metamorfosi. Ma anche quello in cui l’animale è più vulnerabile e delicato. Periodo di digiuno, che per il Rospo smeraldino si protrae ancora per un solo giorno (gli altri rospi non mangiano per più giorni) dopo la metamorfosi, giacchè l’organismo utilizza come nutrimento la coda riassorbita.

E’ in quei giorni fatidici che, respirando ormai con i polmoni, i rospi non possono più restare immersi in acqua, ma debbono cominciare la loro nuova vita a terra. Per tornare in acqua solo a fine inverno-primavera per la riproduzione. E allora, per questa mutazione da animali esclusivamente acquatici ad anfibi, è fondamentale che trovino nelle pozze delle pietre sopra le quali possano spostarsi per cominciare a respirare fuori dall’acqua. Un passaggio intermedio, prima di saltare fuori dagli stagni e disperdersi tra la vegetazione.

Perciò le prossime settimane saranno decisive per portare a termine positivamente la metamorfosi della nuova generazione 2014 del Rospo smeraldino nella Pineta Mirtina. L’unico sito di vita e di riproduzione della specie protetta che sembra esistere ancora sull’isola. E che va preservato ad ogni costo, per il doveroso rispetto della Convenzione di Berna e della Direttiva Habitat,  per la tutela della diversità biologica e perchè si tratta anche di un animale utile, visto che si ciba di insetti e quindi la popolazione di Smeraldini ne evita la proliferazione. A proposito: in Comune si sono ricordati di dover ottemperare ad obblighi internazionali di tutela del rospo quando hanno deciso di mettere le pinete nelle mani dei privati?

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