Ferraro e gli altri dirigenti dell’Asl Na2 Nord hanno decretato, malgrado tutto e tutti, la fine di un’esperienza di ottima sanità e di felice applicazione della legge 180 (dunque una situazione per nulla frequente in Italia e tanto meno in Campania), quale è stata per tutti questi anni “Villa Orizzonte”, scambiandola con un brusco e disastroso ritorno ad una psichiatria vecchia e sorpassata. Si dice, ma non ce n’è nessuna conferma nè a livello dialettico nè contabile, che si sia trattato di un’operazione di “spending review”. Peccato che tanto zelo “risparmioso” sia stato solo profuso nello smantellamento sistematico del sistema di assistenza psichiatrica sull’isola, giacchè prima di “Villa Orizzonte” c’erano stati altri tagli pesantissimi al settore negli ultimi due anni. E che, invece, non ci si sia attivati – o almeno non con la stessa concretezza e determinazione – per recuperare introiti non trascurabili, intervenendo su qualche inadeguatezza organizzativa che si perpetua da anni in altri ambiti, benchè il suo raddrizzamento non appaia affatto proibitivo.
Da sempre in questo periodo, l’ospedale “Rizzoli” conta un gran numero di utenti forestieri, sia italiani che stranieri. E l’annata 2014 non fa eccezione rispetto alla “regola”. Anche in questi giorni a Lacco Ameno si lavora ad altissimo ritmo, sia per quanto riguarda le emergenze che per quanto concerne le degenze. Tanto che si deve ricorrere alle barelle perchè i posti letto stabiliti non bastano sia in Medicina, dove accade sempre più di frequente, che – e questa è cosa piuttosto inconsueta – finanche in Chirurgia. Molti di quei degenti non sono residenti e non dipendono dall’Asl di Monteruscello, ma arrivano dalla terraferma. E sono degli utenti che portano ricchezza all’Azienda, perchè tutte le prestazioni di cui usufruiscono vengono regolarmente pagate o dalle Asl di provenienza se si tratta di italiani o dalle loro assicurazioni se si tratta di stranieri. Peraltro, i conti del “Rizzoli”, che comprendono anche l’aspetto “alberghiero” della degenza, sono abbastanza salati, tanto che negli anni passati si registrarono anche lamentele da parte di qualche straniero che si era ritrovato addebitate spese di “accoglienza” degne di un 5 stelle. Tutti soldi che entrano nel “caurarone” del bilancio aziendale e dai quali Ischia, che li produce, non ha mai ottenuto alcun beneficio particolare, pur essendo il suo l’unico ospedale dei cinque dell’Azienda che garantisce un’entrata regolare e anche significativa.
Eppure, proprio questa realtà non è sfruttata dall’Asl come potrebbe e dovrebbe. Perchè se entrano soldi dai forestieri, altri che potrebbero arrivare non vengono riscossi, perchè non sono state create le condizioni per farlo. La questione riguarda gli accessi al Pronto soccorso. Dove affluiscono tante persone, compresi molti turisti di varie provenienze. Costoro usufruiscono non solo della visita e delle eventuali cure di emergenza, ma anche di prestazioni diagnostiche di vario tipo, comprese le Tac, per esempio. Tutte prestazioni che finiscono con l’essere gratuite, perchè non ci sono il tempo e le condizioni per poter redigere i moduli europei necessari per poter ottenere il pagamento della spesa da Asl e assicurazioni. Così, i forestieri pagano solo se vengono ricoverati, ma non se vengono dimessi dal Pronto soccorso, come avviene in tanti casi. E si perdono introiti importanti.
Il problema è annoso e noto da tempo. Come anche la sua soluzione, relativamente semplice. Che consisterebbe nel dotare il Pronto soccorso del “Rizzoli” di un’astanteria, ossia uno spazio dove poter accogliere gli utenti e dove, al termine delle visite e delle cure d’emergenza, avere la possibilità di predisporre la documentazione amministrativa necessaria per ottenere il pagamento delle prestazioni effettuate. Nonostante l’evidente vantaggio anche (e non solo chiaramente) economico di questa novità e i tanti lavori di parziale ristrutturazione realizzati anche in questi anni e in corso pure in questi giorni, nulla è stato mai fatto per creare l’astanteria in Pronto soccorso. Eppure, la piccola spesa sarebbe sicuramente valsa l’impresa. Anzi, quella riorganizzazione degli spazi sarebbe stata un’operazione perfetta in una logica di bilancio, che sembra stare tanto a cuore ai vertici di Monteruscello. Ma, su quel fonte, non si è mosso nulla. E l’Asl continua a rinunciare così a risorse non trascurabili, che potrebbe ottenere senza tagliare i servizi e penalizzare l’assistenza.
Insomma, da una parte assistiamo all’attivismo pervicace degli interventi di taglio a colpi di mannaia e al sacrificio di “Villa Orizzonte”, dall’altra ad una persistente e a questo punto ingiustificata inattività sul fronte delle azioni utili a non disperdere risorse a portata di mano. Incredibile no? A quale logica corrisponde questa “strategia” aziendale? E chi risponde di queste discutibili decisioni che, in modo o nell’altro, penalizzano il sistema e i cittadini che ne sono i fruitori-destinatari-finanziatori?