Quando il “totem” non dà i resti giusti, l’assurda trafila di un’utente dei servizi sanitari

TOTEM

Foto repertorio

Non funziona un granchè l’apparecchio per il pagamento automatico dei ticket installato presso il presidio “San Giovan Giuseppe” di Ischia. A quanto pare, ha qualche difficoltà con i resti, con il risultato di trattenersi più del dovuto da parte degli assistiti che ci incappano, e di costringerli ad un defatigante iter per riuscire ad ottenere la restituzione anche di pochi euro. Che comunque è giusto che stiano nei portafogli degli utenti, vittime due volte di una macchinetta che non va e di una organizzazione ancora più penalizzante.

Doveva versare un ticket di 30.66 euro, la signora ischitana che stamattina ha pensato di utilizzare il “TOTEM” appositamente collocato presso il presidio di via Mirabella, che dovrebbe facilitare la vita agli utenti, invece di costringerli, com’era prima, a rivolgersi all’ufficio postale con le lunghe file ed attese connesse. Inserita una banconota da 50 euro nella macchinetta, la donna si è vista sputar fuori come resto solo una banconota da 10, mentre avrebbe dovuto ricevere di resto 19.34 euro. Probabilmente, il calcolo con i centesimi ha mandato in tilt l’apparecchio, che nella ricevuta rilasciata al termine dell’operazione ha riconosciuto che avanzavano ancora i 9 euro e spiccioli, indirizzando l’utente allo sportello bancario di riferimento. Che è quello dell’ex Banco di Napoli in corso Vittoria Colonna.

La signora ha deciso, perciò, di recarsi in banca, immaginando che lì avrebbe ottenuto seduta stante il suo resto. Ma quando mai! Arrivata là, ha scoperto che si trattava di un’operazione tutt’altro che automatica e decisamente complicata. Innanzitutto, perchè ci è voluto un po’ per trovare l’addetto in grado di aiutarla con quella “cosa dell’Asl”, come continuavano a ripeterle. E allora ha scoperto di dover avviare addirittura una pratica, per rientrare della modica cifra. Giunta a quel punto, dopo aver perso una mattinata tra le varie file, la donna per una questione anche  – giustamente – di principio, ha deciso di andare fino in fondo. “Mi hanno detto di lasciare il mio recapito telefonico – ha detto – che mi richiameranno”. E, per come si prospetta, ci vorrà un po’. Anzi, un bel po’, dopo chissà quanti passaggi e comunicazioni di una procedura farraginosa, che di sicuro non va a vantaggio dell’utente, ma che sembra avere principalmente la funzione di scoraggiarlo.

Mentre mi raccontava, un’altra signora presente al dialogo raccontava di aver vissuto la stessa esperienza per 3 euro, lasciati a beneficio dell’Asl per non sobbarcarsi il fastidio di tutta la trafila bancaria. “La prossima volta paga in farmacia, così vai tranquilla”, la giusta indicazione dell’amica. Ma il fatto che ci sia una valida alternativa, non giustifica il cattivo funzionamento del “totem” e la sua non precisa taratura nè tanto meno che l’utente debba affrontare tanti fastidi per un DOVEROSO RIMBORSO. Che l’Asl, con un accordo specifico con la banca, dovrebbe rendere cash, senza aggiungere disservizio a disservizio, con tutto il corollario di perdita di tempo, passeggiate da un punto all’altro del paese (e per chi viene da fuori Comune è ancora peggio) e attesa di un rimborso che chissà quando  – e magari anche se – arriverà. Della serie, quando l’efficienza è un miraggio…

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