L’ultima cucciolata è stata recuperata in montagna. Nove bellissimi cagnolini meticci abbandonati da qualche (dis)umano in un posto che non avrebbe dovuto concedere loro scampo, perchè di sicuro sarebbero morti di freddo, fame e sete, se un volontario della Lega degli Amici del Cane non li avesse ritrovati, mettendoli in salvo. Nove piccoli per i quali si cerca una sistemazione. E’ Arnalda Iacono, la presidente del gruppo, a lanciare un appello a chiunque ne ha la possibilità: “Dobbiamo trovare una casa a questi cagnetti, è una priorità assoluta. Dateci una mano per le adozioni, non sappiamo più come tenerli, abbiamo le case piene di cuccioli. E anche di cani che sono cresciuti e che adesso è più difficile sistemare. Ce ne sono una ventina, di piccoli, solo quelli ritrovati nelle ultime settimane e continuano gli abbandoni. E siamo soli ad far fronte a questa emergenza che non finisce mai. Mi appello a chiunque può prendere e amare un cane, i nostri piccoli aspettano, pronti a dare tantissimo amore. E naturalmente ci occuperemo delle sterilizzazioni, quando cresceranno”.
La situazione in giro per l’isola è sempre drammatica. Anzi, sempre di più. Perchè i delinquenti che “portano a sperdere” cani e gatti di tutte le età, le taglie e le dimensioni continuano a violare la legge, senza alcuna remora. Neppure quella di commettere un reato penale, quale è attualmente l’abbandono e il maltrattamento di animali. Oltre che un ignobile atto di cinismo, cattiveria, grettezza d’animo dalle grosse ripercussioni sociali e sanitarie. Se non ci fossero infatti i volontari che non lesinano sforzi nel farsi carico di salvare, ospitare e curare quando serve tanti dei cani abbandonati nel corso dell’anno, sull’isola il fenomeno del randagismo, che ha già dimensioni notevoli, sarebbe ancora più devastante. “Solo nella zona dell’Epomeo – racconta Arnalda Iacono – abbiamo recentemente identificato sette cagne adulte, tutte abbandonate, che stiamo prendendo una ad una, non senza difficoltà, provvedendo alla sterilizzazione. Se non facessimo questo, rischieremmo di trovarci con una situazione fuori controllo, con un incremento spaventoso di randagi nei boschi. E i cani abbandonati possono fare branco e inselvatichirsi, con problemi per tutti. Ma i Comuni se ne disinteressano completamente e l’emergenza in cui ci troviamo, sempre più soli, è tutta colpa dei Sindaci che non ci ascoltano neppure e pensano che basti spendere soldi per le convenzioni con i canili della terraferma per risolvere i problemi”.
E, invece, il problema aumenta e peggiora, perchè non si fa nulla per la prevenzione, che è indicata unanimemente come la strada maestra per debellare il randagismo. Specie in un territorio naturalmente delimitato come un’isola. La soluzione utile sta nello svolgere delle campagne capillari di sterilizzazione di cani e anche di gatti, per evitare abbandoni in massa di cucciolate sul territorio. “Sono andata da tutti i Sindaci personalmente – spiega la Iacono – chiedendo di effettuare i censimenti degli animali di proprietà, come si fa in tante parte d’Italia con ottimi risultati, e di verificare le microchippature dei cani, che sono un altro deterrente contro gli abbandoni. Ma nessuno ha fatto nulla”. Eppure, ogni euro investito in una seria campagna di prevenzione, come il censimento, ha un diretto e ottimo ritorno nel far regredire il randagismo e, dunque, produce dei risparmi nella spesa – oggi ingente – per tenere (soprattutto) i cani prigionieri nei canili della terraferma, in condizioni che nessuno realmente conosce. Nè controlla.
Una battaglia di civiltà, che i Comuni non hanno finora voluto intraprendere. Voluto, non potuto, perchè la possibilità l’avrebbero avuta e l’avrebbero eccome. Anzi, ne avrebbero il dovere. In nome della tutela della salute e della sicurezza pubblica degli umani, prima che dei quadrupedi. E così i Comuni finiscono con l’agevolare indirettamente i comportamenti barbarici e illegali dei bipedi e la piaga del randagismo che ne deriva. Bravi, all’altezza come sempre!