“BARANO SI RICORDA”, giunta alla quarta edizione, propone una interessante iniziativa presso la Scuola elementare di Barano, che è diventata la sede ufficiale della manifestazione organizzata dall’associazione “LE RAGAZZE BARANESI ANNI ’60″. Prosegue, dunque, il progetto di recupero, di conservazione e di trasmissione della memoria collettiva non solo della generazione degli anni del boom, ma anche di quelle dei padri e delle madri come dei nonni, avviato quattro anni fa. E quest’anno, come tema della consueta mostra fotografica è stata scelta la vita politico-amministrativa del Comune dall’immediato dopoguerra al 2000. Una rassegna che vede protagonisti i Sindaci e le amministrazioni susseguitisi nel primo mezzo secolo della Repubblica, grazie a foto, ricordi, documenti e testimonianze raccolti tra la popolazione, che è un altro elemento distintivo delle iniziative delle “Ragazze”.
“L’intento è quello di raccontare in modo imparziale ed obiettivo quelli che sono stati gli avvenimenti che hanno caratterizzato ogni periodo legislativo, oltre che i tratti biografici di ciascun sindaco”, si legge nella brochure di presentazione. Come simbolo della vita politica baranese è stato scelto (e riprodotto al centro dell’allestimento, curato da ANTONIO CUTANEO) il Monumento ai Caduti che identifica la piazza di Barano, il luogo del dibattito tra i cittadini, il teatro delle sfide verbali nei comizi dai balconi, il centro delle contrapposizioni e delle alleanze. L’agorà del paese, insomma, nel senso in cui lo interpretavano e vivevano gli antichi greci e come si è un po’ perso negli anni anni recenti, con l’affermarsi di altre forme di comunicazione, anche nella politica locale. Per ritrovare quella dimensione, si è fatto ricorso a ricerche accurate negli archivi comunali, ma anche ad interviste ai Sindaci e agli amministratori del passato, ai loro familiari e a persone comunque loro vicine. E’ stato raccolto così un vasto materiale documentario riferibile al cinquantennio al centro dell’attenzione. E ne è venuta fuori una mostra ricca, varia, interessante anche per chi non è di Barano, ma vuole conoscere meglio la realtà del Comune isolano.
E c’è da scommettere che per tutta la durata dell’apertura fino al 5 agosto, fotografie e documenti offriranno l’occasione ai visitatori per mettere insieme ricordi, condividere emozioni, ripercorrere tratti di vita comune e anche personale. Per ricostruire la storia collettiva attraverso le tante storie individuali. Che poi è l’obiettivo di “Barano si ricorda” e di tutte le iniziative promosse dalle “Ragazze”. A cominciare dal volumetto che, per il terzo anno, sarà distribuito in concomitanza con la mostra. Nel solco indicato lo scorso anno, quando si cominciò da una pubblicazione sulle tradizioni, gli usi e le abitudini legate all’autunno, si prosegue stavolta con un lavoro di ricerca e di selezione dei ricordi legati alla primavera, dal titolo indicativo “Lo scintillio di luce”. Vi si racconta dei lavori che venivano fatti in campagna e delle attività domestiche svolte nella stagione del risveglio della natura, di antichi rimedi naturali e dei giochi dei bambini. Già, perchè il libro è la sintesi e il punto d’incontro tra la memoria degli anziani e quella della generazione degli anni ’60, i ricordi personali e di gruppo delle “Ragazze” per intenderci, ossia di una generazione che ha vissuto più di altre la soluzione di continuità tra differenti modi vita, tra la società contadina rimasta pressochè immutata per secoli e i bruschi, rapidi cambiamenti che hanno portato e importato anche sull’isola, anche a Barano, modelli socio-culturali completamente diversi e non di rado stravolgenti.
D’altronde, è stata proprio la possibilità che il cambiamento finisca con l’annullare completamente ciò che c’era prima, con il cancellare un patrimonio di saperi, tradizioni, valori che merita di essere conservato e consegnato anche alle prossime generazioni, a spingere quattro anni fa un gruppo di coetanee a creare un’associazione, “Le ragazze baranesi anni ’60″ appunto. Gruppo presieduto da Lina Balestrieri, che si è poi ampliato con altre adesioni e che si è distinto subito per un impegno attivo di recupero di quel patrimonio a rischio. Così sono nati i laboratori per tener vive attività artigianali sempre meno diffuse, dal ricamo ai lavori a uncinetto, alla costruzione di cesti di rafia e canestri. Corsi organizzati d’inverno, due volte alla settimana nella sala consiliare del Comune, e tenuti da anziani padroni delle diverse tecniche, che le insegnano ai più giovani. Un bell’esempio di collaborazione, scambio, relazioni intergenerazionali che ha dato finora degli ottimi risultati. Anche dal punto di vista della partecipazione, per nulla scontata, di giovani e giovanissimi. E che meriterebbe di essere replicato anche in altre zone dell’isola.
La mostra presso la Scuola elementare potrà essere visitata fino al 5 agosto, tutte le sere dalle 19.00 alle 23.00.



