Senza di lui non vi sarebbe stata la residenza sul Lago de’ Bagni frequentata da personalità di spicco della corte borbonica e da illustri ospiti di mezza Europa; i Borbone non sarebbero mai venuti a Ischia a soggiornare in quella splendida villa e in seguito non l’avrebbero acquisita dai suoi discendenti, facendone una delle loro “Reali Delizie” e il re Ferdinando II non avrebbe avuto l’idea e la determinazione di trasformare il lago in porto, 160 anni fa. FRANCESCO BUONOCORE è stato indubbiamente uno degli ischitani più illustri e potenti. Il suo nome è stato dato alla scuola elementare di Cartaromana, ad una centralissima strada del Porto che conduce fino al mare e allo Stabilimento termale militare a tutti ancora noto come Palazzo Reale. Eppure, quella del protomedico alla corte di Carlo III di Borbone, ischitano di nascita e di antica famiglia, resta una figura poco conosciuta, che è stata anche poco indagata e approfondita da storici e cultori di storia isolana. E ciò, nonostante lo straordinario fascino di questo figlio di Ischia che fu pienamente figlio del suo tempo, interprete raffinato e appassionato della cultura illuministica che fece della Napoli di Carlo una grande e progredita capitale europea. A dedicare una ricerca ampia e approfondita a quella personalità di straordinario valore è stato negli ultimi anni l’architetto LUIGI ZIVIELLO (già autore di varie biografie e testi storici che hanno riguardato anche il passato della nostra isola, spesso insieme alla moglie Nicoletta d’Arbitrio, con cui ha firmato anche un ricordevole volume-testimonianza su “Le case di pietra”), che ha ora raccolto il risultato dei suoi studi in un avvincente volume. Che poi si identifica con la realizzazione più nota del protomedico sulla sua isola. La struttura termale, infatti, è ospitata fin dal 1865 negli edifici che componevano la preesistente reggia borbonica, a sua volta allocata in quella che era stata proprio la residenza termale di villeggiatura realizzata da Buonocore nella sua proprietà affacciata sull’allora Lago del Bagno.
Prima d’ora, ad occuparsi di Francesco Buonocore erano stati soltanto monsignor Onofrio Buonocore, che gli aveva riservato varie ricerche e scritti, e il professor Paolo Buchner, autore di una monografia su “Il protomedico Francesco Buonocore ed il suo casino sopra l’odierno porto d’Ischia”. La novità e particolarità del lavoro compiuto da Ziviello, che ha girato a lungo archivi e biblioteche di varie città italiane, è che sono proprio i documenti originari dell’epoca a raccontare Buonocore e il contesto in cui visse e operò. Nel libro trovano ampio spazio le lettere autografe del protomedico e i numerosi scambi epistolari che intrattenne con amici non solo napoletani e personaggi di spicco della corte come degli ambienti intellettuali con cui coltivò rapporti molto intensi e significativi. Senza trascurare le testimonianze di stima e non di rado perfino di riconoscenza che numerose gli vennero tributate dai suo contemporanei, grazie alle quali è possibile ricostruire la personalità del protagonista e anche il ruolo di primo piano che seppe svolgere nella società del suo tempo, anche al di fuori dell’ambiente di corte e della Napoli del periodo d’oro dell’età borbonica.