Fino a qualche settimana fa, la vista consueta che li accompagnava durante le loro interminabili giornate era quella di muri scrostati e di finestre sbarrate che rappresentavano il limite ultimo del loro mondo. Un mondo di privazione. Degli affetti, degli oggetti più comuni, del rispetto, della propria dignità di esseri umani. Poi, impensabile dopo tanti anni, la speranza di tornare a una vita degna di questo nome, ad un’esistenza dove anche le piccole esigenze quotidiane potessero finalmente essere soddisfatte invece che frustrate e negate sistematicamente.
Poco a poco quella speranza si è trasformata in realtà per i 17 malati psichici ischitani rinchiusi per anni nei manicomi della provincia partenopea. E che realtà! E’ impossibile anche un raffronto con la situazione di prima. Un abisso il passaggio dall’inferno al paradiso, tutto d’un tratto. Tanto che abituarsi alla nuova quotidianità è il primo, grande scoglio da superare.
A guardare oltre la grande vetrata inondata di luce, nonostante il cielo carico di nubi, si comprende il nome di Villa Orizzonte che per tanto tempo ha contrassegnato questo edificio. L’orizzonte è lì davanti alle finestre in tutta la sua stupenda maestosità, interrotto su un lato da una collina verde, oltre la quale, inconfondibile, emerge la sagoma azzurrina di Capri. E fermando lo sguardo su quel panorama ci si convince che si tratta di una doverosa riparazione, da parte della società, nei confronti di uomini e donne che sono stati costretti a vivere gran parte della loro esistenza in condizioni che ci farebbe ribrezzo, giustamente, riservare anche ad un animale.
Ieri, dunque, l’inaugurazione ufficiale della nuova casa famiglia realizzata sull’isola d’Ischia per ospitare gli isolani internati nei manicomi, ora definitivamente chiusi per legge. Tanta gente ha voluto essere presente, testimoniare in silenzio, con una partecipazione alle gioiose iniziative della serata, la sua adesione a quel progetto di riabilitazione che il Dipartimento di Salute mentale di Ischia è riuscito finalmente a concretizzare. E tanta affluenza di persone è stata anche la risposta più chiara a quanti, in questi mesi, non si sono lasciati sfuggire l’occasione per gridare al pericolo del “matto” in libertà. Dimenticando che prima di essere malati, qualunque si la malattia, prima si è uomini, con il sacrosanto diritto ad una vita dignitosa e garantita, quando non si è in grado di badare completamente a sè stessi.
Comunque, gli ospiti previsti sono arrivati tutti tranne due. A loro, ad occupare le stanze disponibili, si sono aggiunti alcuni pazienti lungodegenti già da tempo in cura presso il Centro di igiene mentale di via Michele Mazzella. Quanti hanno potuto, tra i componenti della nuova famiglia di Villa Orizzonte, hanno assistito ieri alla giornata organizzata in loro onore e contrappuntata, dal primo pomeriggio fino a tarda sera, di iniziative di svago a suon di musica e da qualche momento di riflessione su quanto resta da realizzare.
In apertura i discorsi inaugurali, presenti ben quattro Sindaci (Nicolaniello Buono, Giovanni Buono, Franco Monti e Tommaso Patalano) che sono andati oltre le frasi di circostanza, tipiche di queste occasioni. L’entusiasmo e la soddisfazione erano palpabili e, una volta tanto, non fuori posto. Del resto, non capita tutti i giorni di assistere ad un progresso di questa portata nell’organizzazione sanitaria che, si sa, merita più di frequente gli onori delle cronache per la sua inadeguatezza e i suoi limiti. “Stavolta se verranno portati a far visita a questo posto dei turisti tedeschi, non potremo che sentirci orgogliosi, perchè una casa famiglia così ce la invidiano anche in Germania”, ha detto compiaciuto SALVATORE AGOZZINO, direttore generale dell’Asl2. ma come ha seguito il progetto della casa famiglia? “L’ho seguito passo passo fin dall’inizio – ci ha detto – certo attraverso le carte, ma in piena coscienza di ciò che andavamo a realizzare. E oggi devo ringraziare quanti hanno profuso il loro impegno per questa iniziativa. Il dottor Gqglio, il direttore amministrativo dell’Asl Cerato e tutti coloro che lavorano negli uffici dell’Asl e che hanno dato con entusiasmo il loro contributo”. Ci sono stati un po’ di problemi intorno a questa casa famiglia, ma oggi c’è tanta gente…”E’ vero qualche riserva c’è stata da parte della popolazione. Proprio per questo mi sento di ringraziare il Sindaco di Barano, che non ha mai fatto nulla per impedirci di portare a termine questa splendida realizzazione. Ne valeva veramente la pena”.
Dal canto suo, il sindaco NICOLANIELLO BUONO non ha mai fatto mistero di essere arrivato all’inaugurazione “prevenuto nei confronti di questa struttura, facendomi portavoce del dissenso dei 500 cittadini baranesi che hanno firmato una petizione contro questa casa famiglia. Però devo dire che quando ho visto il parroco benedire l’edificio e ho osservato il raccoglimento di questi fratelli malati, mi sono commosso. E ho cambiato idea”. Ma come pensa che si potrà far cambiare idea anche agli altri cittadini “prevenuti”? “Ho chiesto ai dirigenti del centro dii fare uno sforzo per convincere me e gli altri cittadini che questi malati hanno diritto a una casa e a un luogo sereno in cui vivere”.
Già, proprio le semplici cose che il dottor ALFONSO GAGLIO ed i suoi collaboratori stano cercando di assicurare agli ospiti di Villa Orizzonte. Quello di oggi, per Gaglio è un traguardo importante: è riuscito a riportare a casa 17 ischitani e a ridare loro una vita dignitosa, c’è di che essere soddisfatti. “Le cose procedono molto bene – ci ha detto – è tutto tranquillo. Il primo lavoro è quello di consentire agli ospiti un recupero sereno dei propri spazi e ritmi umani, vestirsi, avere abiti propri, un letto personale. In parecchi stanno prendendo confidenza con gli spazi esterni, c’è chi va in paese e ha stabilito un rapporto di amicizia con il parroco e i vicini. Quasi tutti vanno spesso a casa e i loro parenti li vengono a trovare di frequente. Mi sento di elogiare per la loro pazienza e competenza, oltre al personale sanitario del Centro, gli assistenti della GESCO. E poi le associazioni di volontariato che ci aiuteranno a organizzare il tempo dei nostri ospiti, la Fidapa, le Viincenziane di Forio, la Caritas. Presto promuoveremo iniziative culturali aperte al territorio, con il quale vogliamo creare legami forti e duraturi”.