Il trasferimento a Casamicciola della Sir “Villa Orizzonte”, sarà davvero un affare?

manifestazioneMagari a Monteruscello sono davvero convinti che l’operazione di trasferimento e di accorpamento di vari ed eterogenei servizi territoriali e della Salute Mentale presso l’ex Hotel Stefania di Casamicciola sia un “affare”. E in piena stagione di spending review è facile immaginare che questa sarà la motivazione- giustificazione principale, se non l’unica, che verrà fornita al momento della concretizzazione di questa “rivoluzione”. Che, invece, vista da Ischia viene percepita e valutata in modo diametralmente opposto. Sia dal punto di vista della qualità e dell’efficienza reale dei servizi all’utenza che anche da quello economico. Certamente non secondario agli occhi dei cittadini-contribuenti, che pagano materialmente i conti delle varie amministrazioni pubbliche. Compresa quella dell’Asl Na2 Nord e non esclusi gli stipendi della dirigenza.

Se rilievi e obiezioni non mancano rispetto a tutti i servizi che dovrebbero essere trasferiti (per esempio, sfugge completamente la “ratio” di spostare a Casamicciola la Guardia medica di Forio), il record delle controindicazioni appartiene però al cambiamento che sta per colpire la Sir “Villa Orizzonte”. Che, tra l’altro, dovrà cambiare anche nome, visto che quello attuale si identifica con la sede storica di Barano. Il segnale più evidente della mutazione sostanziale che si verificherà nelle condizioni di vita offerte agli utenti nella prossima sistemazione casamicciolese. La cui adeguatezza è ancora tutta da dimostrare. E non è detto che ci si riesca. Perchè le criticità della soluzione (?) identificata dall’Asl sono tante e difficilmente recuperabili. Sia per le caratteristiche strutturali dell’edificio di Casamicciola che per la coabitazione obbligata che vi si annuncia con altri servizi. Che poi per l’Asl corrisponde addirittura all’aspetto principale della controversa operazione.

Innanzitutto, la casa protetta oggi affacciata sull’orizzonte, nella nuova collocazione perderà la disponibilità esclusiva della sede, che si traduce in pratica nella disponibilità di maggiori spazi, anche all’esterno – compreso un piccolo giardino -  e in un ingresso indipendente, tale da consentire una maggiore libertà e sicurezza di movimento per i residenti. Questi, invece, a Casamicciola potranno usufruire al massimo di uno dei tre piani dello stabile , non si sa ancora quale, visto che gli altri locali sono destinati al Centro di Salute mentale, attualmente in via Michele Mazzella, e ai servizi territoriali “importati” da altre parti dell’isola. Ed è evidente che la Sir si vedrà privata quasi completamente di aree esterne vivibili per la piccola comunità dei dieci utenti, che è una carenza significativa in una residenza ischitana e con caratteristiche tanto particolari come quella di cui si stanno decidendo le sorti.

Anche la dotazione di spazi interni dovrebbe essere ridotta a Casamicciola. Non è necessario un sopralluogo per immaginare che il piano di un ex albergo può comprendere stanze, servizi igienici, corridoi, ma non certo i grandi ambienti per la vita e le attività comuni che sono oggi in uso a Barano: l’ampio salone in cui si sono sempre organizzate feste aperte alla partecipazione di parenti, amici, ospiti – anche un centinaio di persone - nel quadro delle iniziative di riabilitazione e socializzazione dei residenti e la sala riunioni, dove si svolgono anche varie attività quotidiane, sempre nell’ambito di una programmazione specifica e mirata alle esigenze e al recupero degli utenti. I saloni dell’ex hotel di Casamicciola finiranno probabilmente ad altri servizi e la riduzione degli spazi vitali per la Sir sarà inevitabile, con conseguenze ben prevedibili sulla quotidianità degli utenti.

E come dimenticare il ruolo fondamentale che la cucina ha avuto fin dall’inizio a “Villa Orizzonte”, per creare una vera casa e per consentire dei percorsi di riabilitazione ai residenti? Quando, per motivi burocratico-amministrativi, si fu costretti alla chiusura della cucina della struttura di Barano per più di un anno, si evidenziò l’importanza imprescindibile della cucina interna in quello specifico contesto. Che non è e non può essere solo di ospitalità, assistenza e cura, ma deve garantire anche programmi di recupero dei malati.  Sennò si torna al vecchio manicomio e si snatura l’applicazione della legge 180, che dovrebbe essere essere invece la priorità dell’Asl. Anche per non buttare completamente alle ortiche un’esperienza riconosciuta di grande valore come è stata in tutti questi anni quella di “Villa Orizzonte”, fiore all’occhiello dell’assistenza psichiatrica dell’Asl e della Regione.

Tra l’altro, sembrerebbe che fino ad ora non siano stati effettuati lavori significativi di adeguamento e ristrutturazione della nuova sede, necessari per accogliere abitanti che hanno esigenze del tutto particolari, non certoomologabili a quelle dei turisti che in passato scendevano nell’albergo di via Nizzola.  Dalle dimensioni dell’ascensore alla messa in sicurezza di finestre e balconi, ad un impianto di riscaldamento degno di questo nome.

Si faranno e quando questi lavori? E quanto costeranno? E poi, quanto costeranno anche gli interventi di ripristino dello stato originario della “Villa Orizzonte”, che l’Asl si era impegnata a fare nel caso di rescissione anticipata del contratto, come in questo caso? Alla fine, facendo bene i conti tra affitto e lavori nelle due sedi diverse, siamo sicuri che l’operazione di trasferimento sarà vantaggiosa almeno in termini economici, visto che difficilmente lo sarà sul piano della qualità del servizio? La risposta spetta al manager dell’Asl, Ferraro. Non per cortesia, ma per dovere nei confronti dei cittadini-contribuenti. Che hanno diritto di sapere come e con quali risultati vengono spesi i loro soldi.

 

 

 

 

 

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