“Padre Filippo, il Vescovo con la chitarra”, i 15 anni di vita con noi di mons. Strofaldi

IMG_1227Un anno dopo la sua scomparsa, resta vivo il ricordo e l’affetto della gente d’Ischia per Padre Filipppo Strofaldi. A cui sono legati tanti momenti, emozioni e avvenimenti, divenuti parte integrante della vita e della memoria dei singoli e della comunità. E nel bel mezzo di questo periodo di festeggiamenti in onore di San Giovan Giuseppe, come non pensare al quel 30 settembre del 2003 quando nel primo pomeriggio sbarcò a Ischia l’urna con il corpo del più bel Fiore d’Aenaria, che tornava sull’isola natia non per una breve visita, com’era stato nell’anno del grande Giubileo d’inizio millennio, ma per restare? Era apparsa un’impresa quasi impossibile, quando si era cominciato a ventilarla. Le difficoltà erano tante e la fiducia che tutto potesse concludersi come sperato aveva spesso vacillato dinnanzi alle impreviste battute di arresto lungo un percorso in salita. E il Vescovo si era mantenuto sempre prudente ma fiducioso, attento a non alimentare falsi entusiasmi, a non affrettare i tempi, a curare con pazienza e costante determinazione tutti gli aspetti di una vicenda delicata e complessa. Fino all’annuncio che le spoglie del Santo sarebbero state trasferite a Ischia, che San Giovan Giuseppe sarebbe tornato ” a casa sua, nella sua terra nativa dopo più di trecento anni di lontananza dalla nostra isola”. Un evento a cui ben si attagliava l’aggettivo storico. Come, d’altronde, ad un altro che lo aveva preceduto di poco più di un anno, quel 5 maggio 2002 in cui l’isola aveva accolto Papa Giovanni Paolo II in una giornata di straordinaria intensità spirituale, di grande mobilitazione, di indimenticabile impatto emotivo. Come i mesi di preparazione  di attesa iniziati nella notte di Natale del 2012 quando, durante la Messa di mezzanotte in Cattedrale, il vescovo Strofaldi aveva comunicato in latino a un’assemblea incredula: “Vi annuncio una grande gioia: il Papa verrà in visita pastorale a Ischia il 5 maggio prossimo”.

IMG_1228In quella stessa Cattedrale, che è stata muta testimone di tanti momenti fondamentali della sua missione a Ischia e che da un anno custodisce le sue spoglie mortali, l’altra sera, dopo una solenne concelebrazione presieduta dall’Arcivescovo di Chieti Vasto, monsignor BRUNO FORTE, è stato presentato il libro che la Diocesi di Ischia ha voluto dedicare a Padre Filippo: “Filippo Strofaldi, il Vescovo con la chitarra”. Incontro molto partecipato dagli isolani, che ha visto la presenza del Vescovo ausiliare di Napoli, LUCIO LEMMO, latore di un messaggio molto affettuoso del Cardinale CRESCENZIO SEPE, e dei Vescovi di Pozzuoli, Aversa e Pompei. E, naturalmente, dell’attuale pastore della Chiesa isolana, PIETRO LAGNESE, che ha fortemente voluto l’uscita del libro in occasione del primo anniversario della morte di Padre Filippo, che peraltro era stato suo professore al Seminario di Napoli.

“Sono venuto a vivere con voi, dove dimorate voi dimorerò anch’io, dove lavorate voi lavorerò anch’io, dove soffrite e gioite voi soffrirò e gioirò anch’io, perchè i vostri dolori saranno i miei e le vostre feste saranno anche le mie, i vostri problemi li divideremo e i vostri santi patroni saranno anche i miei protettori, la storia della santità della vostra Chiesa diventerà anche la mia, come dono e senza mio merito”. Si era presentato così, Padre Filippo, il 14 febbraio 1998, nel suo primo discorso tenuto da Vescovo d’Ischia davanti alla folla che contornava il palco in piazza degli Eroi. Parole che si sono poi realmente identificate con il rapporto che il Strofaldi ha avuto con il microcosmo Ischia nei quattordici anni della sua missione e anche dopo, quando a seguito delle dimissioni per motivi di salute nel 2012 scelse di vivere ancora sull’isola, fino alla fine. Quelle prime parole in terra ischitana sono state anche l’incipit che don CARLO CANDIDO, Direttore dell’Ufficio diocesano Comunicazioni sociali, ha voluto per l’incontro dell’altra sera che, attraverso il libro appena pubblicato, ha ripercorso le tappe fondamentali e l’eredità morale lasciata da un quindicennio molto intenso della millenaria storia della Diocesi d’Ischia. Proprio don Candido ha ricordato l’eccezionalità della visita papale e del ritorno del corpo del Santo Patrono, “l’amore a prima vista con l’isola e gli ischitani”, la grande attenzione riservata ai giovani, coinvolti “perchè fossero parte viva della Chiesa” anche utilizzando delle forme di catechesi decisamente inusuali per l’isola, passando per la musica, che fu sempre uno dei mezzi espressivi primari dell’evangelizzazione di Padre Filippo, prima di venire a Ischia, da Vescovo e da animatori di grandi incontri alle Giornate della Gioventù anche fuori d’Italia. Anni fondamentali per la Chiesa isolana di oggi, sintetizzati nel nuovo volume, dove sono raccolti i messaggi, le lettere pastorali, le omelie, gli interventi pubblici, le preghiere di Padre Filippo, ma anche i testi delle canzoni che erano pure musicate da lui. Un’operazione di preservazione della memoria che è stata voluta dal successore di Strofaldi, che infatti ha intitolato in modo eloquente la sua prefazione (più di un titolo, un’esortazione erga omnes): “Ricordiamoci di Padre Filippo!”.

Monsignor Lagnese ha ricordato l’invito a fare sempre esercizio di memoria che è venuto da Papa Francesco e che non può che riferirsi a “persone che hanno inciso in modo speciale per far germogliare la nostra fede”. Come Padre Filippo, a cui si è voluto dedicare questo libro, in attesa di un profilo biografico più dettagliato. “Imitiamone la fede – ha sottolineato il Vescovo – con la certezza di essere anche noi ricordati da lui, la sua chiesa per cui tanto si spese e quanti lo ebbero fratello, padre e maestro”.

IMG_1230A curare il volume è stata la dottoressa ERNESTA MAZZELLA, che ne ha raccontato le genesi e la realizzazione, nelle quali ha avuto un ruolo determinante il Vescovo Lagnese. Sono stati raccolti tutti gli scritti di Strofaldi, divisi in sezioni, nello stesso ordine cronologico originario, e sono stati corredati di alcune testimonianze di persone a lui vicine e di una ampia appendice fotografica. Oltre al valore dei contenuti, anche il recupero di uno stile semplice, chiaro, diretto, moderno di comunicazione, che è stato uno dei fattori determinati anche per il rapporto di fiducia e di affetto creatosi tra Padre Filippo e gli ischitani, come già prima con i suoi parrocchiani del Vomero.

A concludere l’incontro è stato l’arcivescovo di Chieti Vasto, Bruno Forte, amico fraterno da una vita di Strofaldi, che ha ringraziato per questa operazione di memoria. “Una memoria grata”, l’ha definita nel sottolineare quanto tutti gli scritti del libro costassero “impegno e amore a Filippo”, che spesso glieli leggeva in anteprima. Il presule e teologo ha proposto tre chiavi di lettura per approcciare i testi anche delle canzoni di Padre Filippo: condivisione, il gioire e soffrire insieme che si è sostanziato nella quotidianità dei suoi 15 anni a Ischia; memoria della fede, come continuità viva della tradizione apostolica, e profezia, che dà l’impronta a diversi scritti e testi di canzoni. “Filippo è stato un uomo profondamente libero nella fede – ha evidenziato Forte – Libertà di donarsi senza riserve a Dio e ai fratelli”. E la sua vita con noi ne è stata una indiscutibile e preziosa testimonianza. Di cui preservare una memoria viva.

 

 

 

 

 

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