I turisti si sono lamentati per tutta l’estate…del brodo grasso. Quelli di cui hanno usufruito sull’isola non saranno stati all’altezza dei trasporti pubblici a cui sono abituati nelle loro località di provenienza e neppure di quelli che anche Ischia riusciva ad offrire fino a qualche anno fa, ma di sicuro non c’è stato paragone - in positivo, eh - con ciò che ci era toccato almeno fino a giugno. Quando, per adeguare il parco autobus alla fase più calda della stagione turistica, erano stati inviati sull’isola 15 mezzi della CTP, non solo come rinforzi, ma soprattutto per colmare i vuoti lasciati dai pullman fermi, perchè guasti. Arrivati a pochi giorni dalla ripresa dell’attività scolastica e dal consueto ritorno all’orario invernale si moltiplicano interrogativi, dubbi e preoccupazione circa la situazione con cui, da utenti, ci ritroveremo a fare i conti. Dobbiamo aspettarci un passaggio indolore, una situazione (più o meno) di normalità o l’inizio di un nuovo calvario, come quello con cui abbiamo combattuto per tutto l’inverno e la primavera scorsi? Quale sorpresa ci ha preparato l’Ente Autonomo Volturno, quella positiva, come sarebbe lecito pretendere dopo tanti disagi patiti, o la replica di un servizio pubblico essenziale indegno di un paese civile?
Il problema di fondo, che poi è quello da cui sono scaturiti tutti i disastri dei mesi passati, sta tutto nelle forniture dei pezzi di ricambio necessari per garantire la funzionalità dei mezzi in dotazione all’isola. Se i mezzi ci sono, se l’azienda riesce a consegnarli in tempi ragionevoli e biblici (come nel recente passato), c’è la possibilità di effettuare le riparazioni con una tempistica compatibile con il servizio, altrimenti i mezzi, man mano che si fermano, restano in deposito inutilizzabili per settimane se non per mesi, con l’inevitabile conseguenza di sguarnire progressivamente le linee da coprire. Dapprima quelle considerate più marginali, che poi su un’isola con le caratteristiche di Ischia, sono anch’esse fondamentali per la mobilità di tante persone, fino ad arrivare alle più importanti e frequentate, indispensabili per garantire i collegamenti essenziali. Tra pochi giorni anche agli studenti che l’anno scorso sono stati lasciati a piedi, con disagi incredibili per loro e le loro famiglie, ripercussioni perfino sulla loro vita scolastica, a causa degli ingressi in ritardo a ripetizione non sempre accettati dai dirigenti scolastici e nonostante avessero pagato ad inizio anno l’abbonamento per un servizio normale, che invece è stato loro negato. Come a tanti altri cittadini isolani, pendolari e turisti.
Dunque, la questione da chiarire è: i mezzi che erano stati sostituiti dagli autobus in prestito, nel frattempo, in tutta l’estate, sono stati riparati o stanno ancora fermi in deposito? E da Napoli si sono premurati di mandare i ricambi? Il che equivale a chiedere se si siano ricordati di avere anche qualche dovere nei confronti dell’isola, dove in questi mesi l’azienda di via Volturno ha mietuto fior di incassi, grazie all’enorme movimento dei turisti, che pagano un biglietto pure maggiorato. Peraltro, stando a quanto era già accaduto nei mesi scorsi, il costo dei pezzi di ricambio (che sembra arrivino ogni volta da Marte) necessari a garantire un numero di autobus funzionanti accettabile è intorno al centinaio di migliaia di euro, che non dovrebbe essere ormai una cifra proibitiva per l’azienda. Tanto più che abbastanza di recente il suo massimo dirigente aveva dichiarato superata la fase più critica e il rischio fallimento, spingendosi fino a promettere un rilancio del servizio in termini di qualità. Ciò che vorremmo verificare anche a Ischia, visto che l’isola il suo contributo positivo al bilancio aziendale l’ha dato e continua a darlo e meriterebbe perciò, se non di essere trattata con un occhio di riguardo, almeno di non continuare a essere penalizzata. Come è stato fatto per tutto lo scorso anno scolastico.
Una volta restituiti al mittente gli autobus in prestito, quali garanzie ci sono che saranno tutti o quasi su strada e che ci rimarranno i mezzi in dotazione all’isola? E’ questo il quesito che i nostri Sindaci, tutti insieme e compatti, dovrebbero porre con la massima urgenza ai vertici dell’Azienda Autonoma Volturno, pretendendo impegni concreti, dal 15 settembre in poi.
Varrebbe poi la pena ricordare ai referenti napoletani che appena due anni fa, quando fu aumentato il prezzo del biglietto orario per i turisti da 1,30 a 1.90 euro, si disse che quella maggiorazione sarebbe stata utilizzata interamente a beneficio del servizio sull’isola, in quanto con essa si sarebbe provveduto proprio alle riparazioni dei mezzi in dotazione. Che fine ha fatto quell’impegno? Di certo, non ha trovato riscontro nella realtà nei mesi passati. E adesso cambierà qualcosa o si continuerà a guadagnare a Ischia nella stagione turistica estiva e a lasciarci a piedi (anzi,in attesa per ore alle fermate, spesso inutilmente) nel resto dell’anno?