E’ iniziata all’insegna dell’arte, la festa per il 160° anniversario dell’apertura del Porto di Ischia. Sono ben tre le mostre appena inaugurate in diversi spazi del Palazzo Reale e subito con grande successo, a giudicare dal notevole afflusso di visitatori, tra cui molti turisti, registrato fin dalle prime ore. E, d’altra parte, si tratta di proposte di notevole interesse, sia per gli isolani che per i forestieri. Senza trascurare il fascino indiscusso della bella residenza che fu di don Francesco Buonocore come cornice di opere che, in varie epoche, hanno tratto ispirazione e rappresentato dapprima il lago, con l’incantevole paesaggio che lo circondava, e poi il porto, con la sua nuova identità perfettamente armonizzata, almeno fino a qualche decennio fa, nel contesto in cui era venuto a incastonarsi dalla meta dell’Ottocento.
Imperdibile è l’accurata e ideale selezione di opere dedicate al porto dai grandi artisti isolani del secolo scorso. “IL PORTO BORBONICO NEI PITTORI ISOLANI”, ideata e realizzata da MASSIMO IELASI, racconta una realtà dell’approdo, di Ischia, dell’isola che in gran parte non appartiene più al nostro presente. Anche se nella trasformazione, che risulta ben evidente osservando i magnifici quadri esposti, la bellezza originaria non è stata completamente smarrita, come è avvenuto in tanti altri luoghi, comprese alcune isole del Mediterraneo. Peculiarità da salvaguardare e da valorizzare, quale sarebbe poi l’obiettivo di questa rievocazione dei 160 anni. Anni che il porto comunque dimostra. O meglio, che ha cominciato a dimostrare in modo perfino sfacciato nell’ultimo cinquantennio, visto che fino ai primi anni Sessanta, il periodo cui arrivano i quadri della mostra, non si eran*o verificati stravolgimenti di particolare rilevanza rispetto alla conformazione dell’area circostante. Che è ben testimoniata da un’altra chicca della mostra: una stupenda fotografia di fine Ottocento, dall’Archivio Brogi (1885-1910), tra le più antiche scattate sul porto grazie a quella tecnica allora ancora gli albori.
FEDERICO VARIOPINTO, EDOARDO e VINCENZO COLUCCI, LUIGI, FRANCESCO e FEDERICO DE ANGELIS, ANIELLANTONIO MASCOLO, ANTONIO MACRI’, gli ultimi artisti isolani, molti nati e vissuti sulle rive del lago-porto, che hanno potuto rappresentare l’aspetto e l’anima del porto, così come si erano conservate quasi intatte dal 1854. Poche case sulle rive, a fare da quinte colorate al lago trasformato in approdo, un occhio di cielo nel verde ancora intatto delle colline circostanti e degli orti, che si estendevano tutt’intorno. E agli ormeggi, snelli e imponenti velieri, in attesa di caricare a bordo i barili di vino accatastati quasi ovunque, per trasportare in ogni porto della Penisola e fino in Sardegna il nettare dei vigneti ischitani, la produzione su cui si è retta l’economia ischitana fino all’avvento del turismo. Un secolo dopo, più o meno, la realizzazione della grande infrastruttura voluta da re Ferdinando, che come dalla metà dell’Ottocento alla metà del Novecento aveva dato impulso al commercio del vino, poi doveva rivelarsi decisiva per la rivoluzione turistica degli ultimi decenni. Quella soluzione di continuità che ha cambiato la storia dell’isola e del porto, come della sua scenografica bellezza. Una mostra da non perdere, per gli appassionati d’arte e di Ischia.
Al piano nobile del Palazzo reale sono visitabili altre due mostre. “DA LAGO DE’ BAGNI A PORTO D’ISCHIA”, è dedicata al fior fiore delle carte, dei progetti e dei dipinti che hanno illustrato quell’angolo dell’isola con diverse tecniche fin dal Cinquecento. Dalla celebre carta del CARTARO della metà del XVI secolo, dove si nota distintamente la forma del cratere che accoglieva il lago, ai progetti di CARLO VANVITELLI per il porto, ai grandi dipinti custoditi nei principali musei di Napoli e della Campania, dal magnifico, celebre dipinto di PHILIP HACKERT, con il Casino di Buonocore e i pescatori in attività nel lago fino al quadro di MANCINI, che fissa sulla tela la fase dei lavori per la trasformazione in porto, passando – tra gli altri – per FABRIS e GIACINTO GIGANTE. Opere famose, importanti, soprattutto intrasportabili, che sarebbe stato un’impresa ciclopica ottenere in prestito, per riunirle a Ischia, seppure per un breve periodo. Perciò si è scelto di puntare sulla tecnologia, che ha reso possibile l’impresa di una mostra virtuale di tutte le opere “impossibili”, una settantina.
C’è poi una ricca e interessante rassegna fotografica, che raccoglie immagini del porto di Ischia dal 1880, quando nacque la fotografia, al 1940 circa.
L’altra mostra, la terza, del ricco programma della Festa, tratta de “LA MARINERIA TRA IL XVIII E XIX SECOLO”, è propone pregevoli documenti dall’Archivio di Stato di Napoli e racconta la storia della flotta mercantile e da guerra del Regno di Napoli dalla metà del ’700 fino al Regno d’Italia. Come la precedente è curata dall’ing. ALDO AVETA, arch. ALESSANDRO CASTAGNARO, arch. ALDO IMER, ing. MARCELLO MOSCA,dott.ssa GINA ASCIONE, dott.ssa IMMA ASCIONE.
TUTTE LE MOSTRE POTRANNO ESSERE VISITATE FINO AL 15 OTTOBRE. Tutti i giorni, escluso il sabato, la mattina dalle 09.30 alle 12.30, mentre il sabato il pomeriggio dalle 16.00 alle 19.00. Gli adulti che prenotano al numero 328 6636077 (dott.ssa Stefania Napoleone), possono usufruire ogni venerdì di una visita guidata gratuita sul territorio alle h.17.00, con partenza da Sant’Alessandro fino alla mostra. In questo caso, l’ingresso alle mostre è previsto a conclusione del percorso.