Contrariamente al solito, sia prima che durante era filato tutto liscio. Perfino la presentazione ufficiale della Festa del Porto si era svolta in un clima da “volemose bene”, inclusivo, decisamente inconsueto. Niente discussioni, rilievi, critiche. Tutti uniti verso l’obiettivo comune. E così era anche finita, in un tripudio di foto, video e fuochi d’artificio. Ma ecco che subito dopo l’archiviazione, sono arrivate le polemiche a posteriori. Che hanno avuto come oggetto, nientepopodimenochè, i costumi della sfilata e in particolare chi ne abbia pagato il costo. Soprattutto per quanto riguarda gli abiti indossati dai Sindaci, tutti presenti all’appuntamento con una compattezza rara, anche solo per questo meritevole dell’aggettivo “storica”.
Il “mistero”, in verità, si è rivelato molto meno impenetrabile di quanto certe ricostruzioni del giorno dopo hanno lasciato intendere. La genesi del corteo è stata di una semplicità che ben poco ha di “giallo” e di misterioso. E magari sarebbe bastato fare qualche domanda alle persone coinvolte, che sarebbero state ben felici di rispondere e di spiegare, per venirne a capo e sciogliere tutti i legittimi dubbi sull’origine degli abiti e sulla spesa relativa al loro utilizzo per la rievocazione di mercoledì.
Innanzitutto, quale è stata la provenienza dei costumi? Tutti quelli dei popolani che hanno partecipato al corteo e poi soprattutto alla Passeggiata di Re Ferdinando, che peraltro si svolge da tempo ogni anno, essendo partita come appuntamento fisso di “Settembre sul Sagrato”, sono ORIGINARIE CREAZIONI dell’ASSOCIAZIONE PRO SANT’ALESSANDRO. Costumi di popolani e contadini che fanno parte del patrimonio di costumi del corteo storico del 26 agosto e che sono stati messi a disposizione GRATUITAMENTE dall’Associazione santalessandrina, insieme al pianino per esempio. E utilizzando molti dei figuranti che di solito partecipano al corteo storico. Così come sono della Sant’Alessandro anche i costumi tipici foriani dell’800 indossati dai membri del gruppo LA MAGNOSA di Forio, che da anni partecipa regolarmente alla Festa di Sant’Alessandro, mantenendo viva una collaborazione che qualche edizione fa si era sviluppata con associazioni di ogni Comune isolano, in uno spirito unitario – da Comune unico, diciamo – che la Sant’Alessandro continua a coltivare con le partecipazioni annuali.
Dunque, il grosso della sfilata è stato a costo zero per l’organizzazione, usando costumi che sono già tornati negli armadi del borgo santalessandrino, dove resteranno fino al prossimo agosto, con scarpe, magnose, monili, ceste, lampade e accessori vari. In aggiunta, c’è stato qualche figurante che, come avviene per il corteo storico, ha realizzato personalmente un proprio costume, che indossa nelle sue partecipazioni.
Diverso il discorso per gli abiti che non sono ancora compresi nell’enorme patrimonio di costumi d’epoca della Sant’Alessandro. Come quelli del re e di alcuni nobili. E quelli indossati per l’occasione dai Sindaci. Costumi che sono stati presi in affitto da una costumista di valore, GIULIANA TOSONE, che da anni è legata a Ischia, dove ha partecipato a un numero imprecisato di Feste di Sant’Anna e dove collabora anche con la Sant’Alessandro. Costumi che sono stati anche forniti ai ristoratori del porto che hanno partecipato attivamente alla festa di mercoledì con il famoso menu borbonico, elaborato apposta per la manifestazione. Per questi abiti il noleggio è stato gestito direttamente dall’organizzazione della Festa del Porto, non dalla Pro-Sant’Alessandro, che ha risposto solo dei suoi abiti. A fare eccezione sono stati proprio i costumi dei Sindaci. Stupita per le polemiche di oggi e mossa da un certo disappunto per le imprecisioni che hanno riguardato la fornitura degli abiti, la Tosone ci ha tenuto a precisare che “i Sindaci, i costumi che hanno indossato, se li sono PAGATI DI TASCA LORO. Potevano chiedermelo e avrei spiegato le modalità e i costi, che ho tenuto molto bassi per tutti, del noleggio di costumi per questa manifestazione. Tanto rumore su una storia che non esiste…”.
Insomma, se qualche spreco di denaro pubblico c’è stato, non sembra proprio che abbia riguardato i costumi di scena nè tanto meno direttamente i primi cittadini, che stavolta meritano l’assoluzione.
Non altrettanto si potrà laicamente concedere se, dopo essersi prestati tutti insieme alla sfilata per la Festa, non li ritroveremo altrettanto compatti e presenti, nei prossimi giorni e settimane, con fasce tricolori e nel pieno delle loro funzioni a manifestazioni di ben altro peso, per i trasporti marittimi e la depurazione, solo per limitarsi ai temi più legati al porto principale dell’isola. Ma questa è un’altra storia…