Ha concluso il ciclo di conferenze del “Contastorie” dedicato a grandi uomini di scienza. Alcuni dei quali incontrarono anche Ischia nel corso delle loro vite. Come FELIX ANTON DOHRN, che ha lasciato tracce importanti della sua frequentazione sull’isola. In primo luogo, la residenza estiva che domina l’imboccatura del porto e che oggi ospita uno dei laboratori della sua Stazione Zoologica. Dove è ricercatrice di punta MARIA CRISTINA GAMBI, che è riuscita a raccontare non solo il grande scienziato, ma anche l’uomo Dohrn, ben tratteggiando il contesto internazionale in cui egli elaborò le sue teorie e realizzò i suoi progetti. Con alcune “chicche”, come la prima mappa sottomarina del Golfo di Napoli, elaborata dal tedesco Johannes Walther nel 1886, con i pochissimi mezzi di cui sii poteva disporre allora e che pure gli avevano consentito già di disegnare abbastanza precisamente le secche e i principali rilievi sottomarini, evidenziando la straordinaria complessità geomorfologica di questa parte del Tirreno che è poi all’origine dell’altrettanto grande varietà biologica del nostro mare. Testimoniata, tra l’altro, dalla famosa canzone “O’ guarracino”, nella quale sono citate ben 76 specie di abitanti del mare, già conosciute dai napoletani nell’800.
Era nato nel 1840 sulle rive del Mar Baltico, a Stettino,una città tedesca che oggi è in Polonia. Il padre era uno scienziato di fama, entomologo, fondatore ed editore, tra l”altro, della prima rivista di entomologia della storia. Ma era anche un cantante e un pianista, appassionato d’arte e di musica, e in questo ambiente il piccolo Anton compì la sua prima formazione. Studiò anch’egli da scienziato, si laureònel 1865 in zoologia a Jena, la cui università era frequentata da personalità che poi rincontrerà, con cui collaborerà. E da cui imparerà, come nel caso di ERNST HAECKEL, lo scienziato autore dell’”albero della vita”, che lo introdusse alla conoscenza delle teorie di DARWIN, di cui Dohrn, che le definiva “il mio demone” diventerà un appassionato sostenitore.
Dopo la laurea, un primo viaggio a Helgoland con Haeckel lo convinse che era nel mare che bisognava cercare per risalire alle prime tappe dell’evoluzione e così dall’entomologia passò allo studio delle creature marine. Che iniziò ad approfondire in un secondo viaggio a Milliport in Scozia nel 1866. Lì incontrò DAVID ROBERTSON, che gli costruì un acquario portatile, di cui si servì nel suo terzo viaggio, decisivo perchè lo portò a Messina, sulle rive di quel Mediterraneo che egli intuiva essere la tappa essenziale del suo percorso da ricercatore. A Messina, dove operavano già degli studiosi tedeschi e dove l’ambiente marino offriva molta più “materia prima” per le ricerche sulle specie animlei anche di profondità, rimase per oltre un anno e conobbe la figlia di un diplomatico russo, MARIA von BARANOWSKA, che sarebbe poi divenuta sua moglie.
Fu a Messina che Dohrn ebbe l’idea di di creare una rete di stazioni di ricerca zoologica sulle sponde di tutti i mari, dove gli scienziati che vi arrivavano potessero trovare tutte le attrezzature e il supporto tecnico e logistico di cui avevano bisogno. Per finanziare la prima stazione, che doveva sorgere nel Sud, aveva immaginato di creare un acquario aperto al pubblico. Messina era città troppo piccola per assicurare il successo dell’impresa, così Dohrn pensò di trasferirsi a Napoli, la grande capitale, tappa obbligata del Grand Tour dal secolo precedente. A Napoli, dove andò ad abitare a Palazzo Torlonia a Mergellina, avviò la realizzazione del suo progetto, con l’aiuto economico della famiglia, su un terreno, messo a disposizione del Comune, che si trovava nella Villa Reale proprio in riva al mare. Nel 1873 l’edificio era già pronto, con il bell’acquario collegato direttamente al mare. Per trovare altri fondi, ideò i tavoli di studio, finanziati da Stati stranieri e a disposizione dei loro ricercatori. Ci fu subito un grande riscontro, vari Paesi accettarono e tra gli studiosi inviati dagli Stati Uniti ci fu per la prima volta anche una donna.
La Stazione Zoologica era una realtà scientifica unica al mondo, un vero modello per la ricerca nel campo della biologia marina, che come branca scientifica autonoma, seppur collegata ad altre, nacque proprio a Napoli, grazie a Dohrn. Lì, dove la libertà di ricerca era massimamente rispettata,furono condotti studi all’avanguardia, da ricercatori delle più varie provenienze. Che trovavano un’organizzazione ideale, un grande supporto tecnico con strumentazioni moderne e personale molto preparato, compreso un palombaro per procurare i materiali necessari agli studi. Senza dimenticare la fornitissima biblioteca, dove arrivavano pubblicazioni da ogni angolo del mondo,ciò che la rende ancora la più fornita nel campo della biologia marina dopo quella del British Museum. Ma all’interno della Stazione aveva trovato spazio anche una grande sala per concerti, affrescata da un amico di Jena, HANS von MAREE.
Nel 1867 Dohrn aveva inviato un suo manoscritto a Darwin, che gli aveva risposto. Tra loro era nata una corrispondenza, 37 lettere che restano, e il padre della teoria dell’evoluzione donò 1000 sterline, per sostenere l’impresa di Dohrn, che approvava e per la quale si complimentò con il suo “discepolo” tedesco. Si incontrarono anche, nel 1870.
Nel Golfo di Napoli, Dohrn aveva iniziato a frequentare Ischia, dove aveva trovato un altro luogo di grande interesse per le sue ricerche. Fu nel 1906 che incaricò l’architetto CARLO SATTLER di progettare una residenza estiva sulla collina di San Pietro. Sattler si ispirò all’architettura locale e edificò una villa utilizzando tecniche di costruzione usuali, compresa la “vattuta e’ l’asteco” per il solaio. Ai piedi della collina, vicino al mare, fece costruire una dépendance per gli ospiti, studiosi che venivano in vacanza d’estate con i Dohrn, ma che trovavano anche attrezzature per proseguire i loro studi durante i soggiorni sull’isola. Purtroppo, Dohrn poté godersi la villa per poco, perchè morì nel 1909, ma la sua famiglia continuò a frequentarla regolarmente per molto tempo. Nel 1969 la villa divenne sede del Reparto (dal 1970 Laboratorio) di Ecologia del Benthos, sezione distaccata della Stazione Zoologica, dove si studiano gli ambienti bentonici e si custodisce tra l’altro anche l’erbario storico della Stazione.
Il progetto della rete di Stazioni non rimase un’idea di Dohrn. Altri laboratori di biologia marina furono creati, seguendo il modello di Napoli, in Francia, a Plymouth in Inghilterra, a Odessa in Russia, sul Baltico natale di Dohrn, e negli Usa, a Woods Hole sulla costa orientale e la Hopkins Marine Station a Monterrey, in California.
Il Dohrn scienziato ha prodotto 40 lavori e alcune delle sue teorie stanno trovando riscontri anche grazie a ricerche che usano tecniche di avanguardia. Come tanti altri lavori nati nella Stazione Zoologica, a cura di scienziati di vari nazionalità che vi hanno operato, tra i quali si contano 18 Premi Nobel, compreso WATSON, uno dei due scopritori dell’elica del DNA. E numerosissime sono state le pubblicazioni edite dalla Stazione dalla sua fondazione, comprese alcune che sono ancora pilastri della conoscenza della biologia marina del Golfo di Napoli e del Mediterraneo. La Stazione edita dal 1980 anche la rivista Marine Ecology. Ed è una prestigiosa istituzione scientifica, riconosciuta a livello mondiale, ancora riferimento per studiosi di mezzo mondo. Come il “nostro” Laboratorio del Benthos, che sta portando avanti, tra l’altro, l’importantissima ricerca sull’acidificazione del mare. Un orgoglio per Napoli, per Ischia e (dovrebbe) per l’Italia. tutto grazie alla straordinaria intuizione di Felix Anton Dohrn.