Sono sbarcati sull’isola da poche ore, per iniziare un nuovo viaggio, delicato e complesso, al termine del quale recupereranno gran parte del loro splendore originario e saranno in condizioni di affrontare una nuova sfida contro il tempo e le sue insidie. Hanno tremila anni, i due sarcofaghi egizi provenienti dal Museès Royaux d’Art e d’Histoire di Bruxelles e a Ischia li aspetta un anno intenso di cure. Che hanno avuto inizio subito dopo l’arrivo oggi pomeriggio quando, debitamente scortati dai Carabinieri, sono stati trasferiti direttamente dal porto al “Rizzoli”, per il primo accertamento diagnostico preliminare alla “terapia”, che sarà effettuata – come annunciato – nella “clinica” allestita dall’Istituto Europeo del Restauro sul Castello Aragonese.
La tappa presso l’ospedale ischitano, pura realtà fuor di metafora, è stata necessaria per sottoporre i due antichissimi reperti alla Tac, che consentirà di conoscere perfettamente dall’interno la struttura dei sarcofaghi e le condizioni in cui si trova il legno. Passaggio indispensabile e preliminare per poi procedere con il vero e proprio intervento di restauro conservativo sui preziosi manufatti egizi, affidati dalla prestigiosa committenza belga agli specialisti dell’Istituto Europeo del Restauro guidati da Teodoro Auricchio. Un’èquipe collaudata, che opera da anni secondo modalità all’avanguardia, utilizzando tecniche aggiornate e apparecchiature di ultima generazione. Ciò che le ha consentito di aggiudicarsi questo lavoro di enorme importanza, prevalendo nella valutazione dei dirigenti del museo belga su concorrenti europei di assoluto valore.
D’altra parte, il modo particolare di lavorare degli esperti dell’Istituto è ben conosciuto sulla nostra isola fin dal restauro del Cristo Nero della Cattedrale di Ischia, quando per la prima volta furono sperimentati dei laser appositamente costruiti. Ma soprattutto si scelse di utilizzare un metodo di lavoro decisamente inusuale, con la realizzazione di un laboratorio trasparente all’interno della Cattedrale, dove i visitatori potevano osservare e seguire in diretta l’attività quotidiana dei restauratori. Attività che , giunta a conclusione, ha riconsegnato all’isola in ottime condizioni e con l’aspetto originario uno dei più rari esempi di sculture lignee medievali dell’Italia meridionale, consentendone una revisione della datazione e uno studio approfondito sulle possibili attribuzioni. Operazione che similmente fu effettuata qualche anno più tardi sull’antico Crocifisso del Cretaio, tanto per limitarci agli esempi dei restauri di importanti opere d’arte isolane. Quella volta, come avviene ormai ogni inverno, nel laboratorio (sempre superattrezzato e sempre visibile al pubblico) allestito all’interno della Chiesa dell’Immacolata sul Castello. Dove da stasera saranno accolti e custoditi anche i due sarcofagi egizi, su cui si comincerà a lavorare subito.
Sabato mattina, intanto, è fissata sul Castello Aragonese la conferenza stampa di presentazione della campagna di restauro che si svolgerà per un anno a Ischia, per poi spostarsi per una seconda sessione, della stessa durata nella casa madre di Bruxelles. Saranno presenti l’ambasciatore del Belgio in Italia, Vincent Mertens de Wilmars, il direttore del Museo reale, Eric Gubel, altri ospiti belgi e i rappresentanti dell’èquipe che si prenderà cura dei sarcofaghi dell XXI dinastia.