E così l’Asl sotto la guida di Ferraro ha fatto il bis… Non c’entra la moltiplicazione di alcun servizio alla popolazione, semmai il contrario. Nè un risultato di cui andare orgogliosi, esibendolo come un successo a fine mandato. Nulla di tutto di questo. Perchè il raddoppio riguarda piuttosto le sonore bocciature rimediate da parte della giustizia amministrativa nei suoi vari gradi. Era già accaduto e anche poco tempo fa a proposito della chiusura degli Psaut e magari quel precedente avrebbe dovuto suggerire un po’ più di saggia prudenza nell’approcciarsi a situazioni delicate dal punto di vista legale. E invece no, a Monteruscello-Frattamaggiore hanno voluto replicare, ripercorrendo con inossidabile determinazione, senza tentennamenti nè ripensamenti, la stessa strada nella storia di Villa Orizzonte-Villa Stefania. Senza aver imparato per nulla la lezione, senza aver capitalizzato quella prima inequivocabile sconfitta. Infatti si è andati avanti comunque anche questa volta, come la precedente, nonostante tutto e tutti. E, ciò che è più grave in entrambi in casi, nonostante le regole.
La prima situazione affrontata con decisione sicuramente degna di miglior causa, ha riguardato la soppressione dei cinque Psaut aziendali, compreso quello di Ischia, che era stato fondato per primo. A nulla erano valse le iniziative e la mobilitazione di amministrazioni pubbliche, associazioni e gruppi di cittadini per salvare dei presidi sanitari diventati degli importanti punti di riferimento. Le istanze dei territori non erano state ritenute degne di alcuna attenzione nè di essere tenute nella minima considerazione. E nulla aveva cambiato poi la stroncatura di quella contestata scelta aziendale da parte del Tar. Si è proceduto come se nulla fosse, tenendo il punto, fino ad incorrere nella bocciatura completa della giustizia amministrativa, senza avere neppure il dubbio che potesse essere opportuno cambiare strada, rivedere certe decisioni sempre più assimilabili a delle impuntature.
Uno schema che si è riproposto in gran parte, seppure con le inevitabili variazioni sul tema, nella questione della trasformazione in presidio sanitario di una struttura che non aveva i requisiti minimi per diventarlo, l’ex Hotel Villa Stefania. Anche in questo caso, insieme a regole e vincoli, sono state sistematicamente ignorate le prese di posizione insolitamente univoche e corali della società civile e religiosa e delle amministrazioni isolane. E ci si è arroccati in una totale chiusura a ogni richiesta di incontro e di confronto, a ogni proposta. Salvo poi lamentarsi, con una esplicita volontà autoassolutoria, che l’Asl era stata lasciata sola dai Comuni a trovare una soluzione ad un problema (lo sfratto da via Michele Mazzella del Centro di Salute mentale) che ricadeva sotto la sua esclusiva competenza e responsabilità! Per non parlare dell’accusa rivolta reiteratamente e negli atti giudiziari sempre ai Comuni di non aver risposto ad una richiesta di collaborazione dell’Asl, quando dal suo insediamento il manager Ferraro ha lasciato sistematicamente senza risposta tutte le lettere, richieste e inviti a incontri e collaborazioni indirizzategli dai Sindaci isolani in carica e già decaduti non solo su Villa Orizzonte, ma anche su varie altre tematiche sanitarie di primario interesse per gli isolani, ignorando di alcune pure l’urgenza!
La bocciatura della sospensiva da parte del Tar, un mese fa, con le argomentazioni addotte dai giudici avrebbe dovuto consigliare quanto meno una certa prudenza e una maggiore avvedutezza e accortezza nel continuare ad occuparsi della vicenda. Invece no, benchè alla fine del suo mandato, Ferraro non si è dato per vinto e ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, ricavandone un’altra bocciatura, e anche con somma urgenza. Voler avere ragione a tutti i costi, nonostante le regole che nella vicenda Villa Stefania sono state incredibilmente ignorate da un ente pubblico, che peraltro ha tra i suoi compiti anche quello di controllare il rispetto delle regole da parte di strutture sanitarie e di tanti cittadini, non è stata una buona idea. E si è rivelata una mossa assolutamente perdente. Oltre che sconcertante. Ma tant’è, così si è voluto che questa storia andasse a Monteruscello-Frattamaggiore, creando situazioni paradossali, gravissime per chi ne sta subendo giorno dopo giorno le conseguenze, nella propria vita già segnata dal dolore e dall’ingiustizia di essere relegati per decenni in manicomio. Per fortuna, la giustizia ha almeno ripristinato il principio “sacro” della legge uguale per tutti, che qualcuno aveva forse pensato non lo riguardasse…e adesso tocca procedere di conseguenza alla pronuncia dei giudici a chi ha il dovere e la responsabilità di far rispettare concretamente le regole violate.
Ma la domanda è d’obbligo, tanto più alla luce delle motivazioni “risparmiose” addotte dai vertici dell’Asl per motivare le loro decisioni illegittime: chi paga il conto delle azioni legali promosse dall’Asl o nelle quali l’Azienda ha dovuto difendersi, ma sempre come conseguenza di sue scelte sbagliate? Non è che il conto resterà a carico dei cittadini-contribuenti, unendo così il danno alla beffa? Chi ha sbagliato paghi, di tasca sua, non gravando sul bilancio dell’ente, tanto impegnato a tagliare le spese dei *servizi sanitari da erogare ai cittadini. Quest’altro boccone avvelenato, almeno, ci venga risparmiato!