Sarà, questa, un’altra delle giornate particolari del CASTELLO ARAGONESE da ricordare. Dai primi anni Ottanta, quando i Mattera avviarono un’attività culturale ad altissimo livello, sull’Insula Minor abbiamo assistito a diversi eventi di respiro internazionale e assolutamente straordinari per una “piccola” isola come Ischia. Con l’aggiunta di un luogo già di per sè prodigo di attrattive uniche, dal punto di vista paesaggistico certo, ma forse ancor di più da quello storico-artistico. REPERTI DI 3000 ANNI, tuttavia, NON NE AVEVA ANCORA MAI OSPITATI. E di sicuro non manufatti originari dell’antico Egitto, come i sarcofagi che vi sono stati trasferiti nei giorni scorsi dai MUSEES ROYAUX D’ART ET D’HISTOIRE DI BRUXELLES, per essere sottoposti ad un IMPEGNATIVO RESTAURO, AFFIDATO ALL’ISTITUTO EUROPEO DEL RESTAURO, che ha sede stabilmente proprio tra le mura del maniero aragonese. E’ partita ufficialmente da oggi, infatti, la prima fase di un lavoro biennale, che si svolgerà il primo anno a Ischia e nell’anno successivo presso la “casa madre” in Belgio. E per dare il via al progetto italo-belga sono venuti a Ischia l’ambasciatore del Regno del Belgio, i massimi dirigenti del Museo di Bruxelles, il direttore del Museo egizio di Torino (il secondo al mondo più importante dopo quello de Il Cairo)e esponenti del mondo della cultura appositamente convenuti da varie parti d’Italia.
La presenza dei sarcofagi a Ischia, in un contesto particolare come quello del Castello, ha attirato una grande attenzione mediatica e un vasto pubblico, che non ha voluto mancare all’appuntamento con l’apertura annuale del LABORATORIO SUPERATTREZZATO ALLESTITO(come al solito dall’autunno alla primavera) ALL’INTERNO DELLA CHIESA DELL’IMMACOLATA, dove per i prossimi mesi ci si prenderà cura dei reperti egiziani. Che stamattina sono stati svelati al pubblico. Peraltro, si tratta di un evento nell’evento, giacchè questi due presenti a Ischia come gli altri otto che con altri reperti coevi appartengono al Museo di Bruxelles, sono normalmente custoditi nel deposito delle antichità egizie, per cui non sono esposti al pubblico. E, invece, questo privilegio è offerto a chi, oggi e nei prossimi mesi, visiterà il Castello Aragonese, giacchè anche QUESTO RESTAURO come tutti gli altri compiuti in questi anni dall’Istituto Europeo del Restauro, POTRA’ ESSERE INTERAMENTE SEGUITO IN DIRETTA, la di là della spessa vetrata che isola, senza oscurarla, l’area del laboratorio, già perfettamente allestita.
La presentazione di questa mattina ha illustrato le finalità e le peculiarità di un progetto di restauro ambizioso, che si propone di fare da apripista a tutti gli altri interventi che dovranno essere effettuati in futuro sulla rimanente parte della collezione di sarcofagi egizi del museo belga. Che, del resto, detiene soltanto 10 dei 153 SARCOFAGI DELLA XXI DINASTIA PROVENIENTI DAL COSIDDETTO 2° NASCONDIGLIO DI DEIR EL-BAHARI, NELL’ENORME NECROPOLI DI TEBE, che fu la capitale principale del Regno d’Egitto durante la fase storica corrispondente alla XXI Dinastia. La vastissima area sepolcrale ipogea, situata sulla sponda occidentale del Nilo davanti all’odierna Luxor, è definita dagli esperti con una semplice sigla, ma rappresenta una delle scoperte e uno dei “misteri” su cui gli egittologi si stanno ancora interrogando. Fu in quella zona, dove già avevano operato predatori di tombe, che nel 1881 furono rinvenuti 153 sarcofagi contenenti mummie egizie, collocati gli uni sopra gli altri, quasi incastrati fra loro. Come si usava allora, senza alcuna accortezza nè criteriio scientifico, l’area fu svuotata, senza provvedere ad alcun rilievo planimetrico nè disegno, in soli cinque giorni di tutti i sarcofagi e degli oggetti dei ricchi corredi funerari, tra cui quello della regina Hashepsut, il cui monumento funerario è nelle immediate vicinanze. Un atto predatorio anch’esso, dal punto di vista delle modalità con cui fu compiuto. Le mummie furono disfatte subito dopo, con gli stessi (non) criteri e fu accertato che appartenevano ai sacerdoti e profeti di Amon della XXI Dinastia e ai loro familiari, la tomba collettiva dell’intera classe sacerdotale dell’epoca.
Fu il Museo de Il Cairo ad offrire a vari Paesi europei sarcofagi, mummie e reperti collegati. Così, NEL 1894, ARRIVARONO A BRUXELLES 10 SARCOFAGI CON LE RISPETTIVE MUMMIE, nucleo della sezione di arte egizia del museo. Reperti preziosi, già in condizioni precarie a causa del complesso viaggio per mare e in treno, tanto che si rese necessario intervenire subito con un primo restauro. Effettuato con i criteri del tempo, dunque con aggiunte, sovrapposizioni, senza il rispetto che attualmente è riservato all’originalità degli oggetti antichi. E poi i tremila anni hanno prodotto altri effetti, altri guasti, che oggi rendono necessario tornare a intervenire con rigorose modalità scientifiche, conoscenze e strumenti d’avanguardia. Che sono gli elementi qualificanti del progetto proposto dall’Istituto Europeo del Restauro di Ischia, in virtù del quale ha prevalso rispetto ad altri prestigiosi centri di restauro europei, conquistando la fiducia e l’accordo con il museo di Bruxelles, come stamattina hanno ricordato il DIRETTORE DEL MUSEO ERIC GUBEL, che ha sottolineato lo spirito internazionale dell’iniziativa, che si avvarrà di varie collaborazioni internazionali, e la CURATRICE DELL’EVENTO ISABELLA ROSATI.
La complessità dell’operazione che lo attende con i suoi collaboratori l’ha ben sintetizzata il RESPONSABILE DELL’ISTITUTO EUROPEO DEL RESTAURO, TEODORO AURICCHIO, che ha spiegato come dal lavoro che si farà a Ischia saranno definiti i protocolli per intervenire in futuro sui sarcofagi egizi della stessa origine e non solo. Si parte da una rigorosa fase diagnostica, avviata con la Tac realizzata qualche giorno fa al “Rizzoli”, che richiederà ulteriori numerosi esami e analisi, da definire in corso d’opera, per i quali CI SI AVVARRA’ DELLE TECNOLOGIE E DELLE ESPERIENZE PIU’ ALL’AVANGUARDIA, ATTINGENDO A COLLABORAZIONI CON CENTRI DI RICERCA E INDUSTRIE ITALIANE E STRANIERE. E lo stesso approccio sinergico e internazionale sarà utilizzato per massimizzare i risultati della fase del restauro vera e propria. Affidata ad una EQUIPE DI 12 RESTAURATORI ESPERTI a cui potranno affiancarsi SPECIALISTI di particolare branche quando ve ne sarà bisogno. Al capezzale dei sarcofagi lignei egizi sarà chiamato il meglio delle professionalità e delle strumentazioni disponibili, insomma, per UN’OPERAZIONE DESTINATA A FARE SCUOLA BEN OLTRE I CONFINI DELL’ISOLA E D’ITALIA.
Il VALORE DELLA COOPERAZIONE TRA BELGIO E ITALIA concretizzata in questo progetto, di più ampio respiro europeo, è stato sottolineato dall’AMBASCIATORE DEL BELGIO, VINCENT MERTENS DE WILMARS, che ha ricordato la grande importanza che il suo Paese attribuisce alla cultura, anche in un’ottica di sviluppo turistico e economico. Dulcis in fundo,l’intervento del VESCOVO PIETRO LAGNESE, che ha auspicato il moltiplicarsi di occasioni per valorizzare le competenze soprattutto dei giovani del Sud, come si farà con questo restauro, e HA ANNUNCIATO DI AVER CHIESTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PER QUESTA OPERA CULTURALE INIZIATA A ISCHIA. E stavolta, dal numero e dal valore delle collaborazioni, dei contributi e dei sostegni assicurati già in questi primi giorni di trasferimento dei sarcofagi, l’isola con le sue risorse umane ed economiche sta facendo la sua parte per la migliore riuscita di un’impresa che deve essere motivo di orgoglio per l’intera comunità isolana.