La prima a trattarne, comunicandone l’esistenza a livello internazionale, fu la prestigiosa rivista scientifica “NATURE”. Da allora è stata oggetto di grande attenzione da parte dei media in Italia e all’estero, protagonista di servizi televisivi, inchieste e approfondimenti, sulla stampa. A rivelare i più recenti sviluppi della ricerca sull’acidificazione degli oceani in corso all’ombra del Castello Aragonese è l’ultimo numero del “VENERDI’ DI REPUBBLICA”. Che questa settimana è quasi interamente dedicato alla prossima uscita in italiano di un libro che sta destando molto interesse: “THE SIXTH EXSTINCTION. AN UNNATURAL HISTORY” di ELISABETH KOLBERT. Un’opera sui molteplici rischi che corre la biodiversità sul nostro pianeta e che affronta una tematica su cui gli scienziati dibattono da tempo, ovvero l’eventualità di una nuova estinzione di massa, la sesta appunto, che sarebbe iniziata già con l’avvento dell’Homo sapiens, e che farebbe seguito a quella che portò all’estinzione dei dinosauri, 65 milioni di anni fa.
Prendendo spunto da “La sesta estinzione”, il settimanale esamina le diverse, incombenti minacce alla vita sulla Terra e in questo contesto si occupa anche del fenomeno dell’acidificazione con un servizio di RICCARDO STAGLIANO, interamente centrato sulle attività di ricerca che il “nostro” LABORATORIO DI ECOLOGIA DEL BENTHOS DELLA STAZIONE ZOOLOGICA “ANTON DOHRN” sta compiendo nello straordinario laboratorio naturale scoperto sotto il Castello. Un tratto di mare interessato da emissioni di anidride carbonica legate ad uno dei fenomeni di vulcanesimo secondario che caratterizzano la nostra isola a terra e a mare.
Quella in corso Ischia è un’indagine scientifica fondamentale per studiare direttamente nell’ambiente naturale gli effetti dell’incremento dell’acidità del mare sulle specie animali e vegetali che lo popolano. In particolare, l’ecosistema delle praterie di Posidonia oceanica, che ha un ruolo determinante negli equilibri ambientali presenti e futuri del Mediterraneo. Un’occasione, quella offerta dal settimanale di Repubblica, per fare il punto sul lavoro dell’équipe attiva a Villa Dohrn, che partecipa a progetti scientifici internazionali, in stretta collaborazione con altri centri di ricerca di vari Paesi impegnati ad accertare elementi essenziali per elaborare uno scenario attendibile di quella che potrebbe essere la condizione degli oceani tra qualche decennio. Se la comunità internazionale non si deciderà a fare sul serio, con la compattezza di cui oggi non vi è traccia e la massima urgenza, per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra nell’atmosfera, che sono la causa del processo di acidificazione degli oceani.