Ha ricominciato a scendere copiosa. Da lunedì, ovviamente, perchè si tratta di acqua rigorosamente e esclusivamente…feriale. Che scompare nei festivi, il che conferma che di naturale la cascata della Siena non ha nulla, a parte la “materia prima”, prodotta necessariamente dalla terra. E così, con lo strano fenomeno sul limite estremo della spiaggia del Muro Rotto, si ripropone la legittima curiosità sulla sua origine. E anche sul suo futuro: durerà ancora e fino a quando? E con quali caratteristiche?
Se in occasione della sua precedente manifestazione, durata vari giorni, la cascata aveva suscitato un approccio stupito e anche un po’ diffidente da parte dei frequentatori del lido, adesso che la spiaggia è quasi deserta il suo improvviso riproporsi è passato pressochè inosservato. Ma il particolare che la storia si sta replicando, giustifica oggi un maggiore interesse rispetto ad allora. Perchè a questo punto è evidente che non si era trattato di un episodio, di un fenomeno una tantum, di un evento unico, dal sapore perfino un po’ salato di una doccia calda bordo mare (quasi) fuori stagione. Adesso che ci risiamo, è più che mai lecito interrogarsi sulla natura del “mistero”, che nel frattempo è rimasto tale, anzi si è accresciuto, visto che gli interrogativi sollevati nell’immediatezza sono rimasti tutti senza risposta.
Di certo, se i privati hanno il diritto di utilizzare e valorizzare le loro proprietà senza doverne rendere conto pubblicamente, purchè operino nel rispetto e nell’osservanza delle leggi, dei regolamenti e dei vincoli che valgono per tutti e con le dovute autorizzazioni, hanno – a mio avviso – il dovere di rendere conto alla cittadinanza quando di mezzo c’è l’uso di un bene comune, nella fattispecie il mare. Quell’acqua, che proviene da una proprietà privata su cui sono in corso lavori di notevole rilievo e anche impatto, peraltro effettuati in parte con fondi europei, dunque pubblici, finisce a mare, cioè nella proprietà di tutti. Ed è perciò dovuta una spiegazione circa la fonte originaria, di cui non si conosceva finora l’esistenza, sulle caratteristiche di quel liquido, che fuoriesce dall’area del cantiere tanto copiosamente, e dello sversamento in corso, se sia e come autorizzato e con quali modalità e scadenza. Quesiti che a cui anche l’ente pubblico preposto al controllo dovrebbe doverosamente rispondere. Per amor di chiarezza e di trasparenza. Che sono un’esigenza ineludibile in un paese civile. E allora, chi chiarisce una volta per tutte il “mistero” della cascata della Siena?
28 ottobre 2014