Il cartello con la freccia sulla discesina del lungomare Colombo indica “SPIAGGIA”. Dovrebbe stare a pochi metri, una delle spiagge più celebrate dell’isola. Il LIDO per eccellenza. Ma senza bisogno di tornare indietro nel tempo e di ripensare alle fotografie che, ancora qualche decennio fa, illustravano un arenile profondo decine di metri, per non parlare dei ricordi di quanti (tanti) quella meraviglia la frequentavano regolarmente, chi legge quel segnale anche oggi si aspetta di trovarla, una spiaggia. Facile a leggersi e ad immaginarsi, più che a vederla, però. Perchè della spiaggia resta poco ormai. E ancora meno dopo la tempesta della settimana scorsa. L’ennesima sottrazione di metri di sabbia, ingoiata dallo scirocco, che è diventato il nemico numero uno lungo tutta la costa ischitana, dal Ponte al Porto. Dove ha fatto ancora sfracelli, in aggiunta a quelli già provocati a varie riprese nell’autunno scorso e poi, di nuovo, all’inizio di quest’anno. Fino a condizionare la stagione balneare appena passata. Ma ora la situazione è decisamente peggiorata e siamo solo all’inizio del periodo dell’anno più critico. A maggior ragione con le strane condizioni climatiche che questo novembre ci sta riservando.
Il disastro della Mandra è comune anche alla restante parte del litorale ischitano. FA IMPRESSIONE osservare come è ridotta anche LA FASCIA COSTIERA SUPERATA PUNTA MOLINO. I marosi hanno danneggiato seriamente le strutture balneari su quel versante, ma soprattutto non hanno risparmiato l’arenile. Nel tratto al di là del lungomare non c’è rimasta più sabbia neppure sulle piazzole di cemento create proprio per cercare di ridurre gli effetti di un’erosione sempre più pronunciata. Il mare ormai arriva anche qui a lambire il muro esterno dei belvedere, dove le onde sollevate dallo scirocco hanno imperversato lasciando segni evidenti del loro passaggio.
Non sta meglio la spiaggia del Lido-San Pietro. C’è rimasta solo la lunghezza, ma il mare è avanzato moltissimo anche rispetto a poche settimane fa, quando grazie al clima mite si è continuato a fare i bagni fino ad ottobre inoltrato. Un prolungamento di stagione, abbastanza inusuale, pagato a caro prezzo. QUANDO MAI, SU QUEL TRATTO DI COSTA, IL MARE ERA ARRIVATO FIN SOTTO LE PALAFITTE CHE SOSTENGONO LE STRUTTURE DEGLI STABILIMENTI BALNEARI? In alcuni punti, si è ridotti come alla Mandra, solo che qui la spiaggia è stata sempre molto più profonda. Altra similitudine: come alla Spiaggia dei Pescatori, ANCHE AL LIDO IL MARE HA RAGGIUNTO LA FOGNATURA, che adesso è esposta alle burrasche. Un altro grosso problema, perchè è altissimo il rischio di danni gravi all’impianto che serve tutto il popolosissimo centro abitato alle spalle dell’arenile, se il mare dovesse tornare a imbizzarrirsi. Insomma, l’ultima burrasca è stata davvero una calamità naturale e adesso, giorno per giorno, ne emergono e se ne valutano tutte le pesanti conseguenze.
Eppure, guardando a mare, non si può fare a meno di osservare le tante piccole scogliere piazzate qua è là. Dalla Spiaggia del Muro Rotto a San Pietro e poi, dopo il porto, fino a Cafieri, al confine con Casamicciola, ce n’è una lunga serie. Tante. Inutili. Da quando stanno lì, non sono state in grado di salvare neppure un metro di spiaggia. Anzi, nei vari tratti hanno interferito con il movimento delle correnti solo in negativo, amplificando l’azione distruttiva dello scirocco e degli altri venti “mangiasabbia” e impedendo invece l’afflusso di sabbia grazie alle correnti più favorevoli. UN FALLIMENTO COMPLETO, COSTATO FIOR DI QUATTRINI ALLA COMUNITA’ IN TUTTI QUESTI ANNI.
Fino all’ultimo intervento, fatto solo pochi mesi fa, alla vigilia dell’estate. Un rinfoltimento “just just” delle “scoglieruzze” effettuato dalla Provincia che è servito solo a buttare altri soldi pubblici (a proposito, quanti?) a mare. Proprio in corrispondenza delle scogliere oggetto di “restyling” la sciroccata si è mangiata meglio la spiaggia. Un effetto che sarebbe stato anche anticipato dall’architetto della Provincia che aveva seguito i lavori a primavera. E comunque lo avevano sempre diagnosticato con estrema precisione pescatori, residenti, gente di mare che conosce il territorio, le correnti, le caratteristiche della costa. LE SCOGLIERE COME STANNO SONO SOLO CONTROPRODUCENTI, CI VOGLIONO “PENNELLI” BEN FATTI, ANCHE SOFFOLTI, COLLOCATI DOVE SERVONO A RIDURRE LA PORTATA DISTRUTTIVA DELLO SCIROCCO. Se non si cambieranno le scogliere, non ci sarà modo di salvare la spiaggia e di proteggere le zone abitate prospicienti. Ogni sciroccata potrà compiere altre devastazioni, mettendo in ginocchio anche un pezzo dell’economia turistica ischitana, perchè Ischia non può rinunciare ad una delle sue risorse strategiche, ovvero le spiagge. E intanto per domani si annuncia di nuovo, lo scirocco…